Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RIFLESSIONE - RIFLESSIONE TOTALEma pare ne va distinta per tenne differenza. Meditare ò bene riflettere, ma egli è riflettere sopra un oggetto determinato, per la importanza e l'estensione del quale si esige cbe si raccolgano assieme molte idee. Oode si dirà meditare sopra una verità, cioè riflettere all'importanza, alle conseguenze che contiene, alle applicazioni che se ne possono fare. Si dirà meditare un soggetto, un poema, nn*impresa ; cioè preparare e raccogliere colla riflessione gli elementi di un soggetto, di un poema, di una impresa. Ora si vede che la parola meditazione importa un senso più stretto e più preciso.
Dalla riflessione differisce maggiormente il raccoglimento. Raccogliersi vuol dire disporsi in maniera favorevole alla riflessione, prepararsi ad entrare in sè, liberarsi dagl'impacci che possono mettere impedimento a questa guisa di operare, isolarci dal mondo esteriore; il raccoglimento è una preparazione alla riflessione, n'è la condizione, ma non la riflessione stessaLa riflessione è la facoltà, l'esercizio della quale è per l'uomo il più diffìcile. Tale ritorno della mente sulla mente, questo lavoro del pensiero sul pensiero, quando è serio e prolungato, esige da esso sforzi più penosi che non l'applicazione delle forze fisiche ai più duri lavori, che non la più attenta osservazione. Lo stato valetudinario della più parte delle persone date alla meditazione n'è prova manifesta. Ma se la riflessione ci costa tante fatiche e tanti travagli, non è però che ne paghiamo a troppo caro prezzo i frutti; imperocché quanto di più grande e prezioso l'uomo possiede, dalla riflessione deriva. Enumerarne tutti gl'importanti risultamenti, sarebbe dir tutto che l'uomo deve alla religione, alla filosofia, alle belle arti ; ma noi qui possiamo solamente enumerare i più generali. Siccome che dall'attera osservazione della natura sono scaturite le scienze fisiche e le maravigliose applicazioni; cosi dall'attenzione prestata dall'uomo ai fenomeni del suo spirito è uscito tutto quanto può giovare all'educazione ed al perfezionamento del suo essere morale. Iufatti la morale è figlia della riflessione, giacché questa solamente gli schiera distintameute nel pensiero le idee di libertà, di bene, di male, di diritto e di dovere, di merito e di demerito, gli rivela i sentimenti generosi o perversi che la natura ha posti nel suo cuore o che le congiunture vi hanno sviluppati. Per mezzo della riflessione conosce le proprie azioni, le esamina, ne pondera le buone o cattive conseguenze, ne apprezza il carattere morale, la qual cosa fu bene intesa dal cristianesimo quando raccomandò ai fedeli di entrare ogni sera in sè, a fare Tesarne di loro coscienza. Dalla riflessione l'uomo è condotto a distinguere il principio spirituale che lo anima dall'organismo materiale che l'inviluppa; per essa viene ad accorgersi di tutte quelle nobili facoltà dell'anima che lo fanno re di tutti gli esseri creati ; da essa, che gli addita la gloriosa meta cui può conseguire per mezzo degli attributi proprii, gli viene ad un tempo squarciato il velo che gli nascondeva la sua sublime destinazione Gli sguardi suoi non penetrano, è vero, fino alia misteriosa natura, giacché non va oltre lo spirito umano; ma egli è per mezzo della contemplazione della natura nostra, per mezzo
della luce che Bpande sui principali attributi dell'anima, che c'inalza all'idea degli attributi divini, e se il nostro pensiero ha concepito in Dio la potenza, la sapienza e l'amore come principii di ogni verità, di ogni bellezza, di ogni bene, l'uomo giunse a questo concetto sublime movendo dallo spettacolo delle facoltà umane; imperocché se l'uomo nou è che un pallido riflesso della Divinità, non si glorifica meno, e con ragione, di esserne la più compita immagine.
Egli è anche per mezzo della riflessione che agli insegnamenti ricavati dall'osservazione di noi stessi aggiungiamo il frutto ricavato dall'osservazione dei nostri simili. Infatti, sebbene non possiamo leggere nell'anima loro come nella nostra, e non facciamo che con chiudere dai fatti esteriori ai fatti psicologici che vi corrispoodono, non potremmo mai conoscere nè valutare questi ultimi se prima non avessimo percepiti e studiati in noi fatti analoghi, e solamente coll'attenta osservazione della nostra natura spieghiamo i misteri della natura altrui.
Dalla riflessione ripetere si deve l'intelligenza dei segni fatti per rappresentare le condizioni psicologiche, e ciò cbe volgarmente dicesi idee astratte. Ora, questi si numerosi segni non hauno senso e valore se non in quanto lo spirito riguarda in se stesso l'idea che vi corrisponde, ed essi sono tanto meglio intesi quanto più profonda è l'analisi che col pensiero abbiamo fatto delle astrazioni dai medesimi rappresentate. La virtù non sarà che una parola per colui il quale non ne avrà cercati e trovati gli elementi nel suo cuore. Per il filosofo, per colui cioè il quale ha consacrata la sua vita allo studio della verità, e che ha per iscopo principale la cognizione intera e scientifica della natura umana, delle leggi, della destinazioue e dei mezzi che ha per conseguirla, tutto è nella riflessione. Munito della riflessione, il filosofo segnerà la via diritta allo spirito umano, darà alle scienze il metodo più proficuo, getterà le fondamenta dell'educazione, chiarirà la religione, comporrà la morale, detterà leggi alla società, insegnerà ai popoli ed ai governanti i rispettivi doveri e diritti loro.
RIFLESSIONE (fis. e mecc,). — È il movimento retrogrado od il cambiamento di direzione di un corpo o di un agente qualunque, il quale abbia incontrato un ostacolo nel suo cammino. La riflessione del suono dicesi Eco (V.). Della riflessione della luce abbiamo parlato abbastanza alla voce Catottrica. Di quella dei corpi elastici si parlerà nell'articolo Urto.
RIFLESSIONE TOTALE (ott.). — Uno dei fenomeni i più notevoli che offra la luce attraverso al prisma è ciò che dicesi Angolo limite (V.). A comodo del lettore, ne riassumiamo qui la definizione tanto che basti a poterci sdebitare con sufficiente chiarezza sulla riflessione totale, che è il proposto argomento. Per angolo limite s'intende l'angolo massimo di rifrazione che può ottenersi per mezzo di un augolo massimo d'incidenza. Poniamo che uu raggio di luce incida sulla superficie dell'acqua in prima quasi perpendicolarmente, indi con angoli sempre maggiori ; è evidente che anche gli angoli di rifrazione andranno crescendo con una proporzionet^ooQle
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