Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RIFLUSSO - RIFORMA
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costante (V. Indice di rifrazione). Verrà un pnnto in cui il raggio incidente si troverà quasi parallelo alla superficie del liquido, oltre al quale più non potrà entrare nel liquido stesso. È l'angolo di rifrazione corrispondente a quell'angolo di massima incidenza che chiamasi angolo limite. Ora è evidente che la luce subirebbe fenomeni inversi e corrispondenti ai descritti uscendo dall'acqua per entrare nell'aria. Quando uscisse attraversando il liquido nella direzione dell'angolo limite sopra descritto, l'angolo di emergenza, che in questo caso diverrebbe angolo di rifrazione, riuscirebbe pur massimo ed il raggio ne diverrebbe parallelo alla superfìcie del liquido. Se adunque si supponga che un raggio di luce per emergere dalla massa liquida l'attraversi con un angolo d'incidenza maggiore dell'angolo limite, esso uon potrà più uscire dal liquido e verrà totalmente riflesso sulla superficie di separazione dell'acqua dall'aria. La detta superficie opererà precisamente come uno specchio e l'intero fenomeno si chiamerà riflessione totale.
Di questo fatto se ne approfitta soventi volte nella costruzione degli stromenti ottici, ossia ogniqualvolta si voglia far deviare i fasci luminosi cbe vadauo a produrre una data immagine sia reale, come nella cartiera ottica, sia virtuale, come nella Camera Incida (Vj, e ciò senza l'intervento di specchi. All'articolo Rifrazione ed all'altro Emergenza (V.) è discussa la proposizione concernente le condizioni occorrenti perchè un raggio luminoso che cada sopra una faccia di prisma possa emergere dall'altra. Essasi riassume così : Perchè avvenga Vemergenza in un prisma, fa d'uopo che V angolo rifrangente dello stesso sia minore del doppio dell'angolo limite proprio della sostanza di cui esso è fatto. Ora l'angolo limite del vetro essendo di 41° 48', il suo doppio 8arà minore di 90°, e però nn prisma di vetro ad angolo retto non lascierà emergere la luce, ma produrrà una riflessione totale. Anche nei Microscopi! (V.) si usa spezzare il tubo ad angolo retto , e collocare nel gomito un prisma pure rettangolo per avere così la riflessione totale , con che l'osservatore cambia posizione e stancasi meno ne' suoi lunghi lavori.
RIFLUSSO (fis.). V. Flusso e Riflusso, e Marea.
RIFORMA (stor. eccl.). — La Chiesa cattolica iniziando al cristianesimo i Barbari settentrionali, conservando le reliquie dell.'antica civiltà, assoggettando tutte le chiese d'Occidente a culto religioso ed a legislazioni conformi, unendo per tal maniera con vincolo comune i popoli d'Europa, aveva fatto opera grandissima, da cui le era venuto immenso potere, il papato. Ma tra le esterne lotte coi principi e principalmente coll'imperatore d'Ai lemagna, tra per le interne discordie dei cleri secolare e regolare, il papato nel medio evo parve tralignare, e spesso diessi a vedere più intento al regno temporale che al reggimento spirituale. Onde a mano a mano che la face della scienza, riaccesa dalle crociate e alimentata da profughi di Costantinopoli, sparse più viva luce; a misura che presso i popoli uscenti dalle tenebre del medio evo, la ragione riconquistò i suoi diritti, un'opposizione sempre più ardente si alzò contro la curia romana. I Valdesi e gli Albigesi in Francia, Viclefo in In-
ghilterra, Husb in Boemia, Savonarola in Italia inveirono , qual più, qual meno, vivamente contro gli abusi che deturpavano la Chiesa ; ma essi non si contennero nei limiti del vero, e come i loro avversarti caddero nel gran fallo comune a tutti i polemisti religiosi, nel fanatismo.
I mistici tedeschi Tauber e Geiler di Kaiserberg, teologi assennati di varii paesi, siccome d'Ailly, Ger-son, N. di Clémanges, Giovanni Wessel, Giovanni di Goch e molti altri, anche Concilii, come quelli di Costanza e di Basilea, avevano proclamata la necessità di una ristaurazione della Chiesa. Il re di Francia Carlo VII aveva fatto decidere dalla Sorbona, nel 1497, che ogni dieci anni si dovessero adunare Concilii per attendere alla riforma della Chiesa. In Allemagna le Diete del 1500 e del 1510 avevano fatto una lista delle loro lagnanze, ed incaricato Massimiliano I a fare le opportune pratiche presso la Corte di Roipa. Da questo rapido cenno è facile giudicare quale fosse lo stato della pubblica opinione ; non mancava più cbe un uomo abbastanza ardito per mettersi a capo del movimento, ed una occasione favorevole per determinarlo. Quest'uomo fu Martino Lutero (V.), quest'occasione la pubblicazione delle indulgenze. Di queste abbiamo parlato in un articolo particolare; la vita dell'ardito riformatore fu anche tratteggiata in quest'opera, e già sotto le parole Evangelica comunione, Angusta (confessione di, Luteranismo e Luterano (V.) abbiamo esaminata storicamente e dommaticamente l'indole della riforma ; onde rimane qui a vederne la varia fortuna in Europa.
Le dottrine di Lutero avevano già passati i ter-
§ini di Allemagna e trovati discepoli nei Paesi assi, in Francia ed anche in Italia. La Sorbona le condannò, la Dieta di Nurimberga pronunciò pene severe contro i novatori; i duchi Giorgio di Sassonia ed Enricodi Brunswick, l'Austria, la Francia, la Spagna cercarono di soffocare nei loro Stati i germi della riforma; ma tanto ne erano invasi gli spiriti, che i partigiani se ne moltiplicarono di giorno in giorno. Fino dal 1525, Giovanni elettore di Sassonia, Filippo langravio di Assia ed il mal-gravio Alberto di Brandeborgo adottarono pubblicamente le dottrine della riforma, ed il loro esempio fu seguito dalla Livonia, da una parte considerevole dell'Ungheria, i cui riformatori furono Matteo Devay e Martino Ciriaco; dalla Boemia, in cui si agitavano ancora le reliquie degli Ussiti; da Lu-neborgo, Celle, Nuremberga, Strasborgo, Francoforte sul Meno, Nordhausen, Brunswick e Brema. Due anni dopo, Gustavo Wasa e la Svezia prestarono orecchio ad Olaf ed a Lorenzo Petri, e di lì a poco la Bassa Sassonia, la Westfalia, Amborgo e Lubecca separaronsi pure dalla comunione romana. Già le popolazioni della Svezia, dell'Alsazia e della Lorena accogliendo i principii di libertà religiosa che venivano loro inculcati e pensando poterli applicare al civile reggimento, erano insorte ed ave-vane domandata colle armi alla mano la comunione dei beni. Allora Lutero si accorse del pericolo di una troppo logica applicazione delle sue dottrine, e non rimanendogli altro miglior partito per difender l'opera sua, chiamò le truppe d'Assia, di Sassonia e di Brunswick ad abbattere le bande in-
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