Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RINITE - RINOCERONTEciannove anni si laureò in legge nella sanese Università, e fu nel 1828 ascritto al ruolo degli avvocati toscani, abilitatosi subito agli impieghi maggiori di giudicatura criminale. Liberale di sentimenti, non fece splendida carriera sotto il Governo lore-nese granducale. Dopo la restaurazione di Leopoldo li, nel 1851, fu nominato consigliere alla prefettura d'Arezzo, da cui nel 1835 passò all'altra di Pisa, finché colpito da quasi totale cecità, fu astretto a lasciare gl'impieghi politici. Caduto quel Governo nel 1859, benché mezzo cieco, fu nominato professore di economia politica in Siena, facendosi distinguere per umanità e gentilezza di modi, non meno che per profondità di sapere, onde fu in breve nominato cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro. Più che per le cariche dello Stato, per le quali sarebbe morto il suo nome colla persona, deve giusta fama alle scritture pubblicate, di argomento economico e storico, stimate anche all'estero ; ma qui segnaliamo fra le altre una Memoria sulVindustrialismo, che gli meritò una medaglia d'oro dall'Accademia de' Tegei di Siena ; un bellissimo Saggio critico sulla storia civile di Sparto, ed Atene, lavoro coscienzioso se altri mai, e di critica arguta e severa, ed un Corso di economia politica, interrotto dalla morte, ma di cui è pubblicato il primo volume, e pronto per la stampa il secondo. Lasciò molti altri lavori inediti importanti quanto i pubblicati, e che è desiderabile che la illustre vedova e gli eredi li affidino a persona competente per la scelta giudiziosa e savia, e così vengano fatti di pubblico diritto. Fu socio dei Fisio-critici e dei Tegei di Sieua, e di altri illustri Accademie. In Sieua cuoprì le più importanti cariche municipali, e fu coguito di molte liugue antiche e moderne. Nell'ultimo decennio, malato di occhi, come Augusto Thierry, non abbandonò mai i prediletti studii, valutosi con dispendio non piccolo dell'opera di due assidui lettori. Ottimo padre e consorte, fu cittadino utile e caritatevole senza ostentazione, e cristiano di sostanza più di che di figura. La sua morte fu vero lutto per la città, che onorava in lui uno dei pochi patrizi di antica stirpe che seppero ringiovanire la nobiltà del saugue con quella dell'ingegno e della scienza, nobiltà che da qualche anno va fortunatamente crescendo in Italia e Dio voglia continui.
RINITE (patol.). — Infiammazione della membrana uasale.
RINNEGATO (dir. can.). — Dicesi propriamente colui il quale abbandona la religione cristiana per abbracciare quella degli Ebrei o dei Gentili ; e questo è il massimo delitto che commettere si possa in faccia alla Chiesa. Gli antichi chiamavano lapsi tal sorta di apostati e li distinguevano in turifi-catiy sacrificati e libellatici, secondo che si mostravano ribelli alla religione cristiana, bruciando incenso agli idoli, sacrificando alle false divinità, od ottenendo da' magistrati corrotti libelli fiuti di avere sacrificato agl'idoli, come avveniva spesso al tempo della persecuzione di Decio. Gravissime ed umiliantissime erano le pene che ai rinnegati si davano dalla Chiesa nei primi tempi ; e se la disciplina ecclesiastica si rallentò anche per questo rispetto, è però da dire che se ne fecero sempre più rarii casi a misura che il cristianesimo andò trionfando. Quindi anche le legislazioni civili comminarono pene ai rinnegati, fra le quali principalmente si conservò quella della perdita della cittadinanza e dei diritti ad essa annessi. Se non che presso le nazioni molto avanzate nella civiltà e che hanno ammessa la libertà di coscienza non esiste più delitto di apostasia.
RINOBIONE (chir.). — Sonda adoperata nelle cavità nasali.
RI NOCE RI [zool.). — Chiamati anche rincofori, o rostricorni , o porta-becco, sono insetti coleotteri tetrameri, costituenti una numerosa famiglia, della quale si distinguono gl'individui per una specie di grugno o proboscide formata da un prolungameuto della parte anteriore della testa. Per la maggior parte hanno l'addome grosso, le antenne piegate a gomito, e claviformi, e il penultimo articolo del tarso bilobato. Le loro larve hanno il corpo oblungo, molle e biancastro; somigliano a piccoli vermi, e in luogo di piedi presentano dei piccoli mammelloni. Rodono le materie vegetabili, e molte vivono esclusivamente nell'interno di certi semi : duri e di certi frutti coriacei. — Si distinguono { dai moderni entomologi in quattro tribù princi-j pali, che sono: i bruchi gli attelabi, le brente e i punteruoli. Di tre abbiamo parlato ai proprii nomi ; ! degli Attelabi (V.).
RINOCERONTE (zool.). — Genere di mammiferi apparteuente all'ordine dei pachidermi, e costituente da sé solo una famiglia che compreude , fino ad ora, quattro o cinque specie. Questi ani-I mali ricouosconsi perfettamente in mezzo a tutti gli altri mammiferi da un particolare carattere, ! che consiste nello aver sul naso uno o due corui pieni, fibrosi, quasi fossero composti di peli agglutinati, aderenti soltanto alla pelle e non alle ossa del naso, le quali ossa sono grossissime, riunite a modo di vòlta, il che dà una grande potenza a , quella specie d'arma offensiva. Un'altra singolarità i si è che quando il rinoceronte porta due di cosif-, fatti corni , come avviene in quello d'Africa, essi non sono già collocati l'uno accanto all'altro, ma l'uuo davanti all'altro. I denti dei rinoceronti va-, riano; e Federico Cuvier in un soggetto da lui , esaminato non iscoperse denti incisivi. Generalmente però sono in numero di trentadue, vale a ; dire in ciascuna mascella due incisivi e quattordici , molari.
Le forme di questi animali sono tozze, massiccie e tutt'altro che eleganti; la testa è quasi triau-; golare, corta ; gli occhi piccoli e porcini ; le orec-: chie lunghe e pendenti all'indietro; il labbro superiore lungo, aguzzo e mobile, e serve loro per prendere e tirare in basso i rami frondosi onde si nutrono. Hanno tre dita a ciascun piede, la coda corda e sottile e le mammelle inguinali.
La colonna vertebrale ò composta di diciannove vertebre dorsali, tre lombali, cinque sacre e ventidue coccigee ; le coste sono nove, di cui quattro spurie. Lo stomaco è semplice, vastissimo, gl'intestini lunghi e il cieco assai ampio; manca la vescichetta della bile. Sono tutti di mole colossale, e ricoperti da una pelle quasi nuda, spessa, durissima, che forma una Bpecie di corazza quasi
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