Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RISO
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Considerazioni di giurisprudenza applicata. — Poiché la sola risipola gaugrenosa fa riconosciuta eminentemente appiccaticela, specialmente nelle pecore e nei majali, nou v'ha alcun dubbio che costituisca dessa un vizio redibitorio, il quale trae anche seco il diritto per il compratore di farsi indennizzare le perdite ed i danni che pel fatto della contagione potranno essergli toccati. Quello però che più importa di curare si è, che gli animali sani veugauo tosto separati dagli ammalati, esseudosi riconosciuto che con questo mezzo si può molte volte scemare d'assai la copia e gravità dei danni che suole arrecare questo flagello devastatore delle greggie, senza che sia necessario d' ordinare un massacro generale degli animali , molti dei quali possono con adatta ed energica cura essere salvati dalla morte. 11 sequestro delle greggi infette è di tutto rigore onde impedire che il morbo si propaghi ai branchi sani, ed una triste necessità deve spingere in pari tempo le autorità amministrative e di polizia a severamente prescrivere il sotterramento degli animali uccìbì o morti per la malattia, poiché l'uso delle loro carni può riuscire nocivo all'umana famiglia, e l'introduzione in commercio dei cadaverici residui può favorire od operare la diffusione di questo terribile morbo.
Vedi : Delafond , Traité des maladies charbon-neuses — D'Arboval, Dictionnaire de médecine vé-térinaire — Bouley e Reyual, Nouveau dictionnaire de médecine vétérinaire — Delwart, Traité de médecine vétérinaire pratique— Commission d'agri-culture de la Fiandre Belgique — Instruction sur le feu saint-Antoine — Vatel, Eléments de patito logie vétérinaire — Gellé, Pathologie bovine — L>. fère, Traité des maladies des grands ruminants
— Paulet, Maladies épizootiques — Dupuy, Journal pratique de médecine vétérinaire — Magne, Hygiène vétérinaire — Gasparin, Multidies des bètes à la in e
— Pradal, Traité des maladies du porc. — Enciclopedia agraria italiana. — Il carbonchio (Unione Tip.-edit.).
RISO (fisiol., psicol. e patol.). — Movimento particolare delle labbra e degli organi respiratorii, costituito dal succedersi di piccole espirazioni rumorose dipendenti in gran parte da contrazioni del diaframma, col quale si esprime generalmeute l'allegrezza ed il piacere, ed anche la meraviglia destata dall'aspetto di cose strane e ridicole. Il riso moderato o sorriso consiste unicamente in un moto delle labbra, il riso aperto in uua serie di espirazioni interrotte e sonore. Nel riso sgangherato ha luogo un movimento convulsivo di tutte le parti inservienti alla respirazione, del diaframma particolarmente e dei muscoli addominali: egli si avvicina alle affezioni spasmodiche e con esse spesso si confonde o n'è sintomo.
Niente avvi che si propaghi più per imitazione quanto il riso; motivo per cui talvolta l'uomo viene spinto a ridere di cose che in altra occasione non gli fanno più il menomo senso, soltanto perchè vede ridere gli altri.
Considerato psicologicamente, èia manifestazione esteriore, per via del commercio che passa tra le due nature dell'uomo, di uua certa emozione dell'anima che tiene insieme della contentezza e della Nuova Encicl. Ital. Voi.
giocondità, ossia dell'azione irresistibile cbe il Ridicolo (V.) fa sugli nomini per loro condizioni particolari disposti a sentirlo. Si danno poi varie maniere di riso. La prima, che consiste nella semplice espressione del complesso del volto ed in quel particolare movimento della bocca che si dice sorriso, è per
10 più indizio di benevolenza, di contentezza e di approvazione. Gli antichi non hanno mancato di fare nella leggiadra loro mitologia il Riso tìglio di Venere, fratello degli Amori e delle Grazie. L'abito di sorridere incontrando persona conoscente, è testimonianza del piacere cbe si prova nel rivederla. Se non che il sorriso può degenerare in formalità triviale, e talvolta anche servir di maschera alla ipocrisia: il perpetuo sorriso sulle labbra è spesso indizio d'animo doppio e di cuore freddo. Un leggiero cangiamento nell' espressione del sorriso gli dà un senso beffardo ed ironico. Il riso propriamente detto, che si manifesta con molto maggiore vivacità e spesso anche con un'energia cbe si stenta a contenere, è l'espansione di piacere che si prova al percepire un qualche inatteso contrasto tra ciò che è, e'quello che dovrebb'essere. Adunque il riso è effetto d'un atto della mente ; e per tal motivo l'uomo solo ha questa facoltà, tanto che un filosofo antico volendo definirlo brevemente da un carattere specifico che lo distinguesse da ogni altro animale, lo disse appunto animale risibile. Tuttavia anche il riso stesso ha più gradi. Una persona ride a fior di labbra, quand'è costretta a sembrare gradevolmente tocca da una cosa cbe invece la ferisce o lascia indifferente. Si distinguono le grasse risa, ordinario segno di semplicità e bontà d'animo, il riso a crepa pancia, le matte risa, il riso omerico ossia inestinguibile.
Il riso isterico è una convulsione nervosa, in cui nou entra punto l'allegria ; il riso sardonico ha preso nome dall'isola di Sardegna, dov'è indigena un'erba simile alla cedroncella, la quale contrae i muscoli della bocca di quelli che ue mangiano, e li fa morire a modo di chi ride; e per similitudine tale deuominazione prende il nome di riso amaro, ironico, fatto a malincuore. È trito proverbio che il riso abbonda nella bocca degli stolti ; ma anche il sesso, il temperamento ed il clima hanno molta influenza sul fenomeno del riso. Le donne , come quelle che sono, generalmente parlando, più eccitabili e nervose degli uomini, sono molto più disposte al riso. E per questo riguardo gli uomini di temperamento sanguigno e quelli di temperamento bilioso non si somigliano, come l'un popolo dall'altro si diversifica. Si metta a confronto un Inglese con un Francese, un Italiano cou un Tedesco, e si vedrà come ciascuno sia diverso dall'altro per giocondità di carattere.
Le cause tìsiche del riso sono l'aspirazione di un certo gas detto perciò esilarante, e principalmente
11 solletico; e come per questo si può recarlo all'eccesso da produrre un intollerabile tormento, fu anche uno dei mezzi di tortura di cui la tirannia si valse in tempi barbari e superstiziosi. È nota al popolo la storia di quell'assassino che per far perire una dopo l'altra le sue mogli legittime e non lasciar traccia di lesione o di violenza, le avvolgeva in fasce mentre dormivano e poi a forza di solle-
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