Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RIGOGLIO - RIGOGOLOvoli furori: ei potè quindi scrivere con ragione alla sorella, ch'egli era « il giudice di pace di quel cantone », intendendo parlare della Grecia. Il coraggio e l'umanità del capitano di R'gny vennero rimeritati nel 1825 col grado di contr'ammiraglio. Nel settembre del 1827, essendosi la Francia, l'Inghilterra e la Russia collegate per proclamare l'indipendenza della Grecia e per fissarne le norme, di accordo colla Sublime Porta, quest'ultima Potenza negò di aderire alle fattele proposte. All'ottomano rifiuto tenne dietro la battaglia di Navarino (V ). Questa splendida vittoria valse al comandante della flotta francese il titolo di vice ammiraglio e la croce degli ordini del Bagno e di Sant'Alessandro Newski. Dopo aver presieduto allo sgombro della Morea, l'ammiraglio di Riguy tornò in Francia nel 1829, e fu creato conte e prefetto marittimo di Tolone. All'assunzione del minisi ero Polignac (8 agosto ( 1829) gli venne offerto il portafoglio della marineria, che egli non volle accettare ; andò quindi a ripigliare
      11 comando della flotta del Levante, ove restò sino al settembre del 1830, in cui per fiacchezza di salute fece ritorno a Tolone. Ricevette allora il titolo di membro del Consiglio d'ammimgliato, poi la decorazione di grand'ufficiale della Legion d'onore, e finalmente, il 13 marzo 1831, fu da Luigi Filippo chiamato al ministero della marineria. Egli veniva nello stesso tempo eletto deputato dai dipartimenti della Meurthe e del Passo di Calais. Durante il suo ufficio furono stabilite nuove norme per l'avanzamento e le pensioni degli ufficiali di marineria, e migliorate grandemente le leggi delle colonie. Entrato, il 4 aprile 1834, al ministero degli affari esteri, disimpegnò il suo nuovo ufficio collo stesso zelo di cui aveva fatto prova nella marineria. Il
      12 maggio 1835 rassegnò soddisfatto il suo portafoglio nelle mani del duca di Broglio, e non conservò che il titolo di ministro di Stato coll'ingresso in Consiglio. Ad onta della sua gracile salate, si credette in debito di accettare una missione straordinaria affidatagli dal Governo presso la Corte di Napoli ; ma appena di ritorno, sul finire di ottobre, fu colto da crudo morbo, che lo tolse rapidamente ai vivi, nella notte del 6 al 7 novembre 1835, in età di soli cinquantatre anni.
      Vedi Hennequin , Notiee sur la vie et les cam-pagnes de M. le vice amirai comte de Rigny (Parigi 1832).
      RIGOGLIO (agric. e pat. veg.). — Nome dato nella pratica del giardinaggio a quei rami novelli che si sviluppano con un vigore di vegetazione eccessivo, e che assorbono tutto il sngo rendendo famelici e facendo anche perire i rami vecchi.
      La produzione del rigoglio si direbbe uno sforzo che fa la natura contrastata dall'uomo per riprendere i suoi diritti. Di fatto, assai di rado si vedono dei rigogli sugli alberi delle foreste, e nemmeno sopra quelli che sono stati piantati, ma che vengono poi abbandonati a loro stessi. Le spalliere, i ventagli, i cespugli, le piramidi, i pennecchi, i nani e quelli specialmente fra questi alberi che sono innestati sopra soggetti d'una natura più debole , ecco dove i rigogli si vedono succedere con tanto maggiore profondità e pericolo, quanto più ignorante è la mano che li governa.
      Ma questo rigoglio, tanto funesto agli alberi fruttiferi, che se non li fa perire, ne distrugge almeno il buon ordine, vale a dire l'equilibrio stabilito fin dalla loro prima gioventù fra i diversi rami, è per i giardinieri abili un mezzo prezioso onde ristabilire un albero al suo degradare.
      I mezzi d'arrestare i rigogli sono di torcere la loro estremità seuza spezzarla nè tagliarla; di levare una porzione ascellare della scorza a qualche distanza dalla base; di fortemente curvarli.
      RIGOGOLO (Oriolus) (eool.). — Genere di uccelli, della famiglia dei merli (ime r uh dee), i cui caratteri souo: becco lungo quanto la testa, largo alla base, e con apice distintamente intaccato e alquanto adunco; narici corte, pressoché ignudo, con apertura laterale, grande, ovale; ali piuttosto allungate,
      Fig. 5691. — Nido del rigogolo.
      colla prima remigante assai corta, e colla seconda non tanto come la terza, ch'è generalmente la più lunga; tarso corto anzichenò, più lungo che il dito posteriore. I rigogoli abitano i boschi e le macchie, dove vivono a coppie, ragunandosi però in stormi per la loro migrazione autunnale. Fabbricano il nido con sottile artifizio, ponendolo all'estremità dei rami d'alto fusto; e si cibano d'insetti come pure di varie sorta di coccole e di frutta. Il colore predominante nel penname del maschio è il giallo, e questo carattere è costante nel maggior numero delle specie conosciute. Le femmine si differenziano notabilmente dal maschio, avendo penname verdognolo o macchiato di giallo ; e i giovani novelli somigliano sempre alle femmine. La loro muda è semplice e ordinaria. Questi uccelli trovansi nell'Asia, nell'Africa, nelle isole dell'Arcipelago Indiano e nell'Europa meridionale ed orientale. Recheremo ad esempio il rigogolo comune (oriolus galbula), detto anche volgarmente goloy beccafico, brusola, galbedro, garbella , giallone e gravolo gentile, distinto principalmente pei suoi colori di giallo e nero, o verdastro e nero. Secondo il Belonio e altri, sarebbe questo il x^P^ dei Greci; il galgolus vireo e oriolus de' Latini e il picus di Plinio ilib. x, c. 53). 11 rigogolo comune è un uccello selvatichetto anzichenò, frequentando i boschi solitarii e i lembi delle foreste, salvochè nella stagione delle frutta, nella quale frequenta i pometi, con non piccoloLjOOQLC


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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