Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RICHELIEU (ALFONSO LUIGI DU PLESS1S DE)
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      di morte gli scriveva: « Sire, le vostre armi sono
      10 Perpignano, e i vostri nemici morti ». Si fece portar il viatico dal parroco di Sant'Eustazio, e da questo esortato a perdonare ai nemici, « Non n'ebbi altri che quei dello Stato », rispose: e mostrando l'ostia, soggiunse: < Ecco il mio giudice ». Moriva
      11 4 dicembre 1642 di cinquantott'anni.
      Nel Testamento politico scriveva: «Io ho promesso al re di adoperar tutta la mia abilità e l'autorità cbe a lui piacque attribuirmi per iscassinare la parte ugonotta, mozzar l'orgoglio dei grandi, ridurre tutti i sudditi al dovere, rialzare fra gli stranieri il come di lui al punto che gli conviene ». Ciò mostra come avesse chiara intelligenza di quel che operò; e l'operò fra ostacoli indicibili, che lo costrinsero a misure violente, dove parve vendetta personale quel ch'era stretta, o se volete eccessiva legalità, e necessità di reprimere i nobili tumultuanti e gli Ugonotti contumaci. Laonde la sua memoria non è di popolare benevolenza; non ispirò amore come Enrico IV, non ri verenzacome Luigi XIV: fu temuto : alla sua morte il popolo esultò come liberato da un tiranno, eppure egli aveva fatto tutto a favor del popolo, e per eguagliarlo ai grandi : eguagliarlo però nella sommessione. Le vittime del suo rigore, cadute tutte giustamente, a detta fino di Saint Simon, destarono una compassione che tra* ducevasi in odio coutro di lui, e si esagerò il numero e la barbarie dei supplizi ; si credette a tanti aneddoti inventati dagl'implacabili nemici. Montesquieu disse che i più cattivi cittadini di Francia furono Louvois e Richelieu: alcuni moderni attribuirono a lui l'aver ridotto impossibile la libertà, fiaccato i caratteri, preparato il paese a qualunque avvilimento. Altri l'esaltano come autore dell'unità di territorio e di governo in Francia, e davvero lo scopo suo unico fu il trionfo della monarchia assoluta; e potò dire: « Questo Stato è monarchico; tutto vi dipende dalla volontà del principe, che stabilisce i giudici come gli pare, e ordina i tributi secondo le necessità dello Stato ». Infatti avea distrutto i poteri locali, stabilita la centralizzazione, umiliato l'Impero e la Spagua ; aggiunte alla Francia l'ArtoÌ8, il Rossiglione, l'Alsazia; ottenuto con Pi-nerolo le chiavi d'Italia; assicurata la sovranità della Lorena, avvezzato l'esercito alle vittorie sotto Condé e Tureone, preparato un gran ministro in Mazarino ; fatto della mouarchia la personificazione della salute pubblica e dell'interesse nazionale. Primo uomo del tempo, se si misurino gli atti non dalla moralità, ma dallo scopo; vero modello d'un ministro , se a ciò si domanda giudizio squisito, spirito accorto, capacità di ideare grandi cose e perseveranza imperturbabile ad eseguirle, senza intenerimenti di cuore, nè virtù, nè riguardi a morale o ad opinione.
      Vedansi : Richelieu, Mém. et ouvrages politiques; le Memorie di Richelieu vanno dal 1611 al 1638. Invano la loro autenticità fu impegnata da alcuni, come Voltaire aveva negato quella del Testamento politico. Vedansi inoltre le Storie di quel tempo, le Memorie di tutti i suoi contemporanei e i giornali, nominatamente la Gazette de France e il Mercuri fr angui s — Vittorio Sire, Memorie recondite — Aubert, Mém. pour servir à l'hist. du card, deRichelieu — Violart, Hist. du min. de Rirhrlieu (1649) — Jay, Hist. du min. de R rlu-Um — li.«zio, Hist. de France sous Louis XIII et MazarinCapefigue , Richelieu et Mazarin — Ch. de Ré-musat, Richelieu et sa correspondance — J. Caillet-, Ladministration en France sous Richelieu (Parigi 1861) — Della sua amministrazione giudicarono severamente molti moderni, quali i due anzidetti, e A. Thierry, Hist. du tiers état — Carré, Des fon-dateurs de l unité frangaise — Ed. Quinet, Philo-Sophie de Vhist. de FranceAlb. de Broglio, Conclusions de Vhist. de France — Tocqueville, L'ancien régime et la révolution — L. Blauc, Histoire de la révolution.
      RICHELIEU (Alfonso Luigi DU PLESSIS de) (biogr). — Fratello maggiore del precedente, conosciuto sotto il nome di cardinale di Lione, fu nominato vescovo di Lu$on alla morte di Giacomo Du Plessis suo zio , ma preferendo l'austerità del chiostro alle dignità della Chiesa, egli rassegnò quel benefìzio a suo fratello, ed entrò ne' Certosini, coi quali rimase ventun anno. Trattone a suo malgrado , fu nominato arcivescovo di Aix, passò uel 1628 alla sede di Lione , ricevette un anno dopo il cappello di cardinale, divenne gran limosiniere di Fraucia , poi commendatore dell'Ordine dello Spirito Santo. Spedito a Roma nel 1635 per terminarvi le dispute che erano nate tra la Francia e la Santa Sede, adempì quella missione con molto zelo ed abilità. Ritornato nella sua diocesi mentre una malattia pestilenziale vi faceva grande strage, diede prova della più ardente carità, consacrandosi egli stesso al servizio degli infermi. La sua Vita, scritta iu latino dall'abate De Pure, fu pubblicata nel 1653, in-12°.
      RICHELIEU (Luigi Francesco Armando DU PLESSIS de) {biogr.). — Nato a Parigi il 13 marzo 1696, mortovi l'8 agosto 1788. Queste due date mostrano com'egli possa considerarsi una delle personificazioni del secolo passato, e certo delle più pronunziate, avendone i pregiudizi e le audacie, le debolezze e la graudezza, i difetti e i meriti, frivolo, amante dell'intrigo, passionato, galante senza riguardi, immorale senza rimorso, incredulo eppure superstizioso, elegantemente ignorante, d'un umor gajo imperturbabile , d' un coraggio beffardo. La lunga sua vita, non distinta da grandi pensieri o grandi atti, giovata d'alcuni felici incontri, trasse un certo bagliore dagli atti di cui egli fu testimonio e parte; al che s'aggiunga il caso, dominatore anche della reputazione, e che attaccò una specie di lepida rinomanza al costui nome: tanto che rendesi importante lo studiar quest'ultimo sopravvivente del secolo.
      Bambino lottò colla morte, ma questa prima ma-lattiafu anche l'unica. Battezzato solennissimamente e levato al fonte dal re, dalla duchessa di Borgogna, dalla Mainteuon, trascurato nell'educazione, riuscì testardo, riottoso. Alla Corte fe' fortuna, sapendo ballare, cavalcare, celiare, raccontare, sfidare, amoreggiare. Per un rimedio a quest'ultimo vezzo gli fu data moglie Anna Caterina di Noailles (1711): ma non che quietarsi, egli s'avventò a' piaceri colla smania della cosa proibita; giocò e perdette iu di grosso, disgustava il padre, burlavasi delle lacrimet^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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