Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RIETI
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delle Due Sicilie Carlo II di Angiò. Fu disturbata nel susseguente secolo la pace interna della città dalle fiere discordie di Guelfi e Ghibellini ; e contro a questi ultimi, che erano giunti a soverchiare gli avversarli, furono invocate le armi del re di Napoli. Dopo il ritorno della sede pontificia da Avignone, cominciò l'autorità dei pontefici a pesare più grave so Rieti; ma non siffattamente, che la vita municipale fosse appieno spenta, o ne venisse inceppata per intero l'attività. Anzi al principio del secolo xv sostennero i Reatini contro i finitimi Ternani una luuga lite, che degenerò in aperta guerra. Ne furono cagione i lavori dei Reatini nello scavo di un nuovo canale per deviare le acque Veline che ne impaludavano il territorio. I Ternani, temendo danni dalla deviazione, se ne querelarono altamente, ma le querimonie furono vane, e si dovette ricorrere alle armi. Decise il pubblico Consiglio reatino eundum ad portum Marmorum ad Morien-dum ( Cronac. Reat.). La sorte delle battaglie fu varia, e quindi venne invocata dai Reatini e fu • accettata dai Ternani la mediazione di Braccio da Montone, il quale decise che l'opera dei primi si dovesse smettere, come quella che tornava ai Ternani veramente dannosa. Ebbero quindi posa le armi ; ma non cessarono le contestazioni del tutto. Paolo III fece fare un nuovo taglio che poco o nulla giovò. Finalmente per opera del pontefice Clemente Vili, regnante dal 1592 al 1605 fu ripurgata l'antica cava Curiana e fu segnato un non plus ultra dell'abbassamento o di scavo appiè del ponte detto perciò Regolatore. Ma questo ponte nulla regola: perchè a monte di esso, un trecento metri, il fiume da pigrissimo cambiando in rapidissimo il corso, ivi deposita il calcare ed ostruisce innalzando ogni anno più quello scalino di scoglio, che al di sopra produce il rigurgito e al di sotto produce il primo salto alto oggi 2 metri circa. Onde l'alveo superiore ognor più interrisce e s'innalza. Attualmente sotto il ponte Romano a Rieti l'arco maggiore nelle massime magre è quasi interamente chiuso, gli archi minori stanno sempre sott'acqua, mentre 50 anni fa si vedevano molto scoperti. Onde le piene si succedono ogni anno più spaventose. Negli ultimi due secoli non vi furono avvenimenti clamorosi nella storia di Rieti, tranne le inimicizie tra questa città e la limitrofa terra abruzzese di Cantalice, per cui si venne all'armi. Ma riuscì a Paolo V il pacificare tra loro i contendenti. Allo scorcio del secolo scorso varie volte si azzuffarono nella Sabina le truppe repubblicane francesi colle milizie napolitano. Iu uno degli scontri ivi avvenuti, quello del dicembre 1799, parte dell'esercito napolitano rimase sbaragliato e sconfitto presso Rieti per il valore de'soldati combattenti sotto i comandi del general francese Lemoine. Ventidue anni più tardi, nel 1821, il di 6 luglio, vi fu vicino a Rieti un combattimento tra gli Austriaci che muoveano alla volta del regno di Napoli e le schiere napolitano, capitanate dal generale Guglielmo Pepe, schierate lungo il coufine tra i due Stati. Compo-nevansi le truppe dell'infortunato Pepe, per la massima parte, delle recenti cerne e delle civiche milizie, le quali, spinte dai loro capi fuori delle fortissime posizioni di Antrodoco, non ressero al-
l'urto di soldatesche regolari ed agguerrite, di ferrea tempra e pertinacia, ed al primo azzuffarsi vacillarono di subito, si confusero nelle ordinanze e cercarono scampo nella fuga. Poche centinaja di Calabresi sul colle di Lesta tennero testa per più ore e resero meno acerba la sconfitta. Fu quindi facilissima impresa agli Austriaci invadere le abbandonate frontiere ed occupare le provincie abruzzesi. Dieci anni dopo, nel 1831, vi fu sotto Rieti un'ultima scaramuccia per opera dei volontari condotti dal colonnello Sercognani a marcia forzata contro Roma. Ma la notizia che i Tedeschi invadevano le Romagne ricevuta a Ponte Felice e a Civita Castellana li fece retrocedere e piegare per la via della Sabina. Sostarono sotto le mura di Rieti, donde si ritrassero senza alcun successo il di 8 marzo e retrocessero nell'Umbria. Nei trascorsi secoli Rieti era stata governata in un colla Sabina da rettori speciali; ma Pio VII, reduce nel 1814 dal suo esiglio, ne costituì apposita delegazione o provincia, abolita poi nel 1827 da Leone XII che ne fece un distretto della delegazione di Spoleto, in forza del quale nuovo riparto, il distretto di Poggio Mirteto restò distaccato da Rieti e compreso nella Comarca di Roma. Gregorio XVI, salito al trono fra i torbidi dell'insurrezione del 1831, ristabilì subito di moto proprio la delegazione di Rieti nei modi e confini primitivi. Nell'autunno del 1860 il commissario regio Gioacchino Popoli, considerando che un più razionale assetto della delegazione di Rieti si poteva avere alla prossima caduta di Roma, decretò per ora riunita la provincia Sabina a quella dell'Umbria col capoluogo Perugia, suddividendola in 6 circondari], di Perugia, di Spoleto, di Rieti, di Orvieto, di Terni e di Foligno. Però questa circoscrizione non venne ancora modificata (1885).
Anche in Rieti come nel maggior numero delle italiche città, fu introdotto fin dai suoi primordii il cristianesimo, ma non vi fu istituita la sede vescovile che al cadere del secolo v, sebbene l'Ughelli vi registri per primo vescovo San Prosdocimo nella prima metà del secolo iv. L'asserzione del dotto autore non ha per sè il suffragio di validi documenti , ed è combattuta da molti scrittori ecclesiastici. Uno di questi, il Lucrezio, incomincia la Berie dei vescovi reatini da Probiano, fiorente verso la fine del secolo v, e dopo vi sono ricordati Orso, Albino, Probino ; e nel secolo vii Gandioso ed Adriano, entrambi Reatini; nell'viu secolo Iser-mondo; nel ix Colo e Riccardo, e solamente nel 945 incomincia la successione ordinata di cotesti pastori. Fra quelli che più si resero benemeriti della Chiesa da essi governata nei tempi posteriori, giovi rammentare Benincasa, che incominciò nel 1109 la fabbrica della cattedrale; G. B. Osto che fu presente al Concilio di Trento, e poi caduto in sospetto a papa Paolo IV fu per quattro anni pri» gione; M. A. Amulio, cardinale, fondatore del Seminario Reatino; Mariano Vettori, eruditissimo nelle scienze ecclesiastiche e nell'antiquaria; nel secolo xvu i cardinali Crescenei, Naro, Guidi, Bagno e Vecchiarelli; ma già nel 1450 vi era stato vcbcovo un cardinale e fu Angelo Capranica, la I cui memoria è anco venerata in Rieti. Meritanoi^ooQle -
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