Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RIDICOLOmessa nel pensare, sentire e parlare, nei costami» nei gesti, nelle movenze ed azioni, ecc. L'analogia non è altro che la ripetizione di un fenomeno simile in casi simili, essendo legge di natura ohe cause simili producano effetti somiglianti; per il quale principio noi siamo soliti di attendere effetti simili da cause simili. Qualunque deviazione da essa legge riesce subitamente ridicola. Non ci apparirà strano per nulla se vediamo cadere un debole fanciullo; ridicolo se ciò interviene ad uomo adulto e forte. La ripugnanza può essere di diversa specie, o cosi evidente che cada subito sotto gli occhi, come, per esempio, quando il timido Sancio Pancia vuol farla da eroe ; ovvero in certo qual modo coperto, come nella domanda in qual maniera lo sciampagna che esce con tanto impeto gorgogliando dal fiasco, vi possa essere entrato. Richiedendosi lunga e faticosa riflessione , cessa tosto il ridicolo per ragioni che diremo altrove. Essa inoltre può essere reale, se è contraria al vero senso; apparente o paradossale se urta l'opinione comune. Dal che chiaramente sj vede come l'uno possa trovare una cosa ridicola, e l'altro no; poiché il primo riconosce l'incoerenza ove non è, il secondo viceversa ; quindi ciò che oggettivamente è ridicolo, non è sempre tale anche per parte del soggetto percipiente. Talvolta una cosa può essere incoerente sotto un aspetto e non sotto un altro; come può stare l'assurdità medesima nella contraddizione dei principii o delle premesse, e delle conseguenze. « Perchè hai tu messa la calza a rovescio? » domandò un amico al favoleggiatore Lafontaine. c Perchè, egli rispose , ha un buco dall'altra parte ». Oppure essa può essere nella ripugnanza o contraddizione di quantità o proporzioni sconvenienti accolte in un solo oggetto, o nella sproporzione delle parti fra loro o in confronto col tutto. Per esempio, Sancio Pancia racconta di essere salito a tale altezza sur un magico cavallo di legno, che vedeva pascolare le capre di color ceruleo, e la terra sembravagli un grano di pepe, e gli uomini sovr'essa non maggiori di noccioli. Ovvero nella ripugnanza della quantità e qualità ; per esempio, un gigante colossale che possa gittarsi a terra col dito; o nella connessione di cose eterogenee, per esempio, se una dama vesta un abito giallo con una manica nera ed una bianca; nell' uso o destinazione contraria delle cose , per esempio, una scimia che porti la parrucca del suo padrone; nel giudizio contraddittorio delle cose, per esempio, don Chisciotte, che creda i mulini a vento altrettanti giganti; nel contrasto delle azioni coi carattere, per esempio, se uno che cammini con gravità inciampi ad un tratto e dia del naso in terra; nel nesso di pensieri disparati, per esempio, se leggansi di seguito le righe di due colonne stam-nate sovra una pagina; nell'esprimere le idee con vocaboli improprii, o nel combinare parole o frasi eterogenee e d'indole diverse; e soprattutto nella evidente sconvenienza tra i mezzi e lo scopo. Egli è però impossibile accennare tutte le fasi del ridicolo, essendone in generale fonti inesauribili l'occasione, l'umore e l'argutezza della mente.
      Non ogni anomalia o deviazione da una comune analogia è necessariamente ridicola, dovendo essa provenire da enti partecipi di ragione o tali cheabbiano sembianza di essere ragionevoli. Un àbete curvo, un temporale nell' inverno ed altr* simili cose deviano bene dall'analogia della natura ; ma chi mai le troverà ridicole ?,E siccome non può essere ridicola che l'incoerenza o assurdità imputabile , ne conseguita che il ridioolo è circoscritto soltanto all'uomo, e che gli esseri privi di ragione non possono apparire degni di riso se non viene loro dall' immaginazione dostra applicato il carattere della personalità, come per esempio, la scimia, il cane, ecc. Ma qui si potrebbe obbiettare che 8uolsi ridere eziandio di quelle deviazioni dalle cor muni analogie, che sono indipendenti dal libero arbitrio dell'uomo; come, per esempio, alla vista di certi difetti naturali. Al ohe si risponde, non esservi in questo che un riso per cosi dire fittizio, tutta opera dell' immaginazione, mentre i difetti naturali non possono divenire veramente ridicoli che manifestandosi in occasioni dipendenti dalla libera scelta del deriso, ed ove non si palesi per il momento alcun pericolo; per esempio, se un balbuziente abbia in animo di profferire un solenne discorso, oppure di sfogare la sua ira con un torrente di parole. Inoltre il deviamento deve succedere in cose di poco rilievo, ossia l'oggetto ridicolo non deve svegliare sensazioni troppo spiacevoli ; non potendo altrimente aver luogo la letizia ed ilarità dell'animo. Per esempio, si ride vedendo il distratto di Regnauld portare la spada appesa al fianco destro, con un cappello in capo ed un altro sotto il braccio ; ma quell'aspetto cessa tosto di essere rir dicolo, se veniamo a sapere che il supposto distratto è privo del lume della ragione ; non potendo nè la imbecillità nè la demenza riuscir mai ridicola. La caduta di una persona grave sarà soltanto ridicola se si rialza di nuovo; ma se resta in sul terreno, ci viene subito il pensiero che ne abbia riportata qualche lesione, ed in cambio di ridere andiamo in suo ajuto. Per la qual cosa il ridicolo non proviene dall'incoerenza o ripugnanza che risulta dagli errori grossolani dell'intelligenza, o dalle debolezze e dai traviamenti morali, nè da quella che può avere conseguenze gravi, e produrre serie riflessioni. La ripugnanza deve succedere in cose che non rilevano gran fatto, e mostrarsi di troppo leggiera pel disprezzo, troppo buona per l'odio, e troppo futile e vana per una sensata meditazione. Quindi s'intende da sé come differisca il giudizio degli uomini*, sul ridicolo; imperocché i sentimenti simpatici si modificano in riguardo all'oggetto ed alla forza loro; e mentre l'uno può piangere di commozione, l'altre» fa lo stesso per lo sforzo soverchio del ridere. Ma anche una ripugnanza in cose di poco rilievo non apparirà tanto o quanto ridicola, se non sia evidente; cioè se non giungiamo a coglierla immedia^ tamente, e non la percepiamo in modo nuovo. Pertanto l'inaspettato è condizione essenziale al ridicolo, e i più ridicoli aneddoti raccontati prolissamente o troppo spesso ripetuti cessano per ciò stesso di essere tali. Di qui nasce che il ridicolo in bocca di un umorista riceve un grado maggiore di forza, in quanto che dall'apparente sua serietà ci aspettiamo tutt'altro che il ridicolo. Questa è pure la ragione onde il subitaneo esito in non nulla d'una forte e grande aspettativa ci muove al riso.
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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