Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RISALTO - RISCALDAMENTOmiasmatica. È incontestabile che il solo mutar d'aria basta sovente a troncare il corso di una intermittente ribelle, e che la convalescenza durata in aria salubre e diversa da quella che cagionò la malattia, si accorcia di aBsai e ristaura meglio l'organismo dalle perdite e danni sofferti.
A tutte le suddette cose arrecherebbe il complemento un poco d'istruzione igienica svolta con garbo da persona a ciò, vuoi nelle scuole elementari, vuoi nelle domenicali per gli adulti, e massimamente per le contadine, presso le quali gli errori tradizionali trasmettonsi di generazione in generazione con tale pertinacia, che di qualunque conseguenza funesta possa seguirne faranno risponsali il medico, lo speziale, ma non già la propria ignoranza e caparbietà.
RISALTO (archit.). — La sporgenza di alcune parti nel mezzo o sui lati di un edilìzio dalla linea principale, dicesi risalto, ovvero aggetto. I risalti dànno vaghezza e movimento alla fabbrica, ove non pecchino nè per difetto nè per eccesso di sporgenza; perciocché uu risalto appena accennato fa vedere uno sforzo per fare ciò che non si può; e quando è soverchio, pare che la fabbrica si divida e voglia scappar via. Un palazzo od un edilizio pubblico, privo di risalti, può aver un aspetto grandioso, ma riuscirà monotono, come sono monotone tutte le case di Torino, collocate tutte sulla stessa fila, come tanti soldati schierati ed allineati. I risalti per lo più si ornano con colonne e cogli altri ajuti dell'architettura ; perchè essendo fatti per dar bellezza alla fabbrica, amano di essere adorni più del rimanente.
Diconsi anche risalti i membri architettonici sporgenti dalla linea che segna il vivo della fabbrica, di cui sono a vedere le voci Cornice, Mensola e simili.
RISANO (latino Rhizon, Rhizinium, Rucimum, gr. 'PiSwv, P£«va) {geogr. e stor.). — Comune della Dalmazia, nel circolo di Cattaro, al N. ed a 12 chilometri da cotesta città, ed al S. E. e 68 da Ragusa, in fondo ad una cala del golfo di Cattaro, che da esso si denomina il golfo o seno di Risano (Rhizonicus sinus, 'Provocò? xóX7to;. Strab. vii, p. 314-316; Ptol., il, 17, §5, 12; Polyb., li, 11 ; Liv., xlv, 26; Plin., m, 26; Steph. B., s. v.). Conta 3200 abitanti operosi ed industri, ed ha non poca rinomanza fra i navigatori di lungo corso per l'abilità e destrezza de' suoi marinari, che sono pure intrepidissimi; viene dominata l'intera borgata da una rupe, su cui torreggia un ben munito castello. Ne facciamo qui cenno per l'attinenza che ha il luogo colle mitologiche leggende e colla storia, rilevandosi dalla prima che Cadmo si rifugiò ivi fra gli Enchelei ; e dalla seconda che Teuta, regina degli Illirii s'era rifugiata anch'essa in cotesto suo ultimo propugnacolo, ed ottenne la pace colle condizioni dettate dal vincitore. Scilace registra un fiume Rizo (Rhizus, Polyb., I. c.; Philo. ap. S. Bs. v.
Bov3ót)> ; ma ciò null'altro può significare che le odierne Bocche di Cattaro, ossia il golfo che così appellasi, celebre per la maguificeuza delle sue forme, che gli dà l'aspetto, colle sei sue aperture, di un lago interno; e quinci derivò appunto lo sbaglio di Scilace e Polibio, i quali affermano che ri-Nuova Encicl. Ital. Voi. XIX.
maneva ad una certa distanza dal mare. Sta Risano oggidì sopra un terreno saliente, all'estremità di una bella baja, che corre al N. di Perasto, e vi si veggono avanzi di una romana colonia, come come lo attestano, fra gli altri oggetti, un pavimento ed alquante medaglie che vi si rinvennero. Esiste ne' suoi dintorni una caverna, da cui erompe d'inverno un torrente, che gettasi nella baja ; ma non si sa se sia cotesta la dalmatica caverna ricordata da Plinio (li, 44), nella quale erasi ricoverato, giusta i favolosi racconti, il succitato Cadmo, presso l'illirica tribù degli Enchelei (Enchelees, 'Ey/else;). Non si ha sicura contezza dell'approdo dei Fenieii alla spiaggia, orientale dell'Adriatico ; ma non si potè certo stabilire dagli scrittori siffatto termine alle peregrinazioni cadmee, che colla scorta dei rimasugli di colonie fenicie.
Vedi: Geogr. Rav. (v, 14) — Wilkinson, Dal-matia (voi. i, p. 381) — Neigebaur, Die Sùd-Slaven (p. 30).
RISARCIMENTO DEI DANNI (dir. civ.). V. Danno e Risponsabilità civile.
RISCALDAMENTO (econ. dom., igien. e tecn.). - Gli apparecchi di riscaldamento dei nostri edifizi possono essere divisi in due grandi classi, secondo che l'apparecchio di combustione è collocato nell'ambiente stesso che riscalda, o è fuori di questo. Alla prima classe appartengono le braciere, i camini e le stufe alla seconda, i caloriferi ad aria calda, a vapore e ad acqua calda.
I. Gli antichi facevano grande uso delle braciere, nelle quali ponevano della bragia: al presente questo sistema di riscaldamento è ancora frequentemente usato in Oriente, nell'Italia e nella Spagna, ma ogni giorno va perdendo d'importanza a motivo dei numerosi casi d'asfissia cbe esso produce, quando viene applicato in ambienti ristretti e ben chiusi.
II. L'uso dei camini non sembra rimontare ad epoca anteriore al x:i secolo. I più antichi camini vennero costrutti con vaste dimensioni ; i loro tubi erano assai larghi, e vastissimi i focolari. In questi camini era necessario consumare una quantità considerevolissima di combustibile per ottenere un meschino riscaldamento; sempre si verificava un forte tiraggio e per conseguenza si stabilivano delle grandi * e moleste correnti d'aria nelle camere in cui i camini si trovavano; e soveute mandavano fumo pel fatto che, a motivo dell'eccessiva grandezza della loro canna, si stabiliva una doppia corrente. I camini antichi costituiscono sicuramente il tipo dei peggiori fra tutti gli apparecchi di riscaldamento,
e sembravano fatti, come diceva Franklin, nell'intento di utilizzare la minor quantità possibile del calore iu essi prodotto.
1 moderni cammi non presentano più gli innumerevoli inconvenienti che andavano uniti ai camini che furouo costrutti nei primi secoli che seguirono la loro invenzione, e sono generalmente costrutti in modo da soddisfare alle seguenti condizioni: 1° irradiare nell'ambiente in cui sono stabiliti la più grande quantità possibile del calore prodotto dal combustibile; 2° ridurre la quantità d'aria che arriva al camino senza essere utilizzata nella combustione; 3° rimpiazzare con aria pura, preventivamente riscaldata, quella che alimenta la
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