Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

Pagina (333/415)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      332
      RIFIORIRE - RIFLESSIONELa lingua degli Amazinghi, che nella eostruzione grammaticale, non però nelle parole, si associa alla famiglia delle lingue semitiche, è parlata da numerose popolazioni, le quali del resto non sono collegate nò da ooBtumanze, nò da relazioni politiche, ma che sono invece divise tra loro da irreconciliabili interessi.
      Di quella lingua sono pure numerosi i dialetti, che soglionsi chiamare atlantici, ma differiscono pochissimo tra di loro, e come differiscono ad un dipresso tra loro al sud dell'Europa la lingua italiana, spagnuola e portoghese; o al nord la tedesca, danese e svedese; o in Italia i dialetti genovese, veneziano e napolitano.
      Queste diverse popolazioni di una medesima razza iormano nel sultanato di Mogreb-ul Aksa circa due milioni e mezzo di anime. 1 Riffei, come in gran parte anche gli altri Berberi, vivono abitualmente sotto tende, e talvolta in caverne poste in alto, in siti poco accessibili, ove conservano l'originaria loro indipendenza; obbediscono ai loro amazinghi o amu-crani, cioè comandanti od anziani.
      RIFIORIRE (pitt.). - È voce pittorica, e si applica a quell'operazione che si fa su di un quadro annerito, aggiungendo una mano di colore su tutta la composizione, ovvero lavando il quadro con leggeri corrosivi, onde tolta la patina e la prima pelle, escano fresche e quasi fiorite le sottostanti tinte. Tanto l'una che l'altra operazione non viene eseguita che dai guastamestieri, cui niun rispetto allontana le impure mani dai capolavori dell'arte: non viene suggerita che dagli ignoranti, che trovano bello solo quello che risplende, e purché momentaneamente risplenda, farebbero coprir l'oro di talco.
      RIFLESSI (piti.). — In natura i riflessi non sono che 1 rimandi di luce da un corpo all'altro; nell'arte s'appellano pure di tal nome le tinte le quali segnano questi rimandi di luce e di colore. Un panno scarlatto posto vicino ad un pauno azzurro, rimanda su questo molti raggi luminosi tinti leggermente di scarlatto; epperciò il pittore che deve dipingere due figure l'una accanto all'altra, non potrà a meno di far vedere nel quadro quello che la natura dimostra nel fatto a chi la sa esaminare e conoscere. I colori (parlando sempre in linguaggio pittorico) alcuni sono luminosi ed altri tenebrosi. Appartengono ai primi il giallo, l'arancio, il rosso; ai secondi l'azzurro ed il nero. Fra questi sono in-termedii il verde, il turchino ed il bruno, con tutte le loro gradazioni di tono. I colori luminosi percossi dalla luce riflettono parte della tinta loro sui colori tenebrosi, che sono più atti a riceverne che a tramandarne ; non tuttavia si che talvolta non riflettano. I colori luminosi fanno venir innanzi le figure ed i corpi che investono; al contrario operano i tenebrosi ond'è che anche per questa cagione più sovente veggiamo riflessi fatti da quelli su questi. Fra le varie tinte che si riferiscono al giallo, al rosso ed agli altri colori primitivi luminosi, alcune sono più ed altre meno riflettenti, secondo la varia natura e composizione loro ; e lo studio sugli ottimi coloritori e la diligente osservazione sul vero soltanto sono atti a farle conoscere. Facilita grandemente ad impossessarsi di queste cognizioni la conoscenza dei principii dell'ottica,
      quali s'insegnano dai fisici, che teoricamente li espongono nei loro trattati; ma all'artista quel che è indispensabile è un occhio giusto, un criterio sicuro, ed amor dell'arte tale da non operare nulla senza consultare la natura. Nè vi può essere un quadro, nè manco un ritratto senza riflessi, come non v'è in natura un corpo rilevato e tondeggiante il quale d'alcuna parte (oltre a quella d'onde ha il lume principale) non riceva alcun raggio riflesso. Onde è che i primi tentativi dell'arte dove i riflessi o mancano assolutamente o sono mal osservati, sono affatto privi di quell'evidenza rappresentativa della quale sono belli que' che si fecero in tempi migliori, quelli nei quali vedi su varii piani allontanarsi le figure, sporgersi, tondeggiare, e fra l'un corpo e l'altro peuetrare e quasi muoversi l'aria. Essi riflessi costituiscono una parte importantissima del chiaroscuro; e fra tutti gli altri pittori fu distintissimo in essi il Correggio. 11 Correggio, dopo un numero grandissimo di tentativi fu tratto a questo partito di radunar talmente i suoi chiari, che il più grande di essi, come pure il maggior oscuro, apparisce soltanto in un sito del suo quadro. Si guardò dal ravvicinare troppo delle masse egualmente grandi di chiaro e di scuro, e di porre il nero subito accanto al bianco; ma quando era a ciò fare costretto, voleva addolcire la crudezza del nero o del bianco con mezze tinte e con riflessi ; e fra i gran lumi e le ombre stendere una mezza tinta, su cui dolcemente l'occhio si riposa. Per trovare la giusta gradazione e forza dei riflessi, ed essere sicuro che l'effetto del quadro corrispondesse all'effetto del vero, egli avea costume di veder tutte le cose dal naturale; e ciò non solameute, ma ancora modellava io piccolo tntte le figure che doveano comporre il suo quadro, e dispostovi artificialmente il lume che voleva introdurre nel quadro, faceva i suoi studii preparatorii in guisa che le pitture riuscivano di portentosa evidenza. Collocava per lo più le figure in modo che soltanto una minor parte di esse venisse illuminata; e perchè la troppa ombra non riuscisse ingrata, la modificava , coi riflessi, onde riusciva soavissima, ed otteneva , partiti grandiosissimi. A. R. Mengs ha molto eccellenti considerazioni bu questa materia negli Esempi del gusto; alle quali rimandiamo i pittori ed i dilettanti, avvertendoli tuttavia di essere cauti per le soverchie sottigliezze del pittore tedesco.
      RIFLESSI ATTI ( fisiol.). — Movimenti involontarii, j spontanei, provocati in una parte del corpo da un , eccitamento venuto sia da essa, sia da altra parte, , dopo l'intervento di un centro nervoso che non è il cervello.
      RIFLESSIONE (,filos.). - È quella facoltà della mente umana per cui essa ripiegasi sopra se stessa per considerare i varii fenomeni dei quali è il teatro; e la parola stessa ne iudica la natura, essendo derivata dal latino retro flecti (piegarsi indietro). Tale facoltà appartenendo propriamente all'uomo, è il distintivo della sna natura; e tanta n'è l'importanza, che colui il quale n'è sprovveduto. ; trovandosi inetto a comprendere la propria destinazione, non ha più guida nell'operare e diventa vittima delle passioni e degli errori suoi, ed all'incontro colui, in cui essa è più sviluppata, è in gradot^ooQle


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

Pagina (333/415)






Amazinghi Btumanze Europa Italia Mogreb-ul Aksa Riffei Berberi Correggio Correggio Mengs Esempi Qle Fra Fra