Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RISIPOLA
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lore morboso della cute, aumenta la temperatura della medesima; si fa sentire un calore secco, acre, mordace, continuo, oppure ad intervalli ; talora di quando in quando provano gl'infermi come la sensazione istantanea cbe produrrebbe il cauterio attuale fatto scorrere a qualche distanza dalla parte. Stando alla seusazione del malato, si crederebbe che l'aumento della temperatura nella parte affetta fosse assai considerevole; ma frattanto le esperienze termometriche mostrano che tale accrescimento di temperatura non è mai che di 3 o 4 gradi. Un dolore più o meno vivo accompagna quasi sempre la risipola. Questo dolore è urente, tensivo e pruriginoso; talvolta gl'infermi lo paragonano alla sensazione che potrebbe derivare da molte punture di spilli. In alcuni casi non avvertono i malati se non nn leggiero torpore. Il dolore è uguale su tutti i punti della superficie malata ; è continuo, oppure si rinnova ad intervalli ; ogni più lieve contatto lo esacerba. In qualche raro caso questo dolore si fa solo sentire verso la fine della riBipola, allorquando comincia la disquamazione: la parte malata presenta una tumefazione che non sempre appare alla vista, ma facilmente si avverte col tatto. Tale tumefazione varia secondo la varia sede dell'infiammazione; essa è graduale e non presenta un apice acuminato, come si osserva nel furuucolo nè una protuberanza rotonda, come si vede nel flemmone; essa si perde insensibilmente a misura che si avvicina alle parti sane circostanti. Tuttavolta spesso le parti sane si vedono separate dalla superficie erisipelacea mediante una specie di cercine. La consistenza delle parti malate è aumentata: ora esse sono elastiche, resistenti, ora offrono una lieve pastosità edematosa. L'aspetto della cute è vario; ora è liscia, tesa, lucente; ora rugosa, ineguale, e come zagrinata. Le funzioni della parte malata sono più o meno lese, la traspirazione cutanea è sospesa, i movimenti sono impediti, difficili, dolorosi, spesso impossibili. D'altronde poi i disordini funzionali variano secondo la varia sede della risipola; così nella risipola delle labbra il malato nou può articolare suono veruno. Nella risipola delle palpebre havvi cecità momentanea., in quella dell'orecchio sordità, ecc.
Secondo grado (risipola flittenoide). — Quando la flngosi erisipelacea ha una maggiore intensità di quella che abbiamo descritta precedentemente avviene al disotto dell'epidermide un& esalazione morbosa che determina l'inalzamento di questo primo etrato cutaneo, e si formano delle flittene analoghe a quelle prodotte dalla vescicazione e dalla ustione di secondo grado. Queste flittene talora appajono fino dal principio dell'infiammazione; d'ordinario solamente al secondo e al terzo giorno; ora sono in gran numero, distanti le une dalle altre, piccolissime, simili a vescichette di eczema, piene di sierosità limpida (risipola migliare, vescicolare, eczematosa), o di un fluido lattescente puriforme (risipola pustolosa), ora sono in piccolo numero, larghe, di un diametro fra 4 e 6 fino a 25 millim. o anche 50, irregolari o emisferiche, piene di una sierosità citrina. Spesse volte si riuniscono fra di loro, e non formano più che una sola bolla, larga (risipola bollosa, penfigoide). Quando le flittenesono formate, qualche rarissima volta avviene che in capo a due o tre giorni il fluido ch'esse contengono si riassorbe, e la epidermide rimane intatta ; ma quasi sempre essa si rompe, il liquido si effonde fino dal primo o dal seconde giorno e rimane allo scoperto il derma, alla superficie del quale continua ad effettuarsi una secrezione, ora sierosa, ora purulenta; nel primo caso la sierosità non tarda a concretarsi, e forma cosi delle piccole squame sottili, biancastre, che si staccano facilmente ; nel secondo csbo, si formano delle croste giallastre, bmne o nerastre, simili a quelle che si riscontrano nella impetigine, assai aderenti, e al disotto delle medesime talvolta bì raccoglie nuova quantità di pus, la cui presenza mantiene lo stato infiammatorio della parte malata (risipola scabra, crostosa). Tali croste spesse volte non cadono se non se in capo a più giorni ; ad esse succedono prontamente croste più sottili, e solo gradatamente va cessando la secrezione morbosa, la cute infine riprende i suoi caratteri normali.
Nel secondo grado della risipola i sintomi locali e generali sono più pronunciati che nel primo ; il liquido che cola dalle flittene irrita le parti circostanti colle quali è in contatto e le escoria; la cicatrizzazione ordinariamente non è completa se non se verso la fine del secondo settenario; la febbre alcuna volta persiste anche dopo compita la desquamazione, e non cessa se non che verso il 16° e il 20° giorno. Il grado d'infiammazione necessario per dar luogo al sollevamento dell'epidermide non si manifesta ugualmente, qualunque sia la sede della risipola: a questo riguardo sembra che eserciti una grande influenza la struttura delle parti e, come fra poco diremo, la risipola flittenoide si osserva principalmente alla faccia.
Terzo grado. — In qualche rarissimo caso la flo-gosi assume un'intensità anche maggiore, senza estendersi peraltro al tessuto cellulare sottocutaneo, o dà luogo a nuovi sintomi, in rapporto colla struttura compatta della cute, che si oppone ad un versamento di sierosità nelle maglie del tessuto cellulare cutaneo, e alla formazione diffusa del pus. Dal terzo al sesto giorno diminuiscono tutti i sintomi locali ; il malato ha brividi e talora nausee, piccola ma continua febbre. Dopo due o tre giorni è manifesta la fluttuazione: formasi nella spessezza del derma un focolare purulento, circoscritto, poco esteso, il quale tende ad aprirsi esternamente, ove sia situato nel terzo esterno della cute, e allora, abbandonandolo alle risorse della natura, vedesi la cute assottigliarsi, assumere un colore pallido e infine rompersi ; in una parola, si osservano i fenomeni proprii dello sviluppo e dell'andamento degli ascessi superficiali. Se poi il fuo-colare è situato nel terzo interno della cute, allora tende verso le parti profonde, e la superficie esterna del tegumento riprende quasi il suo stato naturale, mentre il pus disorganizza i tessuti più profondi, e dà luogo ad una raccolta che, ove il chirurgo non sia sollecito a praticare un'incisione, può divenire assai abbondante e congiungersi a tutti i caratteri locali della risipola flemmonosa circoscritta, caratteri dei quali non dobbiamo qui parlare.
È manifesto che in questo terzo grado della ri-
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