Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RISPETTO - RISPONSABILITÀ.
luogo di riserva. Uu corpo di riserva serve ancora a caricare di fianco l'armata nemica, spingendosi subitamente da un lato o dall'altro: l'uso pertanto di tali corpi è antichissimo. Nell'azione di T'imbava vi erano alla riserva del campo di Ciro camelli portanti ciascuno degli arcieri, e si pretende ancora cbe la vista e l'odore di simili animali fecero disordinare i cavalieri Lidii, non essendo abituati i loro cavalli a vedere e sentire simili avversari. Alla battaglia di Farsaglia un corpo di riserva giunto a tempo per rinfrescare i soldati dell'esercito, contribuì moltissimo alla vittoria cbe Cesare riportò contro Pompeo. I corpi di riserva sono stati sempre conservati ; nè v'è nazione che non ne faccia uso, influendo moltissimo alla vincita d'una battaglia. Vegezio crede che l'invenzione di essi è dovuta ai Lacedemoni; i Cartaginesi imitarono questi, e i Romani i Cartaginesi, ma l'invenzione si pretende con fondamento essere ancora più antica. I Romani, tanto sotto ai consoli quanto sotto agl'imperatori, ebbero in riserva dietro l'armata de'corpi di truppe scelte di cavalleria e di fanteria. Le une portavansi verso le ale, e le altre verso il centro, mantenendosi sempre pronte per volare all'istante ove il bisogno si rendeva più urgente, per impedire di disordinarsi la disposizione generale delle truppe. Il loro corpo di battaglia non aveva che un'azione generale per respingere o per rompere l'ordine nemico. Ma se l'occasione esigeva di formare il cuneo, le truppe di riserva erauo chiamate a tali disposizioni ; e quando essi non avevano truppe di resto, amavano meglio fare un fronte di battaglia più corto, onde formare delle riserve più considerevoli. Questa è la saggia precauzione cbe hanno sempre i più abili generali. Nel loro ordine di battaglia essi devono pensare a riservarsi delle truppe fresche uel bisoguo. Negli eserciti romani il generale in capo comandava l'ala diritta ; il secondo si situava al centro dell'infanteria; ed il terzo all'ala sinistra; ma tutti e tre avevano ciascuno un corpo di riserva al loro comando , preparato a recar soccorso nei bisogui.
Nell'ordine di battaglia che si usa oggigiorno, questo è composto di due linee, ed i corpi di ri. serva formano la terza. Nella cavalleria s'impiegano d'ordinario dei cacciatori per formare la riserva o altri corpi. Essa segue il movimento dell'intero corpo, a cui è destinata, in tutte le velocità. In uno squadrone la riserva è formata da un pe-lottone, che resta 20 metri dietro il centro dello squadrone: a 10 dietro l'ala: a 200 alla fronte della liuea, o verso uno dei fianchi. Quando la riserva viene destinata a coprirsi alla diritta nella linea di battaglia, si colloca nella disposizione dello squadrone in colonna colla diritta alla testa, 10 metri distante dal fianco destro del primo pelottone, e se la sinistra è in testa, marcia in riserva colla medesima distanza di 10 metri, al fianco sinistro del pelottone della coda. Se all'opposto dovesse la riserva restare dietro l'ala sinistra della linea, si mantiene in direzione del fianco sinistro del quarto pelottone, essendo testa della colonna; e starà al fianco diritto, quando lo stesso pelottone sarà in coda.
Riserva, ed oggi milizie territoriali. sono addi-
mandati ancbe gli uomini delle classi di leva chiamate e non assembrate sotto le bandiere ; ed anche quei soldati cui fu accordato un congedo illimitato, e che occorrendo vengono richiamati sotto le armi.
Vedi Carbone, Dizionario militare (Torino 1863).
RISERVA (econ. comm.). — Nel regime bancario chiamasi così il fondo disponibile metallico per garanzia della carta circolante ( ' Banco).
RISERVATI PECCATI (dir. can.). — Sono quelli di cui il papa, il vescovo e gli altri superiori ecclesiastici , siccome i generali ed i provinciali degli ordini religiosi, si riservano l'assoluzione. È di fede che il papa ed i vescovi possono riservarsi certi casi di coscienza. 11 Concilio di Trento anatematizza coloro i quali dicono il contrario (sess. 14, cap. 7, De casuum reserv., can. 2). Questo diritto si fonda 1° nel potere di governare la Chiesa che i vescovi hanno ricevuto da Gesù Cristo, giacché il bene della Chiesa vuole talvolta che quelli i quali la governano si riserviuo certi casi; 2° nella pratica generale della Chiesa usata fin dal secolo zi. siccome si raccolgono nel Concilio generale di Vienna tenuto l'anno 1211, ed in quello d'Arles dell'anno 1260; i superiori regolari possono anche riservarsi i casi espressi nel decreto di Clemente Vili, del 26 maggio 1593, ma non altri, senza la permissione del capitolo generale o provinciale.
Le regole principali che possono servire alla spiegazione dei casi riservati si contengono nei seguenti versi :
Completttm, externum, certum, mortale; favor esAuge, odium stringe; a potiori nulla ratio est.
Mas annos habeat bis septem, foemina bis sex.
Solvo mandante, quando nonjura reservant.
Il Concilio di Trento permette ai vescovi di assolvere i loro soggetti di tutti i casi riservati alla Santa Sede, quand'essi sono occulti ; ed ogni caso riservato al papa si ritiene per occulto finché non è pubblico. I vescovi possono ancora assolvere dai casi riservati al papa, quantunque pubblici e manifesti , i monaci ossia regolari, le monache ossia le religiose, le donne maritate, le giovani vedove, le ragazze, i poveri, i vecchi, i valetudinarii ed infine tutti coloro che non possono andare a Roma senza rischio della vita, della libertà o dei proprii beni. Il Concilio di Trento permette anche a qualunque sacerdote non scomunicato denunziato, di assolvere da tutti i casi e da tutte le censure, anche riservate,"le persone che si trovano in articolo di di morte; ed i teologi estendono tale condizione a qualunque pericolo probabile di morte, cioè a qualunque occorrenza mortale , come la peste, una gran febbre violenta, l'imbarco per un viaggio pericoloso, un parto innormale. Dai casi riservati al vescovo possono assolvere il vescovo, il vicario generale e tutti i sacerdoti cbe hanno dal vescovo la speciale facoltà.
RISHI o RISCI (mitol, e poes. ind.). — Dall'antico sanscrito r ish, vedere, è il titolo dei poeti ispirati Vedici, cbe supponevansi avere veduto, ossia ricevuto per divina ispirazione gli inni sacri.
RISIP0LA (patol. e terap.). — I. Definizioni e divisioni. — Non sono di accordo i medici intorno alla etimologia di Questa voce: i più la derivano daLaOOQle
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