Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
BtCHBLlEU (ARMANDO GIO. DtJ PLESSlS CARDINALE, DUCA Dì)
mservigi, nè posi altra differenza tra i Francesi se non per la fedeltà».
Vinti questi , restava a trionfare della Corte e abbattere principi e grandi, i quali ne' loro governi affettavano l'indipendenza e rimescolavano la reggia; e far pesare anche sulle teste più sublimi la giustizia. All'uopo convocò (.1627) i notabili, espose loro il misero statò delle finanze, e per ripararvi propose di abolire le grandi cariche, riscattare i grandi dominii reali, venduti a basso prezzo, decimare le pensioni, demolire le fortezze interne. Tutto gli fu assentito, per quanto ne strillassero i Dobili ; ma egli pareva condiscendere ai voti popolari, aderendo ai quali non potè mitigare le pene miuacciate contro i rei di Stato.
Di quest'ultimo fatto si giovò terribilmente. Era invalso l'uso dei duelli, di modo che non passava giorno senza sangue: v'erano leggi severe, ma elu-devansi colle grazie, e fin 8000 se n'erano concesse inventi anni a gentiluomini omicidi. Richelieu volle che le pene fossero applicate , e allora portarono la testa sul patibolo il conte di Chapelles, il duca di Bouteville, ed altri, e più compianti e famosi il Cinq Mare e il De Thou (V.).
Con altrettanto rigore punì la moneta falsa e i tentativi di sollevazione , e mandò al patibolo il conte di Chalais e fin il duca di Montmorency, maresciallo e discendente da sei contestabili e quattro marescialli.
Così fa per mano del carnefice e del carceriere svolgere le fascie in cui la monarchia era stata avvolta dai precedenti re per condiscendenza alla religione, alla feudalità, allo spirito provinciale.
Questa severità il faceva temuto e minacciato: onde il re gli diede una guardia del corpo e il titolo di primo ministro (1629). Allora più francamente si disfece delle meschine ambizioni che non avevano cessato le cabale per abbatterlo, e che, massime nelle frequenti malattie del re , davano opera a minarlo: ma egli prevaleva appena al re parlasse, e poiché Maria de' Medici lo accusava di ingratitudine, e domandava fosse cacciato come uno staffiere, egli persuase il re a imprigionarla, poi favorì la fuga di essa, che postasi a Brusselle, si trovò esclusa dalla Francia (1631) ove non doveva più tornare.
Tolti gl'impacci che venivano dalle guerre esterne, dalle dissensioni domestiche, dalle passioni della regina, dallo spirito riottoso della nobiltà, Richelieu avvia una buona amministrazione; adopera ogni mezzo per prosperare il regno; recupera i grandi feudi, ristora il commercio e la marina, allestisce ventitre navi di guerra, impedisce le dilapidazioni e risparmia le spese inutili, pur largheggiando in guerra e diplomazia; dentro stabilisce l'ordine; non si portino armi ; non si stampino almanacchi di predizioni paurose; si censurino i libri; moltiplica regolamenti per la nettezza, pei commestibili. per le taverne. Per lui si generalizzarono le poste; si apersero canali, si posero consolati do-vuuque importasse: fe' che il plebeo potesse arrivar fiuoal grado di capitano; sistemò l'amministrazione delle sussistenze militari e gli ospedali stabili e quei di campagna. Più volte persuase il clero a contribuire alle pubbliche gravezze: inventò la tassa Nuova Encicl. Ital. - ~ Voi.
di trenta soldi ogni libbra di tabacco che provenisse dalle isole francesi ; favori gli stabilimenti marittimi alla Guadalupa, alla Tortola, alla Martinica, al Canadà; incoraggiò l'istituzione di compagnie; rianimò il credito pubblico con una severa contabilità; introdusse una celerità fino allora sconosciuta. < Quando V. M. (scrive egli stesso nella Succinta narrazione delle grandi azioni del re) mi diede la sua confidenza, gli Ugonotti dividevano il regno con essa, i grandi conportavansi come non fossero sudditi, e i governatori come fosser sovrani ne' loro posti. Ciascuno misurava il suo merito dalla sua audacia; i più intraprendenti erano giudicati i più savii, e spesso trovavansi i più fortunati. Le alleanze straniere erano neglette, gl'interessi particolari preferiti ai pubblici ; la dignità della M. V. talmente depressa, ch'era impossibile riconoscerla ». Poi seguitando, rivela la differenza di condizione nella guerra del 1635-1640. < I posteri faticheranno a credere che in quella guerra il regno abbia'potuto mantenere sette eserciti di terra e due di mare, senza contare quelli degli alleati, alla cui sussistenza non poco contribuì. Oltre un esercito di 20,000 pedoni e 6000 cavalli, che voi aveste sempre in Picardia, per attaccar i nemici, n'aveste un altro nella provincia stessa di 10,000 pedoni e 4000 cavalli per impedir l'entrata da quella frontiera: ne aveste uno in Sciampagna di egual numero ed uno iu Borgogna, uno non minore in Germania, uno del pari considerevole in Italia, e per qualche tempo uno in Valtellina. 1 vostri predecessori avevano negletto il mare, sì che vostro padre neppur una nave possedeva; e V. M. per tutta la guerra ebbe venti galere e venti vascelli rotondi nel Mediterraneo, e più di sessanta nell'Oceano, bene arredati. Tutti gli anni sovveniste all'Olanda 1,200,000 lire, e talvolta più; e al duca di Savoja più d'un milione, altrettanto alla Svezia ; 200,000 risdalleri al landgravio d'Assia, altro ad altri. In conseguenza la spesa nei cinque anni fu più di 60 milioni, senza toccare le entrate de' particolari, nè l'alienazione d'alcun fondo del clero, nè altri mezzi straordinarii, a cui i vostri predecessori dovettero ricorrere in guerre ben minori ».
Richelieu aspirava dunque alla grandezza della Francia mediante l'economia e l'ordine. Obbligò i nobili a distruggere le fortezze loro ; abolì i poteri locali, nè più v'ebbe stati generali e neppur assemblee di notabili dopo il 1626 ; le assemblee provinciali restarono mozze, salvo che nella Borgogna e nella Linguadoca. Sotto la direzione del primo ministro, un consiglio era collocato col cancelliere, l'intendente delle finanze e quattro secretarii di Stato; poi veniva il consiglio del re e di Stato, costituito nel 1630. Nelle provincie gì' intendenti riunivano tutti i poteri civili. Già il poter regio mostrava8i assodato, vinta ogni resistenza; guerra, marina, letteratura ne erano stromeuti ; e restava spianata la via alla monarchia assoluta di Luigi XIV.
Va contato fra i benefattori della Francia? Si, per coloro che la felicità nou vedono che nella grandezza, nella forza, nell'accentramento d'un paese. Ma col sostituire alla prode nobiltà della provincia la viziosa della Corte ; coli' imporre la ubbidienza come unico dovere, col togliere al re ogni ostacolo, XIX. 19
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