Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RIEDEL FEDERICO GIUSTO - RIEGO (DEL) RAFFAELLO
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un'altra parte si ossida nella preparazione alla quale vengono sottoposti i minerali; e cosi un gran numero di operazioni metallurgiche fusorie ha per oggetto di ridurre, ossia di spogliare Vossido del suo ossigeno col mezzo del carbone, e qualche volta di altri agenti o riduttivi, onde ottenere il metallo allo stato di purezza, il che costituisce ciò che dicesi una fusione deossidante; tale è, per esempio, la revivificaeione del litargirio e la fusione dei minerali di stagno.
RIEDEL Federico Giusto (biogr.). — Letterato tedesco, nato a Wisselbach il 10 luglio 1742, morto a Vienna il 3 marzo 1786, dopo aver fatto un corso di belle lettere a Jena, insegnò filosofia ad Erfurtb. Chiamato nel 1772 a Vienna come professore all'Accademia di belle arti, fu poco appresso destituito, per le relazioni menzognere fatte sul suo conto al confessore dell'imperatrice. Dopo aver passati parecchi anni in una profonda miseria, ebbe una pensione di 400 fiorini, e divenne più tardi lettore del principe di Kaunitz. Negli ultimi anni della sua vita fu colto da follia per le privazioni patite e l'abuso dei liquori. Abbiamo di lui: Theorie der schdnen Eiinste und Wissenschaften (Jena 1767); Philosophische Bibliothek (Halla 1768-69); Briefe an das Publikum (Jena 1768) ; Der Ein-siedler (Vienna 1774); Satyren (ivi 1783-1786). Le Werke di Riedel vennero in luce in due parti (ivi 1786-87, in R voi.).
RIEDINGER Giovanni Elia (biogr.). — Pittore ed incisore tedesco, nato in Ulma il 16 febbrajo 1698, morto in Augusta il 10 aprile 1767, era destinato da' suoi genitori allo studio delle belle lettere, ma vennegli fatto seguire il suo gusto per le arti belle. Ei frequentò lo studio di Resch in patria, e ad Augusta quello di Falk, che sviluppò il suo ingegno naturale per la rappresentazione degli animali. Appresso passò tre anni a Ratisbona presso il conte Metternich, che lo fece spesso assistere a grandi caccie, in cui potè osservare le abitudini delle varie specie di uccelli. Posta stanza in Augusta, vi dipinse dapprima alcuni quadri storici ; indi si con-secrò intieramente alla pittura degli animali. In poco tempo acquistò una grande riputazione, che lo fece nominare, nel 1759, 'direttore dell'Accademia di belle arti. Egli fondò anche un commercio di stampe che prosperò rapidamente. Ne'suoi ultimi anni mise il pennello dall'un de'lati, e non si occupò più che di disegno e d'incidere all'acqua forte.
Riedinger era valente nel rappresentare con verità il carattere particolare di ogui animale nelle situazioni più diverse, e i suoi dipinti, sei dei quali e de' migliori in Pietroborgo nel palazzo imperiale, vanno distinti per accuratezza di esecuzione e gran perfezione di paesaggio. Egli incise all'acqua forte i proprii dipinti e disegni in numero di oltre 1400 rami, assai cercati dai dilettanti. Una nuova edizione meno stimata ne fu fatta in Augusta nel 1817. Una raccolta preziosa di disegui di Riedinger era nel 1843 in possesso di Weigel a Lipsia, che ne ha dato nna descrizione ne\VjEhrenlese auf dem Felde der Kunst (voi. n). I suoi due figli coltivarono anche l'arte dell'incisione.
Vedi Rost, Handbuch fiir Kunstliebhaber.
Nuova Encicl. Ital. Voi.
RIEGO (del) Raffaello (biogr.). — Nacque nel 1785 a Tuna, villaggio delle Asturie in Ispagna. Dopo aver ricevuta un' ottima educatone, entrò nelle Guardie del corpo, e difese nell' insurrezione di Aranjuez il favorito Godoi contro il popolo ribellato. In appresso il granduca di Berg lo fece incarcerare per aver partecipato al moto rivoluzionario di Madrid. Sciolto dai ceppi, pugnò contro i Francesi, da cui fu fatto prigione, e consacrò gli ozi della sua cattività allo studio delle più severe discipline. Alla pace del 1814 percorse l'Allemagua e l'Inghilterra, ed appena ripatriato fu promosso al grado di luogotenente colonnello. Ferdinando VII aveva intanto, col suo tirannico reggimento, suscitato in Upagna un malcontento quasi universale, ed una vasta congiura erasi perciò ordita, cui associossi l'esercito riunito a Cadice, destinato a salpare da quel porto per le colonie dell'America. Il 1° gennajo 1820 Riego, alla testa di un battaglione, proclamò nel villaggio di Las Cabezas de Sau-Juan la costituzione delle Cortes. Parecchi reggimenti avendo risposto a quella chiamata, Riego si riunì, il 6 dello stesso mese, nell'isola di Leon, al colonnello Antonio Quiroga, che aveva assunto la direzione del movimento. Ma si trovarono poco stante stretti in quell'isola dall'esercito reale, di gran lunga superiore alle forze di cui potevano disporre. In tale pericoloso fraugente Riego fece, il 27 gennajo, uua vigorosa Bortita alla testa di 500 uomini, e direttosi dapprima ad Algesiras e Malaga, gli venne fatto di giungere a Cordova con una parte del suo piccolo drappello. Quindi effettuò la sua ritirata verso la Sierra-Morena, dove i due duci si separarono per ricongiungersi, ognuno dalla Bua parte, nell'isola di Leon. Intanto la rivoluzione orasi compiuta ; Riego, fatto bersaglio da principio d'ingiuste imputazioni, venne confinato nelle Asturie, creato poscia capitano generale dell'Aragona, ricadde poco stante in disgrazia. Deputato alle Cortes dalla provincia delle Asturie, ed assunto quindi alla presidenza di quell'assemblea, vi si fece ammirare per la prudente sua fermezza, e rifiutò un assegnamento votato in suo favore. All'avvicinarsi dei Francesi nel 1823, sotto la condotta del duca di Angoulème, insistette perchè il re si riparasse a Siviglia, ed aderì da poi alla traslazione del governo in Cadice. Creato comandante in secondo dell'esercito di Bal-lesteros, ordinò a Madrid un piccolo corpo di gierra; ma fu in breve costretto, all'appressarsi de' Francesi, a sgombrare da quella città. Dopo il combattimento ci Jodan, gli fu forza licenziare gli avanzi delle sue schiere scemate dagli stenti sofferti e dalla diserzione. Egli formò allora il disegno di andare a congiungersi a Mina (V.) in Catalogna; ma riconosciuto nella Sierra Morena, fu dato da alcuni contadini nelle mani dei Francesi. Conseguato alle potestà spaguuole per ordine del duca d'Augou-lème, fu scortato a Madrid e sottoposto in carcere ad indegni trattamenti. Giudicato sommariamente e condannato alle forche, fu messo a morte il 7 novembre 1823, dopo essere stato trascinato sul traino e straziato con ogni sorta di vituperi dalla vile plebaglia.
La memoria di questo generoso cittadino venne da poi ristabilita, e l'Inno di Kiego} da lui com-XIX. - 21
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