Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

Pagina (293/415)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      SP2 rUCfitiLlEtì (LtJIGI FRANCESCO ARMANDO DtJ PLESSlS DÉ>
      cbe faceva versare alla moglie, e d'ogni stravizzo parevano scusarlo 1* età, il grado, la leggerezza. Avendo elevato i suoi tentativi e le speranze fino alla giovane duchessa di Borgogna, fu inandato alla Bastiglia. Datogli colà compagno l'abate di Saint-Remy, se non ne approfittò moralmente, finì l'educazione letteraria: poi gli si accordò che una volta la settimana andasse a visitarlo sua moglie, misurando i rigori della cattività alla soddisfazione ch'essa ne ritraeva: che n'avvenne? se prima la sprezzava, allora e' la prese in odio come cosa forzata.
      Stato quattordici mesi alla Bastiglia senza convertirsi alla vita maritale, ne fu tolto e mandato in Fiandra come moschettiere sotto il maresciallo Villars, dove mostrossi coraggioso e prode. Morto Luigi XIV, egli si bilanciò tra i partiti che agitarono il paese, meno per imprudenza che per irriflessione; e colle sue malizie s'inimicava tutti , e massime colle galanterie mutevoli, nelle quali non risparmiava le figlie e le amanti del reggente, rendendole ludibrio della Corte sia colle avventure che palesava, sia col mescolarle a rivali da trivio. Ne seguirono anche duelli, in un de' quali il conte di Gacé lo passò da parte a parte, senza però ledere i visceri (1716). Messo perciò di nuovo alla Bastiglia, la cosa fu accomodata. Ne crebbe la passione delle donne per esso, e la Corte e la città furono pieni di aneddoti scandalosi sulle primarie dame come sulle famose ballerine; nulla potendo pareggiare la passione delle donne per esso, neppure l'indiscrezione delle sue Memorie; e vantandosi esse non più d'esserne vittoriose, ma d'esserne vinte, dacché era di moda il non resistergli.
      Non contento di attraversare gli amori del reggente, volle contrariarne anche la politica, ed entrò nella congiura del Gellamare (V.), e offrì alla Spagna la sua spada e il suo reggimento, ma ben presto dovè subire l'umiliazione del perdono del reggente, che diceva aver tauto in mano da far tagliare al Richelieu quattro teste, se n'avesse avuto una. Messo alla Bastiglia ancora, v'ebbe consolatrici le signorine di Charolais e di Valois , che dimenticavano fin la rivalità per accordarsi nel lenirne la cattività, e talvolta passeggiava tutto bello e azzimato sulla ròcca, mentre molte siguore stavano abbasso ammirandolo. Alfine fu liberato quaudo la Valois, figlia del reggente, consentì a sposare il duca di Mocfona. La sua importanza era cresciuta non poco dall' aver meritata una prigione di Stato , ed esserne stato liberato dall'amore. L'Accademia Francese volle ascriversi il discendente di quel che l'aveva fondata, che vi recitò un discorso fatto da altri, in risposta al quale, in mancanza d'altri meriti, egli fu lodato di non aver trescato nei giuochi di borsa. Poi di venticinque anni entrò al Parlamento; continuando pur sempre le tresche, i duelli, le intrecciate avventure, il malumore colla Corte unito alla smania d'averne le grazie, sinché fu mandato ambasciatore a Vienna (1725).
      Da quel punto all'amore unì l'ambizione, e la galanteria fu men tosto il fine che un mezzo. Ricevuto non senza repugnanza a Vienna, vi sfoggiò un lusso mai più veduto ; prevalse agli ambasciatori di Spagna, e ot**unela neutralità che s'invo-
      cava; e malgrado che si trovasse involto in una scena d'incantesimo col famoso Zinzendorff, la quale costò la vita a un altro attore, tornò pien di credito c quasi di gloria, e ottenne il cordone blò (1728) prima dell'età.
      S'era talmente dissestato per le spese, che non potea neppure ricusare qualche rotolo di zecchini mandatogli dalle amanti, e chiedea prestiti fin da Voltaire ; ma invece di cercar favore presso Luigi XV col procacciargli amanti, esso prendeasi gusto di stornargliene.
      Si volse allora alla guerra come colonnello del suo reggimento (1733). Ebbe altri duelli, che crebbero la sua fama di terribile alle donne come agli nomini; ma in un incontro toccò gravissima ferita, che compromise una salute di cui abusava in tutti i modi. Fu allora che Voltaire offrì di passargli in vitalizio lire 40,000, mostrando come potesse viver poco: e quiudi due moribondi camparono l'uno ottantaquattro , l'altro novantadue anni. Vedovato, sposò Sofia di Lorena, figlia del principe di Guisa, degna donna, e che lo amava passiouatamente, nè delle infedeltà vendicavasi che con qualche arguzia; finché morì del 1740. 1 Guisa erano stati scontenti di questa parentela, giudicata non abbastanza alta; ma quando il suocero morì, Richelieu ebbe 00,000 lire di rendita, con cui sanò le troppe sue piaghe.
      Poco a poco guadagnò la benevolenza del re, ed ebbe gran mano nell' avvicendarsi delle costui umanti, sapendo vincere gli scrupoli dell'onestà o dell'onore, e legato d'intrighi con tutte le belle del tompo, annodava e scioglieva matrimoni e amori. Insieme cercava avanzamenti, e meritarli. Nel governo della Linguadoca si fece amare, e giovò al re tanto, che questo conferì al figlio di lui, di soli nove anni il titolo di colonnello di Settimania, e a lui quel di primo gentiluomo di camera: fu poi luogotenente generale e spinse il re a mettersi di persona in campagna. E poiché esso re vi fu preso dal vajuolo, e tratto a fil di morte, Richelieu l'assistette continuamente, procurò allontanar i preti che avrebbero fatto allontanare le amanti, e queste ricondusse appena il re fu ristabilito.
      Ebbe gran parte alla vittoria di Fontenoy (1745), sebbene non quanta nelle Memorie si arroga a scapito del maresciallo di Sassonia; si segnalò pure a quella di Raucrouz (1746), ed era destinato a capitanare uno sbarco in Inghilterra, quando la politica mutò. 1 Genovesi lo invocarono a sostenerli dopo che si furono sottratti agli Austriaci, e vi fu iscritto nel libro d'oro, v'ebbe una statua, e per istanza di Genova il bastone di maresciallo di Francia (1748). Reduce a Parigi, carezzato dalla Pompadour. in un casino di Gennevilliers fabbricatogli dal Servandoni, godea di villeggiature e di caccie fra scelta società, cui neppure il re mancava ; ma avendo nella caccia ucciso un uomo, abbandonò quel piacere e la villa.
      Inflessibile avversario del Parlamento, che da corpo giuridico voleva trasformarsi io politico, colla ragione e colla forza sostenne il re, e l'animò a colpi di Stato. Glie ne seguì un flagello di satire, d'epigrammi, di caricature, a cui le sue galanterie prestavano troppo campo; e jl «no governo iat^ooQle


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

Pagina (293/415)






UCfitiLlEtì LtJIGI FRANCESCO ARMANDO DtJ PLESSlS DÉ Borgogna Bastiglia Saint-Remy Bastiglia Fiandra Villars Luigi XIV Corte Gacé Bastiglia Corte Memorie Gellamare Spagna Richelieu Bastiglia Charolais Valois Valois Mocfona Stato Accademia Francese Parlamento Corte Vienna Vienna Spagna Zinzendorff Voltaire Luigi XV Voltaire Sofia Lorena Guisa Guisa Richelieu Linguadoca Settimania Richelieu Fontenoy Memorie Sassonia Raucrouz Inghilterra Genovesi Austriaci Genova Francia Parigi Pompadour Gennevilliers Servandoni Parlamento Stato Qle