Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
mRICETTARIO o FORMOLARIO - RICHARD ACHILLE
particolari a certe specie di piante, ed elaborati qua e là nel tessuto cellulare delle scorze, della midolla, delle foglie.
RICETTARIO o FORMOLARIO (farmacol.). — Nome dato ai libri contenenti raccolte di ricette medicinali. L'uso ne è antichissimo, e la loro quantità si è oggidì talmente moltiplicata da riescire essi più dannosi che utili. Infatti, se i formolarii possono essere vantaggiosi negli ospedali ed altri pubblici istituti, nei quali, trovandosi un numero eccessivo di ammalati, conviene cercare l'economia del tempo ed al medico che prescrive ed all'assistente che verga la prescrizione ed al farmacista incaricato di spedirla; lo stesso non si può dire nella clinica urbana, nella quale conviene soprattutto adattare la qualità e la quautità del rimedio al temperamento ed alle circostanze particolari dell'infermo, che variano all'influito. Ciò posto, in questo caso i formolarii o ricettarii non servono che ai medicastri ignoranti, i quali trovano in essi un sollievo alla loro imperizia e dappocaggine. Perciò possiamo giudicar male di quel medico che faccia la medicina copiando servilmente i ricettarii. Per altra parte queste raccolte presentano qualche utilità e possono essere consultate dal giovine sacerdote d'Igea cui la memoria può facilmente tradire, e che trovandosi spinto dall'indicazione presente, non ha tempo a consultare opere voluminose e non sempre reperibili. Il criterio del medico e l'esperienza che può acquistare faranno sì che egli potrà ridurre il merito dei ricettarii al suo vero valore.
RICHARD Luigi Claudio Maria {biogrX — Illustre botanico, figlio di Claudio Richard giardiniere del re ad Auteuil, nato a Versaglia il 4 settembre 1754, morto a Parigi il 7 giugno 1821, aveva appena quattordici anni e stava per entrare in rettorica quando l'arcivescovo di Parigi gli propose di abbracciar la carriera ecclesiastica ; ma Richard aveva già una vocazione decisa, e resistè a tutte le istanze del padre, il quale cedendo alle istanze dell'arcivescovo sperava acquistare un potente protettore. Le cose giunsero a tale, che Richard fu costretto a lasciare la casa patema e ricoverarsi a Parigi, ove si abbandonò alla sua passione per l'istoria naturale. Il suo coraggio fu posto a dura prova quando si trovò con la tenuissima pensione di fr. 12 allogatagli dal padre, il quale faceva assegnamento, non ha dubbio, sulla miseria di lui per ridurlo ai suoi voleri. È il vero che aveva quindici figliuoli, e forse non poteva allogargli di più. Il giovane naturalista non indietreggiò davanti alcuna privazione e studiò rettorica e filosofia al collegio Mazarino. La sua perizia nell'arte del disegno venne tosto in suo ajuto; egli si occupò a copiare piani per architetti. La notte era consecrata a questi lavori, i quali, mercè la sua abilità, erangli pagati assai beue ; e il giorno coltivava i varii rami dell'istoria naturale.
Richard aveva già presentato parecchie memorie all'Accademia delle Scienze, quando nel 1781 essa lo propose al re per una spedizione scientifica nella Guiana francese e nelle Antille. Richard impiegò otto anni a compiere questo viaggio, fecondo in risultati. Egli tornò nel maggio del 1789, e gli avvenimenti memorabili che seguirono allora in Francia
spiegano come in quelle gravi contingenze ei rimanesse senza ricompensa. Però, riorganizzato l'insegnamento, fu chiamato alla cattedra di botanica alla Scuola di medicina. Alcuni anni dopo l'Isti-stituto volle aggregarselo, e non avendo posto vacante nella sezione di botanica, gliene offri uno in quella di zoologia, ove del resto i suoi studii profondi in quest'ultima scienza davangli diritto di sedere.
Fra le pubblicazioni principali di Richard citeremo: Dictionnaire élémentaire de botcmique (Amsterdam 1800), edizione rifusa per intiero del lavoro di Bulliard; Bémonstrations botaniques, ou ana-lyse du fruii considéré en général (Parigi 1808), e parecchie memorie inserite in varie raccolte scientifiche, specialmente un Mémoire sur les hydro-charidées, nei Mémoires de Vlnstitut C1811 ) ; Annota tiones de orchideis europceis, nei Mémoires du Muséum (voi. iv, p. 23), ecc. Gli scritti di questo botanico sono poco numerosi e generalmente poco estesi ; ma egli ha il raro merito di non aver pubblicato che lavori ben ponderati e sopra varii sub-biotti difficili profondamente studiati; il perchò tutto ciò che ha scritto fu adottato senza contrasto. Egli accoppiava in sè tutto ciò che costituisce il grande naturalista: una mano abile nel disegno, un colpo d'occhio giusto ed un giudizio sano.
Vedi: Cuvier, Eloges — Kunth, Notice sur L. C. M. Richard (Parigi 1824).
RICHARD Achille (biogr.). — Botanico, figliuolo del precedente, nato il 27 aprile 1794 a Parigi, morto il 5 agosto 1852, studiò botanica fin da giovinetto, e non appena ultimata la sua educazione, servi per qualche tempo come farmacista militare negli ultimi anni dell'Impero, ma rientrò nella vita civile nel 1815. Beniamino Delessert lo nominò conservatore del suo ricco museo botanico, ufficio che esercitò per molti anni, e rassegnò al suo ingresso nella Facoltà di medicina in favore di Guillemin (1831). Richard non ha lasciato nella scienza una traccia così profonda come il padre, e gli è soprattutto come botanico descrittore ch'egli si è fatto un nome. Compose molte monografie sul genere hydrocotyle della famiglia delle ombrellifere (1*20), sulle Orchidées de Vile de France et de Bourbon (Parigi 1828); su quelle del Messico (Brussella 1844). Un grande lavoro sulle Elceagnées (1823) e sulle Rubiacées (1829) lo ha reso illustre fra i botanici. Ei fu collaboratore di Lasser per la parte botanica del Voyage de VAstrolabe (Parigi 1832-34) e compose inoltre un Essai d'une Flore de la Nou-velle Zélande (1832) e una descrizione di molte Plantes nouvelles de VAbyssinie (1840). Come autore d'opere classiche Achille Richard è, con De Candolle, quello di tutti i botanici francesi che si è maggiormente adoperato a volgarizzar la scienza. , 1 suoi Eléments de botanique et de physiologie vé~ ! gétale (Parigi 1819, 7» ediz. 1846), tradotti in molte I lingue, sono sempre la miglior guida che si possa porre in mano ai giovani. Questi elogi voglionsi , anche estendere ai suoi Eléments dhistoire natu-relle médicale (ivi 1831), e al suo Précis de botanique et de physiologie végétale (ivi 1852); la correzione, la chiarezza e la sobrietà sono le doti pre-; cipue del suo stile. Abbiamo inoltre di lui : Ristoire
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