Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RIMORCHIARE. RIMORCHIO - RIMUNERAZIONE 361
roghe abbiano ad essere restituiti al fornitore, la spesa del mantenimento per tutti i giorni del seguito prolungamento s'intenderà pure a tuo carico, e se v'hanno cavalli che soffrono gli stranguglioni, gourme irregolare, dovranno rimanere presso gli impresarii sino a compinta guarigione, ed in caso di morte essi avranno l'obbligo di sostituirtfSaltret-tanti. Quelli che sono rifiutati perché difettosi, sono tosto marcati alla parte sinistra del collo, sotto la criniera, facendo colle forbici il segno convenzionale X, onde evitare cbe possano quelli venire nuovamente presentati all' accettazione. Infine il pagamento dell'importo dei cavalli è fatto per la concorrenza dei tre quarti del pattuito prezzo subito dopo l'accettazione, ed il saldo avrà luogo dopo la rispettiva guarentigia.
Vedi: Gherardi, Opuscoli d'ippologia, o ragionamenti sul cavallo e sue razze — Secon Rochas, Histoire d'un cheval de troupe, tradotta dal professore Carlo Lessona — Richard, Traité de l'extérieur du cheval — Saint-Ange, Traité de hippologie — Val-lon, Traité de hippologie à Vusage de messieurs les offxders de Varmée — Volpi, Trattato della conformazione esterna del cavallo — Cros, Conformazione del cavallo — Caglieri, Trattato del governo del cavallo — Ercolani, Ricerche stwico-analitiche di veterinaria — Grognier, Court de multi-plication des animaux domestiques — Magne, Traité de hygiène vétérinaire — Cardini, Dictionnaire de hippiatrique.
RIMORCHIARE, RIMORCHIO (marin). - L'arte di trarre una nave mediante un'altra, o con imbarcazioni attaccate alla sua prora, mercò di cavi che chiamansi anche rimorchii.
RIMORSO (etic.). — Gli appetiti e le pravo inclinazione trascinano l'uomo ad azioni contrarie al sen* timento morale, ma appunto perchè r - ji opera male, sapendo di essere moralmente obbligato a fare il bene, quando la passione è sedata dalla soddisfazione, sentesi dal proprio giudice interno severamente rimproverato, si trova l'animo amareggiato e tormentato dal rimorso. Questo è il fatto psicologico; ma se ne vorrebbe conoscere la ragione metafisica, perocché qui manifesta massimamente l'eccellenza dell'ente umano. L'uomo essendo dal Creatore fornito di senso morale per conoscere l'ordine consentaneo ai disegni della Provvidenza, non avviene mai che egli usi del proprio libero arbitrio senza sentire ad un tempo che la sua elezione è buona o cattiva rispetto al fine verso cui egli è destinato; e questo suo accorgimento è appunto quello che cagiona nell'animo il turbamento di coscienza che chiamasi rimorso. Allora sente l'uomo che, invece di correre sulla via cbe deve condurlo alla propria destinazione, se n'è allontanato, e non potrà ricnperare il buon sentiero senza fare uno sforzo maggiore di quello che gli sarebbo costato per opporsi alla violenza dell'appetito. Sente di aver perduto un bene vero per un falso bene, si conosce inferiore alla sua condizione, e si vergogna di se stesso. Se non che l'uomo a questo punto può ancora fare uno slancio generoso alla virtù, e con nobile ardimento svincolarsi dai lacci ch'egli stesso si è tessuti ; il quale consta del dolore del male operato e della ferma risoluzione di nonpiù incorrere in esso. Di qui comincia veramente la rigenerazione morale, e nou dal solo rimorso; perocché questo è solamente un sentire passivo, mentre il pentimento è un vero operare, un risorgere che fa l'uomo con tutte le sue forze per riprendere la vita spirituale. Ma se, avvilito dalle difficoltà di superare gli ostacoli, si adagia alla sua triste condizione, diventa schiavo delle prave inclinazioni, e finisce per ottundersi il senso morale del bene, cosicché non sente più rimorso del male, e rimane un ente depravato. La dottrina cristiana della Penitenza fV.) è per l'appunto la dommatica religiosa che corrisponde perfettamente a questa teoria filosofica.
RIMOSTRANTI {st. eccl.).~Sono gli Arminiani (V.), detti cosi (remonstrantes) a motivo delle rimostranze che fecero agli Stati generali, in forma di dottrina.
RIMULA (500?.). — Genere di molluschi gasteropodi saitihranchi, della famiglia delle fissurelle.
RIMUNERAZIONE (etic.). — Siccome tutta la morale poggia Bulla nozione del bene e del male e sui caratteri essenziali ed inseparabili di tale nozione; cosi al riflettere sulle nostre proprie o sulle altrui azioni, giudichiamo necessariamente che tale atto dato è buono, tale altro è cattivo moralmente. A questo vengono ad unirsi due altri giudizi anch'essi necessarii, per ciò stesso che l'agente che ha fatto il primo è dotato d'intelletto e di libertà: onde ad un tempo riconosciamo doversi da noi fare il bene ed evitare il male. Ecco il carattere morale obbligatorio che forma la legge morale, ossia il dovere. In ultimo giudichiamo non meno necessariamente che colui il quale ha fatto il bene può aspirare ad una ricompensa, e colui il quale ha fatto il male si deve aspettare un castigo. La rimunerazione (da munus, dono; remunerar*, rendere la pariglia), cioè la distribuzione dei castighi e delle ricompense si fonda sul giudizio del n.erito e del demerito. L'idea della giustizia, che è idea primitiva e necessaria, fornita dalla ragione, è quella che mostra doversi ricompensare la virtù e punire il vizio : ecco un principio, un assioma morale che ammettiamo in forza della ragione intuitiva e non del raziocinio deduttivo. Ora se si do-; manda perchè la virtù richiede ricompensa, ed il vizio deve essere punito, nulla s'ha da rispondere se non che la cosa sta cosi.
La rimunerazione è la sanzione della legge morale ; tuttavia troppo spesso avviene in questo mondo che il fatto sia contrario a tal fondamentale principio. La pena ed il premio non sempre sono equabilmente distribuiti nel corso della vita nostra; e non è raro vedere il vizio trionfante mentre la virtù invano si dibatte contro Ife persecuzioni. Se non che tali apparenti contraddizioni hanno la ragion loro nella stessa natura dell'uomo e nel fine della vita, sono le condizioni stesse del , vizio e della virtù; imperocché, quando le cose fossero regolate in modo che il vizio fosse sempre punito e la virtù premiata, basterebbe il calcolo più volgare per farci gente dabbene, e saremmo virtuosi senza merito. All'incontro il bene morale vuol essere eletto dalla libera volontà, qualunque i siano le prove fra cui bisogni compierlo, qualunque ' sieno i sacrifizi coi quali bisogni comprarlo. Ap-
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