Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RIETI
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quanto al Velino la valle di mezzo. Il dorso occidentale poi del Terminillo, dal piede di Cittaducale a quello sui laghi di Rieti {Reatina palus) è il più maestoso, poiché s'erge a picco sull'ampia orizzontale pianura di Rieti o del basso Velino, da dove torreggiante e quasi sempre nevosa scorgesi la più alta sua cima detta i Sassetelli (m. 2240). Ma verso cord il Terminillo degrada e si ramifica, formando il piano di Leonessa a 1000 metri d'altezza sopra il mare e la successiva valle del Corno ; un altro suo ramo, che anch'oggi ritiene il nome antico, Monte Fuscello, divide il piano di Leonessa da quello di Rieti sopra Rivodutri e Morro, e poi circuendo il lago di Piediluco (L. Velinus) sotto nome di monti d'Arrone sempre più rapidamente degrada fino alla massima depressione di m. 380 alla rupe delle Marmore, da dove il fiume Velino con grande salto si gitta sul Nera, quasi rifugga di squarciare l'incurvato fianco del suo gran padre ed autore. Ma appena sulla riva sinistra; e la rupe immediatamente si rinnalza a picco col monte Sant'Angelo e la Rocca di Miranda; procedendo allora la catena in primo verso sud-ovest, e poi piegando direttamente a sud sopra Contigliano (•Quintilianum), fioccasi ni bai da (Suffena), Carsoli (Carseoli)y spiovente orientale, forma la serie o catena subappennina, parallela alla principale detta » monti Sabini, che chiudono all'ovest la bella valle Reatina e tutto il bacino del Velino, separandolo dal basso Tevere o dalla bassa Sabina. Questa catena dei monti Sabini infine, intromettendosi tra le sorgenti del Turano e del Salto, affluenti del Velino da una parte, e le sorgenti dell'Anione e il bacino del Fucino dall'altra, ricollegasi verso monte Velino all'Appennino centrale e completa la corona di alture formante l'altipiano Sabino. In questa serie di monti Sabini i due gruppi più notevoli che tor-reggianti si veggono da Roma sono: 1° l'antico Lucretile sopra Tivoli, Palombara e Scandriglia, oggi monte Gennaro, monte Pennecchio e monte Pendente ; e 2° l'antico Canerio o Canterio sopra Poggio Mirteto, Aspra (Casperia) e Torri (Foruli), oggi monti di Tancia, della Mosca e di Fontecerro. Dal primo scorre sull'Aniene il fiumicello Licenza (Digentia) presso l'antica Mandela (Percile) ; dall'altro sul Tevere scorrono i fiumicelli Imella (Hy-mella) e Farfa (Fabaris), passando questo presso Trebula Mutasca (Monteleone Sabino), quello presso Foruli.
E come tutta la massa di alture che formano la regione Sabina è costituita dal Terminillo e sue ramificazioni; cosi anche l'idrografia è costituita quasi unicamente dal bacino del Velino, originato dal Terminillo e arricchito ad ogni passo da copiose fonti che sgorgano dai fianchi cui circonda. Gli umili rivi sopraccennati dello spiovente Ovest dei monti Sabini son di niuna importanza. Il Nera e l'Anione che sono i due soli fiumi per cui le acque delle alture Sabine, mediante le due cascate del Velino e dell'Anione stesso corrono al Tevere, non si possono dire esclusivamente fiumi della Sabina. Essi dalla loro sorgente al loro confluente ne segnano i confini. Il fiume Nera (Nar) ne forma il confine settentrionale e ne riceve le acque della parte settentrionale per mezzo del fiume Corno cbenasce alle Bpalle settentrionali del Terminillo sopra Leonessa, e scorrendo verso il nord attraverso a uua stretta valle presso Norcia (Nursia) si congiunge col Nera superiore presso Cerreto. Proseguendo il Nera nella direzione sud fino a Ferentino, da quivi è costretto piegare ad ovest per i monti d'Arrone e delle Marmora, da cui riceve il Velino; e bagnato Terni (lnteramna) lascia a sinistra Narni (Narnia) ed Otricoli (Ocriculum), terre che però appartennero agli Umbri. L'Anione (Anto) forma il confine meridionale dei Sabini e ne riceve le acque della parte meridionale, fino alla giogaja che ne divide le acque da quelle che corrono verso oriente, scaricandosi per mezzo del Sacco nel Liri. A Tivoli (Tibur) l'Anione si precipita per mezzo di una cascata , nelle bassure della Campagna e perde il nome denominandosi Tevei'one insino alla sua confluenza col Tevere che è a tre chilometri sopra Roma.
Del fiume Velino è dubbio il nome antico. Alcuni vogliono sia YAvens; Plinio descrivendone esattissimamente le sorgenti, il corso circolare, le adja-cenze Cotiliane , e quelle Reatine, colla celebre cascata, lo chiama però Nar ; forse per il volume molto maggiore delle acque che non ha il fiume principale ; forse per una di quelle inesattezze che in Plinio non sono infrequenti, ma che ha dato luogo a grossi equivoci degli archeologi. Il nome di Velino gli venne poi forse da quello del Iago più grande, da esso formato, e che oggi dicesi di Piè di Luco. Le sorgenti del Velino sono presso Città Reale presso cui si vuole che siano anche le rovine dell'antica Phalacrine; quantunque altri le vogliano avanzi di Testrina. Le sorgenti sono due, una più verso le falde del Cenatra, l'altra verso quelle del Terminillo, e riunite sotto Città Reale non sono lontane dalle sorgenti del Tronto, che pel pendìo opposto ad Oriente scorre nell'Adriatico (V. Ascoli). Neppur son guari lontane da quelle dell'Aterno presso Amatrice, sul pendìo opposto del Cenatra. Queste poi son divise da quelle del Tronto per quel contrafforte che tra esse staccasi e che poi s'innalza fino a 2800 m. ed è il gran Sasso d'Italia. Il Velino, ricevuto a sinistra il Ratto sotto Borbona per la stretta di Posta, e del Sigillo sbuca ad An-trodoco, avendo fin qui percorsi da nord a sud chilometri 27. Da Autrodoco volge all'ovest e bagna Borgo Velino e le frazioni dell'altro Comune detto Castel Sant'Angelo, innanzi a cui s'allarga alquanto la valle che altri qui voglion detta di Phalacrine, ma dove indubbiamente fu Colila o Cotilia alle sorgive solforose e freschissime, oggi bagni di San Vettorino presso Paterno, fatali all'imperatore Vespasiano nativo di quei luoghi che ne abusò. Ivi presso è tuttora il laghetto di Cutilia, ove riporta Plinio esistesse l'isola natante. Ivi, anche a sinistra, riceve il Velino un copioso affluente sgorgante dalle falde del monte di Pendenza, e radendo le falde del colle ove è posta Cittaducale, dopo percorsi altri 18 chilometri da est ad ovest, nel ricevere le acque del Salto a sinistra, piega a nordovest, dirigendosi su Rieti. A questo confluente è il confine delle provincie Aquilana e Umbra, quello stesso confine che era tra i due Stati Borbonico e Papale. Al confluente stesso, sulla destra del Ve-
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Velino Terminillo Cittaducale Rieti Reatina Rieti Velino Sassetelli Terminillo Leonessa Corno Monte Fuscello Leonessa Rieti Rivodutri Morro Piediluco Arrone Marmore Velino Nera Sant'Angelo Rocca Miranda Contigliano Quintilianum Suffena Carsoli Carseoli Sabini Reatina Velino Tevere Sabina Sabini Turano Salto Velino Anione Fucino Velino Appennino Sabino Sabini Roma Lucretile Tivoli Palombara Scandriglia Gennaro Pennecchio Pendente Canerio Canterio Poggio Mirteto Aspra Casperia Torri Foruli Tancia Mosca Fontecerro Aniene Licenza Digentia Mandela Percile Tevere Imella Hy-mella Farfa Fabaris Trebula Mutasca Monteleone Sabino Foruli Sabina Terminillo Velino Terminillo Ovest Sabini Nera Anione Sabine Velino Anione Tevere Sabina Nera Nar Corno Bpalle Terminillo Leonessa Norcia Nursia Nera Cerreto Nera Ferentino Arrone Marmora Velino Terni Narni Narnia Otricoli Ocriculum Umbri Anione Anto Sabini Sacco Liri Tivoli Tibur Anione Campagna Tevei Tevere Roma Velino YAvens Plinio Cotiliane Reatine Nar Plinio Velino Iago Luco Velino Città Reale Phalacrine Testrina Cenatra Terminillo Città Reale Tronto Oriente Adriatico Aterno Amatrice Cenatra Tronto Sasso Italia Velino Ratto Borbona Posta Sigillo An-trodoco Autrodoco Borgo Velino Comune Castel Sant'Angelo Phalacrine Colila Cotilia San Vettorino Paterno Vespasiano Cutilia Plinio Velino Pendenza Cittaducale Salto Rieti Aquilana Umbra Stati Borbonico Papale Qle Ascoli
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