Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      KICENGO -
      ratino ne diede un'edizione sotto il titolo di Pro-pugnaculum Fidei (Venezia 1609), che meritò di essere tradotta in greco a mezzo il secolo xiv da Demetrio Cidonio.
      Vedi: Echard, Script, ord. Prcedic&t. (voi. i, pp. 506, 507) — Tonron, Hist. de Vordre de Saint Dominique (voi. i, p. 759), e prefazione al Viaggio in Terra Santa (Siena 1864).
      RICENGO (geogr.). - Comune nel circondario di Creili», provincia di Cremona, con 1080 abitanti.
      RICATTA (farmacol.). — Nome dato alle prescrizioni farmaceutiche dettate o sottoscritte dal medico curante e mandate al farmacista perchè ven-gauo spedite. Siccome la ricetta può essere sorgente tanto di salvamento come di grave dauno per l'infermo, così sono necessarie alcune avvertenze tanto pel medico che le forinola, quanto pel farmacista che le spedisce, a tutela cosi della salute dell'infermo come dell'onore del medico e del farmacista. Nella maggior parte delle ricette, secoudo le scuole, si considera la base, l'eccipiente, il coadjuvante ed il correttivo. La base è il farmaco principale contenuto nel rimedio composto ; l'eccipiente è il veicolo che si adopera per poterlo far prendere all'infermo; il coadjuvante è un altro rimedio che seconda l'azione del primo; il correttivo è quello che si aggiuuge o per rendere il primo menò ingrato o per moderarne l'azione irritante. Abbiasi, per esempio, un lambitivo olioso, l'olio d'olivo o di mandorle dolci costituisce la base, l'acqua l'eccipiente, la gomma arabica il coadjuvante, il sciroppo o lo zucchero il correttivo. Non tutte però le ricette sono così composte, giacché molte non contengono che un solo ingrediente, e questo già beli'e preparato e da prendersi quale si trova nelle officine. Gli antichi scrivevano formole di rimedii complicatissime, ed amministravano lattovarii e beveroni di cui era difficile sapere il vero modo di operare sul nostro corpo; molti fra i moderni eccedono forse per eccessiva semplicità, e negligen-tano spesso preparazioni composte, riconosciute utili per lunga esperienza di tempo. Comunque sia, ciascheduna ricetta deve contenere l'indicazione chiara del rimedio o dei rimedii che amministrare si vogliono, la loro dose ed il modo con coi debbono essere preparati. Prima delle recenti innovazioni colle quali venne sbandito dall'esercizio dell'arte medica ogni apparenza di arcano, solevano le ricette essere dettate in latino. D'ordinario incominciavano dal segno che significa recipe, prendi. Se poi si trattava di un rimedio composto, il cui modo di preparazione era descritto nel codice farmaceutico, allora si faceano precedere i segni P. S. A. o P. L. A. paretur secundum artem o paretur lege artis (preparisi secondo Varte). Oggidì si tolsero le abbreviature e si scrive la forinola in italiano. Sovrattutto trattandosi di prescrivere farmaci che, preparati in un modo od in un altro, possono riuscire più o meno efficaci, il medico deve scrivere in disteso il modo con cui brama vengano preparati. Sul fine della ricetta devesi Benipre aggiungere il modo con cui vuoisi che il rimedio sia preso, e ciò per norma degli assistenti ed infermieri. Ogni ricetta dovrebbe portare in fronte il nome dell'infermo a cui è prescritto il ri-
      medio, e vuol essere sottoscritta dal medico curante. 11 farmacista poi appone la data alla ricetta tostochè viene a lui presentata per essere spedita, non che il prezzo, e la spedisce religiosamente senza permettersi mutazioni o sostituzioni. Qualora per la dose o natura del rimedio possa dubitare che siavi stato abbaglio per parte del curante, esso dirà a chi la reca che ci vuole qualche tempo per poterla spedire, e frattanto procurerà di sapere dal medico se era veramente sua intenzione di prescrivere quel rimedio alla dose sovraccennata. Riconosciuta la realtà della cosa, è suo dovere di spedire la ricetta, ma dovrà conservarla, ancorché pagata, per sua propria giustificazione. È poi dovere del farmacista, a meno che non sia prescritto il contrario dal curante, di segnare sulla cartolina appesa all'ampolla o sulla carta avviluppante il rimedio gl'ingredienti del farmaco prescritto ed il modo di farlo prendere all'infermo, e ciò per evitare confusioni ed abbagli. 1 fautori dell'antico sistema delle scritture latine abbreviate e dei segni di convenzione per le ricette si appoggiano alla considerazione che i rimedii incautamente amministrati possono riuscire dannosissimi, e siccome tutti hanno la mania di fare i medici, quindi scrivendosi i rimedii in disteso ed in lingua volgare, ne può avvenire che persone ignare dei priucipii dell'arte prescrivano per imitazione questi stessi farmaci senza cognizione, con grave danno della salute altrui. Inoltre molti infermi leggeudo le ricette, e veggendo in esse prescritti rimedii contro i quali nutrono false prevenzioni, ricuseranno di prenderli. A questi inconvenienti però si può facilmente rimediare. Infatti, quanto al primo, basta invigilare e severamente punire quel farmacista che spedisce un rimedio eroico senzachè sia stato prescritto per ricetta da un medico da lui conosciuto siccome autorizzato ad esercire la medicina nel regno. Quanto al secondo, vi può riparare il medico servendosi all'uopo di nomi tecnici meno conosciuti volgarmente. L'arte di ricettare non ò tanto facile, e dalla lettura delle ricette di un medico abbiamo una norma per giudicare della profondità della sua dottrina e della sua perizia nel curare le malattie. Imperocché non si possono scrivere ricette esatte e con ordine se non si conoscono appieno i principii della chimica, della materia medica e dell'arte farmaceutica. 1 danni che derivano dall'ignoranza nel ricettare sono spesso incalcolabili, e pur troppo a così fatti errori sono esposti frequentemente i medici giovani.
      RICETTACOLO (hot.). — Addimandasi ricettacolo dei fiori il clinanto, parte dilatata di un peduncolo che porta diversi fiori ; come per esempio nelle si-nantere, nella dorstenia, ecc. Il ricettacolo del fiore è la parte del vegetabile che serve di punto d'attacco agli organi della generazione. Quello dei semi è la parte del pericarpo ove i semi sono attaccati (V. Placenta). Quello dei licheni, delle epatiche, ecc. è il coucettacolo nel quale sono contenuti gli organi riproduttori di questi vegetabili, e piglia nomi particolari secondo le diverse forme che presentano (V. Coucettacolo).
      I ricettacoli o serbatoi dei sughi proprii sono cavità che contengono sughi oleosi, resinosi, ecc.,
     
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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