Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      esterna evidente, è chiaro che prima di tutto bisogna rimuovere questa causa ed opporsi alla sua riproduzione; cosi, allorché l'esantema è determinato da un setone, dall'applicazione di un topico irritante le applicazioni ammollienti, o praticando l'eBtrazione del corpo estraneo.
      Dovremo noi, come pensano varii autori, e particolarmente Lawrence, fondarci Bulla natura generalmente riguardata come infiammatoria della risipola, per combattere questa malattia al suo apparire, e iu quasi tutti i casi, con emissioni sanguigne generali e locali? Il salasso generale non conviene nel principio della malattia se non quando questa si manifesta con sintomi di una reazione generale intensissima; in tutti gli altri casi esso ci è sempre sembrato più nocivo che utile.
      Le fomentazioui ammollienti e i bagni tepidi sono i soli mezzi antiflogistici che possono impiegarsi con vantaggio, e devono preferirsi alle fregagioni mercuriali , alla cauterizzazione, alle fo-meutazioni alcooliche, alle lozioni stibiate (Caron du Yillards, Bulleiin. de thérap., tom. xv, 361) e alle applicazioni fredde, delle quali alcuni fatti dimostrano veramente l'efficacia in certi casi, ma che non possono farle considerare come costituenti un metodo generale di cura.
      Gli emetici e i purgativi hanno nn valore certificato dalle osservazioni di Stoll, di Desault e di varii medici contemporanei. Essi riescono non solo quando la risipola si presenta accompagnata da sintomi d'imbarazzo gastrico (risipola biliosa), o quando si sviluppa sotto l'influenza di una costituzione epidemica, ma eziandio nelle circostanze in cui nessuna indicazione speciale reclama il loro uso. Nella risipola della faccia, per causa interna Beguatamente, i purgativi e gli emetici ci sembrano i mezzi più sicuri per far abortire la malattia, o almeno per abbreviarne notevolmente la durata, per mantenerla nei limiti de' suoi primi due gradi e prevenire qualunque complicanza. Emery combatte coll'ipecacuaua tutte le risipole della faccia seri za eccezione, e questo metodo ha operato nelle sue mani guarigioni costanti. Diversi sono i modi d'amministrare dei vomitativi: alcuni prescrivono il tartaro emetico, a dose vomitiva (5 centigrammi a 1 decigramma) ; Desault e Cai Hard lo dàuno per clistere; Emery prescrive l'ipecacuana a piccola dose, e rinnova l'amministrazione di questo medicamento finché il corso della malattia non sia arrestato; é raro cbe sieuo necessarie più di tre prese. I numerosi fatti ci fanno accordare, senza esitare, la preferenza a quest'ultimo metodo. I purgativi agiscono generalmente con minore efficacia degli emetici: tuttavolta, allorché la malattia persiste dopo l'uso di questi ultimi, può prescriversi qualche minorativo onde mantenere la libertà del ventre, l'acqua di Sedlitz, o il calomelano, consigliato da G. Copland.
      Tali sono i mezzi coi quali può tentarsi di far abortire una risipola, o almeno di mantenerla nei suoi due primi gradi (eritematosa e flittenoide). Allorché questi mezzi falliscono , non rimane più che abbandonare la malattia al suo corso naturale, ed osservare le forme ch'essa riveste e le complicanze che l'accompaguano ; da questo momento lacura varia coi nuovi sintomi che si manifestano, e non è più in rapporto colla patogenia presunta dell'affezione.
      Quando la risipola rimane limitata alla pelle, i fenomeni ch'essa determina sono in generale, come abbiamo già detto, poco gravi, e non reclamano molte cure; ove si formino delle flittene, bisogna aprirle per dar esito alla sierosità e prevenire il distacco dell'epidermide. Ove si formino dei piccoli ascessi nella sostanza del derma, si può o abbandonare la loro apertura alla natura, o dare esito al pus collo strumento tagliente; la cicatrizzazione non si fa lungamente attendere. Quando, in conseguenza della intensità della flogosi o della struttura anatomica della parte anatomica della parte affetta, una porzione più o meno considerevole di pelle è colpita da cancrena, bisogna aspettare Is caduta delle escare, e provocarla quando non si operi abbastanza sollecitamente; le ulcere che ne susseguono non esigono cbe una medicatura semplice.
      Quando l'infiammazione si propaga al tessuto cellulare sottocutaeno, i fenomeni sono più gravi e debbono essere combattuti con una cura più attiva. Un edema più o meno considerevole annunzia di sovente questa diffusione dell'esantema. Allorché l'infiltrameuto sieroso dipende dalla disposizione anatomica delle parti malate, e non si connette ad uuo stato generale, dovrà essere combattuto coi topici refrigeranti, tonici e astringenti; in pari tempo dovrà essere attivata la secrezione urinaria,
      0 saranno provocate le evacuazioni alvine. Ove questi mezzi riescano insufficienti e la suppurazione, o, lo che è più frequente, la cancrena sia imminente, non bisogna esitare a praticare delle scarificazioni, abbastanza numerose e profonde per dar esito al liquido effuso. Sebbene questo mezzo sembri esso pure accelerare talvolta la mortificazione, non deve essere rigettato, e ci pare molto preferibile al vescicatorio consigliato da alcuni medici. I mezzi ora indicati trovano una frequente applicazione nella risipola delle palpebre, degli orecchi, dello scroto, del prepuzio e delle parti sessuali della donna. Quando l'edema dipende da uno stato generale, quando si manifesta in un individuo avanzato, di cattiva costituzione o indebolita, e quando sopravviene in conseguenza di una complicanza, i rimedii locali diventano insufficienti, talvolta nocivi, e devono quasi sempre essere affatto rigettati: al più potrà esercitarsi una leggiera compressione sulla parte edematosa. In questi casi bisogna ricorrere ad una medicatura interna, e prescrivere i tonici e gli eccitanti: Bolo associati a questi medicamenti possono impiegarsi
      1 diuretici e i purgativi.
      La risipola flemmonosa esige gli sforzi del medico per prevenire la formazione, successiva del pus. Lasciando cure di dubbia efficacia, si è impiegata l'applicazione d'un vescicatorio nel centro delia parte infiammata, con ottimo effetto. « Ove occorra, dice Rigaud (Bull, de thérap., t. in, p. 268), un intero membro deve essere coperto di pezzette spalmate con unguento e spolverizzate con cantaridi, alle quali vien mescolata della canfora in polvere : i più felici risultati coronano questa pratica ». Quanto a noi, non consiglieremo una curat^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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