Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RIDUZIONE mmero di lati, onde ne segue che non abbia che la sola difesa di fronte. I ridotti servono a proteggere e difendere un corpo di guardia, le linee di circonvallazione ed i rivolti delle trincee ; in campagna, per fortificare la fronte ed i fianchi di un campo, per arrestare le scorrerie, per difendere ed assicurare un ponte, un passaggio, od altro posto importante.
Ridotto, semplicemente detto, è infine quell'operetta di più lati, che si costruisce nel fosso, nelle piazze forti rientranti della strada coperta e sullo spalto, ed anche al di là del medesimo. 11 ridotto fu chiamato dagli antichi militari : rifugio, rialto, fastello, piazza d'armi, ecc.
Ridotto è anche una specie di cittadella: Vauban dice che niente è preferibile ad una buona cittadella, malgrado costi di più ; con essa si può contenere in rispetto la popolazione d'una città, più che qualunque altra opera.
RIDUZIONE (poligr.). — Vocabolo che ba molti significati. In chirurgia indica l'opernzione che ha per iscopo di rimettere a posto un osso lussato o fratturato, o le parti molli che hanno prodotto un'ernia. — In matematica riduzione significa trasformazione. — In logica riduzione all'assurdo vale dimostrare che se una cosa non fosse quale si intende provare che sia, ne deriverebbero conseguenze assurde, impossibili. — Nelle arti del disegno per riduzione s'intende la copia di un oggetto, dandogli la stessa forma ma dimensioni minori. — Nella musica si parla sovente di riduzione degli intervalli. Si può considerare il rapporto d'un intervallo come una frazione, la quale indica in quante parte eguali debba essere divisa la corda del suono più basso dell'intervallo, e quante parti ci vogliono onde produrre il suono più alto del medesimo. Se dunque il rapporto di quest'ultimo è espresso con numeri maggiori, per esempio il rapporto della
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quarta 4:3, ovvero - coi numeri gó> gQ> nonsolo il calcolo ne diventa prolisso, ma si .rende anche più difficile l'intenderne il valore. Quindi usasi di presentare i rapporti degl'intervalli coi minori numeri possibili e di ridurli ai loro numeri radicali, lo che si fa dietro le solite regole aritmetiche. — In chimica ed in metallurgia la riduzione è quell'operazione mediante la quale si rende libero il corpo che fa da radicale in una combinazione. Dicesi in ispecie dei composti metallici, allorché si riduce a libertà il metallo ; ma può intendersi eziandio dei metalloidi, come sarebbe del carbonio, quando, per esempio, questo é ridotto libero dal carbonato di calce, mercè l'azione disossidante del potassio o del sodio.
Una volta confondevasi riduzione con disossidazione, dacché si usava di operare sugli ossidi metallici, per estrarne il radicale metallico: al presente, tale confusione non potrebbesi fare, dacché molte volte si opera a ridurre sui cloruri, sui fluoruri, sui joduri, sui solfuri, ecc.
La riduzione degli ossidi si effettua in più modi. Si può agire: 1° con riscaldare gli ossidi, come, per esempio, quelli d'oro e di mercurio, ad una temperatura più o meno elevata; 2° con fare intervenire, oltre il calore, certe sostanze avide diossigeno, come il carbone e l'idrogeno, Od un metallo ossidabilissimo, come il potassio, il sodio, ecc., le quali sostanze prendono il nome di riduttivi; 3° col ricorrere all'azione della corrente voltaica ; 4° colla luce solare che esercita azione riduttiva sugli ossidi e cloruri dei metalli dell'ultima sezione di Thénard.
La riduzione operata coll'intervento del carbone o dei composti combustibili è quasi sempre accompagnata dalla fusione delle sostanze metalliche e delle materie straniere che le imbrattano ; qualche volta però il metallo non si fonde, ed allora non si giunge ad averlo allo stato di perfetta purezza, se non quando Siasi impiegato un ossido ugualmente puro. Può operarsi in due modi diversi, cioè mescolando intimamente il combustibile all'ossido cbe si vuole ridurre ; ovvero dirigendone l'azione dalla superficie al centro della massa ossidata, cioè operando per cementazione. Usando del primo metodo è necessario d'impiegare un eccesso di oarbone, senza che la riduzione non sarebbe compiuta ; ma un tale eccesso è spesse volte nocivo, principalmente perchè il carbone, che rimane interposto tra le molecole del metallo ridotto, si oppone al loro mutuo contatto e quindi alla loro riunione in bottone metallico. Il secondo metodo non soggiace a simile inconveniente, ed è da preferirsi ogniqualvolta sia praticabile. Quando un ossido metallico, in polvere od in pezzi, è rinchiuso in un crogiuolo intonacato di carbone, ed esposto ad una temperatura' bastevolmente elevata, la riduzione si opera incominciando dalla superficie della massa, e propagandosi gradatamente fino al centro, come succede nella cementazione del ferro per trasmutarlo in acciajo. Il tempo cbe si richiede alla compiuta riduzione per mezzo della cementazione è necessariamente variabile in ragione della natura dell'ossido, della sua massa e dell'intensità del calore, e sarà tanto più lungo quanto sarà più considerevole la quantità della materia ossidata, e la proporzione dell'ossigeno contenuto nell'ossido, e quanto meno sarà elevata la temperatura. In tempi uguali e per l'influenza di temperature identiche, la cementazione penetra a profondità diversissime nelle masse uguali degli ossidi di natura diversa.
La riduzione per cementazione si opera più prontamente quando è accompagnata dalla fusione del metallo, poiché questo, di mano in mano che entra in fusione, si riunisce in grossi grani che a motivo del loro peso precipitano in fondo del crogiuolo; cosi una porzione dell'ossido rimanente trovasi sempre in contatto immediato col carbone.
La riduzione per cementazione è più difficile ad operarsi quando il metallo non passa allo stato di fusione, o quando le materie straniere che possono trovarsi mescolate coll'ossido metallico, formano colla loro unione una combinazione infusibile ; in questo secondo caso il metallo ridotto rimane in granelli od in minutissime particelle disseminate nelle scorie.
Un ossido che non sia stato riscaldato per un tempo bastevole a ridurlo per cementazione, si converte in una massa involta d'uno strato metallico granuloso ed appannato ; questo strato è più o meno grosso, ed involge l'ossido riportato al minimo dir
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Vauban Thénard Siasi
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