Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RIETIlino sorge il Colle di Lesta, ove vuoisi posta l'antichissima città di Lista a 3 chilometri sopra Rieti.
11 Salto, Imelis, nasce anch'oggi col nome di Imele presso Tagliacozzo non lungi dal monte Velino nè dal lago Fucino oggi prosciugato per munificenza del principe Alessandro Torlonia. Corre sempre in direzione nord-ovest, attraverso ad una segregata ma interessante valle detta Cicolano. Questa valle è stata esplorata da Dodicel e da Keppel Graven, affine di esaminare gli avanzi di costruzioni ciclopiche che si trovanò sparse qua e là per tutto questo distretto e che credonsi appartenere alle città degli Aborigeni mentovate da Dionigi d'Alicarnasso (r, 14) che le desuuse dal dottissimo Varrone, cittadino di Rieti, distrutte assai prima lei tempo in cui Varrone visse, Lista, Tiora, Pal-lantia, Batta, Cur stila, Me fila, Vesbula, Sima, Orvinium. Di Lista abbiam detto: Tiora o Thora sarebbe a Sant'Anatolia sul Salto: ma Pallantia e Batia si ricercano in altra direzione sempre presso Rieti, dove pure s'incontrano avanzi di mura antichissime. Cursula, diruta poc'anzi (dice Varrone) (Dionis., i, 14) era al di là del monte Gorgia che forse è l'Itto o Izzo, diramazione del Cauterio ; in taje ipotesi, attorno ai Lari della città diruta sarebbe sorta Circularia, dove parecchie lapidi e il tjmpio della dea Vacuna si rinvennero, ed è la odierna Cerchiara. Delle altre ignorasi ogni vestigio: Orvinio e Luua (Orvinio? e Scandriglia?) si credono presso il Lucretile. L'Imele a S. Lucia del Salto fa un piccolo salto e da quivi in poi si appella il Salto, fino al confluente, a 3 chilometri sopra Rieti. Il Velino a Rieti divide la città dal sobborgo ed entra nell'amplissima valle. Ad 800 metri dalla porta Romana di Rieti sbocca pure nell'ampia pianura il Turano; onde Rieti, riferendoci ai tempi della sua fondazione è in posizione strategica e commerciale ammirabile, sopra il clivo allo sbocco delle tre vallate di tutto il pianoro e nel centro di esso. Quindi a ragione fu ritenuta sempre la metropoli della Sabina. Il Turano però non si gitta subito nel Velino, ma parallelo ad esso per 8 cbilom., serpeggia nella piatta valle che dal piede del Terminillo a quello del Canerio s'allarga per
12 chilom., da Rivodutri (septem Aquce) a Ponte Canera. Il Turano che è l'antico Telonio (Tolenus) nasce nell'Abruzzo Aquilano non lungi dall'Anione, nè lungi dall'Imele-Salto nelle montagne che abbiamo detto staccarsi dal monte Velino, separare il Fucino e la valle del Liri dalle sopradette tre sorgenti, spingersi con un ramo tra l'Imele e il Turano sino a Rieti, con un secondo tra il Turano e l'Amene formando la serie dei monti Sabini col Lucretile e il Canerio: con un terzo spingersi tra l'Aniene ed il Sacco affluente del Liri a Preneste formando quindi il gruppo di Albano o Laziale. Il Turano corre nella direzione nord-ovest parallelo al Salto, passa la Carseoli sulla via Tiburtina o Valeria che da Tivoli conduce nel paese dei Marsi, scorre lungo la falda orientale del Lucretile e del Canerio, riceve il fiume Canera, scolo del Canerio a 6 chilometri dopo Rieti; 2 chilometri più giù nel bel centro della Valle s'unisce al Velino al ponte di Terria. 11 suo corso è di 45 chilom.
La pianura di Rieti è una delle parti più amened'Italia e delle più fertili. I detriti calcarei e le materie fertilizzanti che recan giù da secoli i tre sopradetti fiumi non arginati, ricolmano ogni anno periodicamente nell'inverno la fortunata piana e ne rinnovellano i principii produttivi; onde Cicerone non dubitò d'appellarla Reatina Tempe (ad Att., iv, 15). Vero è talora, che le piene sono a danno del prodotto annuale, perchè le acque non hanno scolo rapido, si per il declivio quasi nullo della parte inferiore della valle, si perchè nel lento moto le acque del Velino depositano copioso carbonato di calce cbe diventa travertino e ne rialza l'alveo. Donde il detto di Plinio: in lacu Velino saxum erescit. E queste pur sono le ragioni che le acque del Velino al di sotto di Terria e quelle che ancor gli vengono sempre a destra del Terminillo, come il S. Susanna ed altri rivi ininori, ristagnano e formano paludi e fanno nascere in più siti un certo numero di laghi < Reatina Palus) notevoli per la pittoresca loro bellezza. 1 laghi di Rieti a 10 chilometri dalla città e a destra del Velino, su cui si erge il Terminillo, erano decantati, e rifugio estivo degli antichi Romani: le ville d'Azio e d'altri ricchi erano ivi e in tutta la valle; ad Roseas (Rosea rura Velini. Virgil., lib. vii , Eneid., 12. — Cic., ad Attic., iv, 15/ alle lUscie, terreno dei Vincentini, se ne veggono ancora splendidi avanzi nelle così dette grotte di San Nicola. Ivi presso sono le septem aquce, scaturigui cbe alimentano uno di quei laghetti ; le indica Dionigi, le rammenta il sommo oratore, quando visitò Rieti, e prese alloggio nella villa di cotesto Azio, cui Varrone suo amico introduce a parlare nei dialoghi de re rustica, sull'argomento d'allevar cavalli, muli ed asini che crescevano favolosi nell'agro Reatino ed a gran prezzo si ricercavano: donde l'altro motto di Plinio: in agro Reatino Mula ptperit (Strab., v, p. 728; Varrò, R. R. i, 7, § 10; n, i,
a 16 ; ih, 2, § 3, 10; ii, i, § 8 ; Plin., xvn. 4, 5, 3). uivi presso è pure Montisola, l'antica isola Issa, ricordata pur da Varrone, asilo di gente feroce ; e davvero doveva essere isola prima che s'aprisse la cascata delle Marmora e diminuisse il lago, se anch'oggi' questo colle circondato dal Velino ad ogni piena ridiventa isola: e veramente a questa prossimo è Morro (Marruvium. Varr., A. R.). 11 lago Velino è il più grande, il più pittoresco, il più cbe s'avvicina alla cascata, mentre ne dista appena 3 chilometri. Vi si sente un 'Eco che ripete un endecasillabo declamato. 11 soggiorno sulle rive di questo lago, al Castello di Piè di Luco non è affatto nocivo alla salute. Ma con tanti laghi e luoghi palustri più che un terzo della fertilissima piana è tolta all'agricoltura. Il resto è coltivato di viti intrecciate ad olmi ed aceri, di gelsi , di campi di frumeuti e biade, di legumi, di canape, di granone, di bietole saccarifere, di prati; d'ortaglie presso la città; pei colli vigne, pochi ulivi e boschi d'ogni sorta. Le ortaglie , le derrate di ogni genere sono pregiatissime: ma il frumento di Rieti è il più celebrato prodotto e se ne coltiva in larghissima scala, perchè ricercato per seme da ogni parte d'Italia, come quello che più resiste alla ruggine, alle nebbie, più robustamente si tien dritto sullo stelo e prolifico a dismisura. Concor-
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