Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RIPUDIO - RISAJE
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doveo fece perire Sigiberto, ed aggiunse il reame de' Ripuarii, ossia dei Franchi orientali, al suo dominio. Morto quel monarca nel 511, Teodorico suo figliuolo divenne re de' Ripuarii e fermò la sua stanza a Metz. Si è a questo principe che viene attribuita la legge de' Ripuarii, fino a noi pervenuta ; ove però vogliasi prestar fede ad alcuni storici assennati, essa legge non avrebbe ricevuta la sua forma attuale se non un secolo dopo, regnante Dagoberto I (628-638). Questo curioso monumento della franca legislazione si compone di 89 o 91 titoli , formanti 224 o 277 articoli, giusta le varie distribuzioni, e contiene il diritto penale in 164, ed il diritto politico o civile colla procedura civile e criminale, in 113 articoli. Sui 164 di diritto penale, se ne contano 91 per violenze contro le persone, 16 per i casi di furto, e 54 per delitti diversi. Esso manifesta, a un di presso, lo stesso stato di costumi della legge Salica, ma del rimanente, oltre ad un'impronta generale meno barbara ed a più politiche mire , differisce in alcuui punti notevolmente da essa legge. Il regio potere vi è, a cagion d'esempio, più chiaramente definito ed esteso, venendovi considerato il re come proprietario o padrone , avente in suo possesso molti tenimenti, e con piena ed assoluta proprietà sui coloni che li coltivano. La Chiesa viene in tutto e per tutto assimilata al re, ed alle terre, ed ai coloni ad essa appartenenti sono accordati quei medesimi privilegi di cui godeva il sovrano. Il combattimento giudiziario vi è più spesso mentovato; e certe disposizioni, fra cui quelle concernenti l'affrancamento • degli schiavi, sono tolte alla legge romana. Insomma, dalla legge Salica alla legge Ripuaria avvi progresso evidente.
RIPUDIO (giurispr.). V. Divorzio.
RIPULSIONE (fis.). V. Attrazione.
RIPULSO (mariti.). — Ripulso delV elice o delle ruote di una nave a vapore è la differenza fra la velocità reale e quella che la nave avrebbe se l'elica o le ali delle ruote avessero nell'acqua in cui si muovono un punto veramente fisso, cioè se l'acqua non cedesse alquanto sotto il loro impulso, e potessero procedere come nelle madreviti e negli ingranaggi.
RIQUET Pietro Paolo (biogr.). — Barone di Bon-repos, nato a Beziers nel 1604, morto a Tolosa il 1° ottobre 1680, apparteneva ad una nobil famiglia Richetti, oriunda di Firenze (altri dicono di Lucca), proscritta come ghibellina, che aveva posto stanzain Provenza verso il 1268. Si divise in due rami, noti uno sotto il nome di Riquet conte di Caraman, l'altro sotto quello di Riquetti marchese di Mira-beau (V.). Dal primo ramo discese il nostro Riquet, autore di un' impresa che eccitò la meraviglia e l'ammirazione dell'Europa. Una gran parte de' suoi possessi era situata alle falde dellk Montagna Nera, ed a questa circostanza andò debitore della prima idea del suo progetto. Questa idea, non meno semplice che grandiosa, fu quella di trar profitto dei varii corsi d'acqua della Montagna Nera e di riunirne il volume 8ull'unodei declivii, punto più basso fra i due pioventi del Mediterraneo e dell'Oceano. Riquet, non avendo, al dire di D'Agnesseau, altro strumento che un cattivo compasso di ferro, argo-
mentò che mediante pendii facili a conservare ed opere deboli al paragone di quelle che erano state progettate in addietro, potevansi condurre le acque riunite di parecchi torrenti fino a Naurouse, che doveva essere il punto di separazione. Sciolto questo problema, tutte le difficoltà dileguaronsi. Riquet fece e presentò una memoria a Colbert, riscontriere generale delle finanze ; e il suo disegno d'un grande canale fu presentato il 26 novembre 1662 dall'in-gegnere militare Andreossy. Mediante un, decreto del 18 gennajo 1663, Luigi XIV ordinò che una commissione fosse incaricata di esaminare i disegni sul luogo, e fatto ch'ebbe una relazione favorevole, comparve nell'ottobre del 1666 l'editto per la costruzione del canale. Le condizioni proposte per la costruzione furono accettate, e la prima pietra fu posta nell'aprile del 1667. Si cominciò a navigare da Naurouse a Tolosa nei primi giorni del 1672, e il canale fu aperto nel 1681. Riquet era morto sei mesi prima, quando più non rimanevano a compiere che tre chilometri. I suoi figliuoli Gian Mattia de Riquet di Bonrepos e Pietro Paolo ftiquet oonte di Caraman compierono l'opera sua.
La lunghezza del canale del Linguadoca dallo stagno di Tbau fino a Tolosa, ove ha fine, è di circa 250 chilometri. La sua larghezza alla superficie è quasi in ogni dove di 20 metri, e di 10 metri 66 centimetri al fondo. L'acqua è fonda due metri in tutta l'estensione del canale. I trasporti sul canale di Linguadoca calcolansi in media a 75,000 tonnellate, di cui il prodotto, unito ad altri redditi accessorii, forma una somma di 1,500,000 lire.
Una statua in bronzo per Davide d'Angers fu rizzata il 21 ottobre 1838 a Riquet in una delle piazze pubbliche della sua città natia.
Vedi : Decampo, Eloge de P. P. Riquet (Parigi 1812) — Audreossy, Hi st. du canal du Midi.
RISACCA (marin.). — Movimento delle onde ripercosse dalla spiaggia e dalle rive del mare (V. Onda e Porto).
RISAJE (agric. ed igien. pubbl.). — Chiamasi ri-Baja una certa estensione di terreno coltivata a riso. Molto si disputò e si ucrisse, massime in questi ultimi tempi, intorno all'influenza delle risaje sulla umana salute, senza che siasi finora potuto stabilire fino a qual punto siffatta coltivazione riesca perniciosa per quegli abitanti ; conciossiachè taluni ritengono come universalmente e costantemente dannosa siffatta coltivazione, e la vorrebbero perciò sbandita od almeno ristretta in angusti limiti, laddove altri dicono esagerarsi di molto la maligna influenza della coltivazione del riso, e ad altre condizioni , nelle quali trovansi i coltivatori delle risaje , attribuiscono principalmente i malori che li affliggono.
Non potrebbe mettersi in dubbio che il genere di coltivazione necessario alla produzione del riso non sia favorevole allo svolgimento di tutti quei miasmi che derivano dalla decomposizione di sostanze organiche. I vasti tratti di terreno dapprima inondati e poscia lasciati in secco nella più calda stagione, si convertono in perniciose sorgenti di gas più o meno mefitici, i quali possono essere trasportati da' venti anche a notabili distanze , e dare origine alle febbri intermittenti, e a tutti glit^ooQle
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