Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RIMELLA - R1MIN1
somigliare a sottilissima polvere, nelle malattie di petto.
La virtù di un rimedio si riconosce dalle sue qualità fisiche e dai suoi componenti chimici, o per esperienze istituite sugli animali, sull'uomo sano e sugli infermi stessi: e spesso fu l'istinto od il caso che rivelò rimedii efficacissimi. La classificazione dei medesimi secondo la loro azione, che è la più importante e la più difficile e perciò fu in ogni tempo oggetto di disputa fra i medici, è costantemente subordinata alle dottrine che prevalsero in patologia. Per tacere delle infinite divisioni e classificazioni proposte e rigettate successivamente, accenneremo qui solo quella proposta dei vitalisti, per aver la medesima avuto un certo grido presso noi in epoca non lontana, secondo i quali non si ammetterebbero che due classi di rimedii, cioè eccitanti o stimolanti, e deprimenti o controstimolanti: e l'altra via tenuta da coloro che classificano le sostanze medicamentose secondo il loro modo particolare di agire, unica plausibile nello stato attuale della terapeutica. Fra questi, i signori Trous-seau e Pidoux nel loro trattato di materia medica, attenendosi ad un metodo eminentemente pratico, stabiliscono quattordici classi di rimedii: 1° ricostituenti ; 2° astringenti; 3° alteranti; 4° irritanti; 5° antiflogistici ed ammollienti; 0° evacuanti; 7° eccitanti del sistema muscolare; 8° stupefadenti ; 9° anestesici; 10° antispasmodici; 11° tonici; 12° stimolanti; 13" sedativi; 14° antelmintici.
L'azione dei rimedii è subordinata ad un'infinità di circostanze particolari dipendenti dal temperamento dell'iufér ino e dalle modificazioni sofferte dal misto organico, per cui lo stesso rimedio non è sempre valevole per la stessa malattia, od almeno vuol essere somministrato in quautità differenti: e perchè la medesima riesca efficace, occorre che il rimedio sia ben conservato, venga opportunamente applicato, ed in quella dose e forma che è dai singoli casi richiesto, oltre che dev'essere coadjuvato da un adatto regime dietetico.
RIMELLA (geogr.). — Comune nel circondario di Varallo, provincia di Novara, con 1026 abitanti.
RIMESSITICCIO (agric.). — Si chiamauo rimessiticci quei getti laterali delle piante che spuntano in autunno, vale a dire dopo la fioritura, al collare delle radici delle piante vivaci, e specialmente di quelle che perdono il loro stelo in conseguenza di questa fioritura. Paragonar si possono ai germogli degli alberi ed arbusti.
1 coltivatori traggono talvolta dai rimessiticci un partito vantaggiosissimo per la moltiplicazione delle piante; talvolta sono obbligati di sopprimerli, o per impedire che il piede non si estenda troppo, o perchè il loro gran numero, smungendo il terreno, si oppone alla bellezza dei fiori che devono dare quelle piante. Queste due operazioni si praticano comunemente soprattutto tra i fiori coltivati nelle platee; nei giardini paesisti si eseguono colla vanga, si tagliano cioè i cesti delle piante vivaci in due o più pezzi, per piantarli altrove, o per gettarli fra le immondizie.
RIMINI (lat. Ariminum, gr. 'Aptjxtvov) {geogr. e stor.). — Città del regno d'Italia, nell'Emilia, provincia di Forlì, circondario, mandamento e comunedello stesso suo nome, distaute 40 chilom. S. E. da Forlì, quasi altrettanti da Ravenna, e 35 ad 0. N. 0. da Pesaro, tra i due fiumi Marecchia ed Ansa, circa 3 chilom. sopra l'imboccatura del primo nell'Adria-! tico. La popolazione del circondario di Rimini è di 87,455 abitanti presenti all'ultimo censimento (1881) ! e di 90,456 residente o legale; quella della città -di Rimini è, rispettivamente, di 37,078, e di 37,673. È cinta di mura, ed ha diverse porte. Una lunga strada la traversa, che dal lato settentrionale termina alla porta San Giuliano, donde comincia la via Emilia, la quale conduce a Piacenza, e dalla parte del mezzogiorno alla porta Romana, dove finisce la via Flaminia, che da Roma mena fino a quel punto. La città è ben fabbricata, possiede alcune belle strade, e superbi palazzi di marmo, ma ha un aspetto melanconico e deserto. La cattedrale dicesi essere stata fabbricata sulle rovine di un tempio dedicato a Castore e Polluce, e ristau-rata nel xv secolo. L'esteriore, molto elegante, offre contrasto coli'interno, dove esistono, fra le altre cose, le tombe della fagiiglia dei Malatesta, un tempo signori di Rimiui. La chiesa di San Giù-1 liano possiede un superbo altare di Paolo Veronese, e parecchi quadri preziosi di Guido e di altri celebri artisti. In quella di Sant'Agostino evvi una vòlta dipinta a fresco maestrevolmente. Il palazzo della città è un bellissimo edilìzio egualmente che I il teatro. Nel palazzo Gambalunga trovasi una ricca biblioteca liberalmente aperta al pubblico. Il castello eretto da Sigismondo I cadde in rovine. La piazza principale è abbellita di uua fontaua e di una statua di Paolo V. All'entrata meridionale della città vi è un arco trionfale inalzato in onore di Augusto, e che Botto tutti i riguardi è degno di ammirazione. Amendue i fiumi, di cui abbiamo di sopra parlato, sono traversati da solidi ponti. Le iscrizioni che leggonsi in quello costruito sul Marecchia provano che fu cominciato sotto Augusto e finito sotto Tiberio. È tutto di marmo, ed ha cinque archi (fig. 5693). I critici discordano sul suo merito come lavoro dell'arte, ma per essersi cosi bene conservato non vi può essere alcun dubbio rispetto alla solidità della costruzione (V. Ponte). Un bel cornicione corre lunghesso la corona degli archi, e fa grazioso finimento, sul quale poggia il parapetto. In esso vedesi sculto il lituus o scettro augurale, attributo della dignità di pontefice massimo, di che gl'imperatori erano rivestiti. Cbmecchè rechi il nome di Augusto, credono gli archeologi che Tiberio il recasse a compimento. Più volte danneggiato e guasto a cagion delle guerre, fu sempre ristaurato con maggiore o minor cura; nella sua massima parte però è tuttora mirabilmente conservato. La sua lunghezza è di circa 65 metri, ed il complesso della costruzione presenta all'occhio dell'osservatore, con regale magnificenza, la eleganza e la solidità.
Dalla stazione della ferrovia comincia la bella j strada Principe Umberto, dove sbocca quella al ! Tempio Malatestiano, che è una splendida chiesa sacra a S. Francesco, su disegno di Leon Battista Alberti. La via Patara conduce alla piazza Giulio Cesare, l'antico Foro, dove Cesare arringò, dicesi, l'esercito dopo il passaggio del Rubicone. Bella è
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