Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RISIPOLA
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      Sarebbe inutile cercare, anche oggigiorno, nelle opere mediche una descrizione perfetta della risipola; le opere consacrate alla patologia interna {Pinel, Nosol. philos. — Rostan, Méd. clin. — Gius. Frank, Prax méd.) non ne trattano che superficialmente; gli articoli dei dizionarii (Renauld, Dict. des sciences méd. ; Chomel e Blache, Dictionn. de méd. ; Rayer, Dictionn. de méd. et de chir.prat.), del-VEnciclopedia inglese (The cyclop. of pract. med.), e di James Copland (A Dict. of pract. med.), sono più completi, ma presentano tuttavia graqdi lacune. L'articolo di Naumann (Eandb. der med. Klinik) manca d'ordine, di metodo e di una sana valutazione di fatti; molte ricerche recenti non vi sono rammentate, e la risipola dei neonati vi è confusa collo 8clerema. La tesi di Lepelletier (Des diffé-rentes espèces d'érysipèle et de leur traitement. Parigi 1836) è una laboriosa investigazione bibliografica; essa invero risparmia o facilita alcune ricerche, ma non può riuscire di alcuna utilità al pratico.
      RISIPOLA (veter.). — È questa un'infermità molto rara negli animali, e fra questi sono più disposti a contrarla il cane e la pecora, che non il cavallo ed il bue. Le cagioni che possono farla sviluppare non sono ancora ben conosciute, ma generalmente si considerano quali cause esterne quelle che esercitano la loro azione sulla cutanea superficie, producendo in essa l'irritazione, quali ad esempio la repentina soppressione della traspirazione abbondante alla pelle, il decubito degli animali su lettiere ricoperte di sostanze animali irritanti, l'azione prolungata del sole, sovrattutto sulla pecora, che è ricoperta d'una cute fine e delicata, e più sensibile assai dopo la tosatura, le confricazioni di questo integumento, le unzioni di corpi grassi rancidi ed acri, le fregagioni degli arnesi, la distensione del derma per accumulamento di sierosità nel tessuto connettivo, e le punture di alcuni alati insetti.
      Le cagioni interne sono rappresentate dallo stato pletorico, il quale però costituisce una causa piuttosto predisponente che determinante, e la soppressione istantanea d'una emorragia, un'alimenta-mento troppo eccitante, e l'uso di nuovi foraggi, considerati a buon diritto quali agenti morbosi occasionali.
      Si ammettono in veterinaria quattro sorta di ri-sipole, la vera cioè, la flemmonosa, l'edematosa e la gangrenosa.
      La prima varietà, più comune sugli ovini e sui cani, e più rara sul cavallo e sul bue, fu anche osservata dall' illustre Reyual nei domestici bruti della specie suina. Gli è su la faccia, il naso, le guancie, il collo e la regione dorso-lombare delle pecore, sulle natiche del cane, sulla testa e faccia interna delle coscie del cavallo e del bue, e sulle orecchie, sul collo, sul petto e sul ventre dei ma-jali che s'incontrano di preferenza le sue caratteristiche lesioni, vestendo sempre un carattere di minor gravezza sulle membra che non sulle altre regioni e particolarmente sul capo. Un disordine generale suol precedere la localizzazione della infermità sulla cute, il polso si accelera, la pelle è madida e calda, esiste la stitichezza, ed ha luogo l'evacuazione di urine chiare e tal fiata rossastre. ,
      Non passa però lungo tempo senzachè si producano i fenomeni locali caratteristici dell'infermità, la pelle perciò prende un color rosso giallastro, a piastre irregolari, che facilmente si scorge sugli animali la cui pelle è chiara e fine, e l'afflusso sanguigno che vi si stabilisce determina un senso di prurito che imperiosamente costringe gli animali a fregarsi o mordersi, al punto di escoriare la pelle. Poscia la cute si cuopre di piccole vescichette biancastre e trasparenti che contengono un siero giallognolo, sollevano l'epidermide, e rompendosi quindi lasciano colare il liquido contenuto, il quale si condensa sotto la forma di polvere farinosa, e di piccole squame che facilmente si staccano anche con un leggiero fregamento. La pelle in allora ha ripresi i suoi caratteri normali, ma arriva talvolta che l'affezione scompare da una parte per riprodursi nell'altra, e ciò anche a più riprese, costituendo cosi la risipola ambulante od errante.
      La risipola flemmonosa è caratterizzata da una tumefazione assai pronunziata, rossa, calda, assai dolorosa al tatto, e da un'intensa fèbbre di reazione. In essa la fiugosi si propaga al tessuto connettivo che unisce la pelle agli organi sottostanti, il prurito è violento, il coloramento della pelle diventa ognor più intenso ed i disordini generali che l'accompagnano rivestono manifesti caratteri di alta gravità. Accade qualche volta che il tumore si abbassi e si termini il morbo per risoluzione, ma il più delle volte egli si eleva in punta e si rammollisce nel centro, e venendo aperto col lan-cettone lascia colare un pus sanguinolento, che trae seco lembi di tessuto connettivo mortificato. Cotesta varietà si fa specialmente osservare sulle membra dei solipedi; in nn solo od in più punti, e difficil cosa riesce soventi volte di scoprirne la suppurazione per causa dell'ingorgamento da cui è invasa la cute e della profondità delle parti che sono interessate. Se l'infiammazione si è propagata sotto quache aponeurosi, lo svolgimento della morbosa affezione è annunziato da sintomi gravissimi ed allarmanti, non solo per i profondi disordini che può trar seco, ma ancora a cagione dell'ostacolo messo alla migrazione della materia purulenta, dell'insensibilità e tenacità degli aponeurotici strati e dell'eccessivo dolore che n'è la conseguenza. Il generale sconcerto suole allora aggravarsi a seconda che più numerosi sono i purulenti focolari, una flemma8ia gastro-enterica si sviluppa, la prostrazione fa rapidissimi progressi e l'animale muore spossato da una diarrea fetida ed abbondante.
      La risipola edematosa offre tutti i caratteri degli edemi, ed è perciò accompagnata dalla infiltrazione di siero nelle maglie del tessuto connettivo, la quale si stende rapidamente in tutti i sensi, e si fa particolarmente osservare negli animali della specie bovina ed ovina, sebbene non ne vadano immuni i cavalli ed i majali. I pecorai avevano da lungo tempo osservato che somministrando la pianta fresca del formentone, detto blé noir o sarrasin dai Francesi (che in varie località è coltivato per farne del pane, il quale però riesce di poco nutrimento), sovrattutto se erano dessi obbligati a consumarla in campagna, e mentre era esposta al sole, erano 1 tosto colpiti da vertigini ed enfiagione al capo; seL^OOQLe


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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