Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RISPETTO - RISPONSABILITÀ.
molto umido, e perciò non conveniente per alcun'al-tra coltura, ovvero capace di rotazione; quindi si disponga l'adacquatrice sul lato più elevato, ed ove d'uopo si alzi il terreno convenientemente da quel lato e si procuri d'inclinarlo a poco a poco verso il lato opposto, dal quale le acoue debbono avere l'indispensabile scolo. Se però il fondo è tanto basso che non si possano bastantemente scolare le acque onde il terreno acquisti un conveniente grado di solidità per essere arato, e debbesi perciò lasciarlo nella condizione delle risaje, dette da zappa o di valle, è mestieri scavare dei canali colatori, cbe abbiano la profondità di centimetri 76 all'in-circa e la larghezza di 45, diretti dal lato più alto verso il più inclinato del fondo; gli spazi lasciati fra i canali costituiscono le ajuole per la coltivazione del riso. Che se trattasi di mettere a risaja nuova un terreno suscettibile d'avvicendamento, e se tale terreno fosse, come Io è per lo più, una fertile prateria, siccome il riso, coltivato immediatamente, crescerebbe troppo rigoglioso e andrebbe soggetto alla ruggine o brusone, conviene farvi precedere una o due coltivazioni depauperanti, cioè una di fromentone ed una seconda e talora eziandio una terza di frumento, secondo il grado di fertilità del terreno. Ricbiedesi essenzialmente per lo stabilimento d'una risaja la facilità d'inondarla per mezzo d'un fiume o lago o stagno ; se l'acqua disponibile fosse quella di fonte, converrebbe formare un serbatoio nel quale essa, soggiornando per qualche tempo, perdesse la sua freddezza. Inoltre la risaja dev'essere ben esposta al sole, non ombreggiata da alberi uè da siepi, che servono di ricovero agli uccelli, i quali recano danni gravissimi al ricolto, oltreché il riso, cresciuto all' ombra, riesce poco produttivo.
Eseguiti i lavori preparatorii nella stagione propizia , cioè in marzo étl in aprile , si dà mano al lavoro della terra, il quale si eseguisce colla zappa nei terreni che non sono suscettibili dell'aratro. Si passa quindi alla formazione degli argini, che sono alzamenti di terra più o meno elevati secondo la maggiore o minore inclinazione del fondo, e che servono a ritenere l'acqua ed a facilitare il passaggio ai lavoratori : per lo più la loro altezza è di centimetri 30 nel lato superiore e di centimetri 80 nell'inferiore, sendo la larghezza di centimetri 60 alla base, di 30 alla sommità. In siffatta guisa tutto il campo, oltre all'essere da ogui banda circondato da un argine, viene diviso iu parecchi quadrati, soprastanti gli uni agli altri, per via di argini intermedii, dei quali gli uni sono longitudinali, cioè paralleli ai solchi dell'aratro, e stabili, cioè che non si distruggono per tutto il tempo cbe dura la risaja ; gli altri sono trasversali, cioè attraversanti la linea dei solchi, e per necessità si devono distruggere ogni anno per l'aratura del fondo e poscia di nuovo costruire. f)ebbesi evitare la moltiplicazione di questi argini intermedii, a scanso tanto di spese per la loro formazione o riattamento, che di perdita di terreno ; tale moltiplicazione deve regolarsi a norma della quantità di acqua disponibile, sendo più facile mantenerla ad nn dato livello in uno stretto che in un vasto quadrato di terreno; d'altronde, se i quadrati sonoipolto larghi, oltre alla maggior copia d'acqua richiesta per la loro inondazione, il vento agita l'acqua come quella di un lago, agitazione che può riuscire dannosissima al riso. Fatti gli argini, si eguaglia il suolo delle aree colla zappa e col badile;quindi si dà l'acqua a poco a poco, facendola passare da un quadrato all'altro per certe aperture degli argini, cbe diconsi bocchette, ad oggetto d'imbevere il suolo dell'umido necessario per la germinazione dei semi, il cui spargimento si eseguisce dal principio di aprile sino alla metà di maggio, avvertendo di seminare in ultimo le risaje vecchie, il cui suolo è più difficile a riscaldarsi. Ma per disporre convenientemente il terreno a ricevere la semente, dopo d'averlo appianato, come si è detto, colla zappa e col badile, vi si fa passar sopra una larga tavola tirata da un cavallo, la quale eguaglia viemeglio il terreno e nel tempo stesso solleva le molecole di terra ed intorbida l'acqua per modo cbe, spargendovi subito il riso, questo viene coperto dalle stesse molecole limacciose che colla quiete si depositano e lo assicurano al suolo, imperocché l'area da seminarsi deve essere tutta inondata all'altezza di circa 10 centimetri.
Preparato in tal guisa il terreno, si dà mano alla seminagione. Il riso da semente, detto volgarmente risone (ed è il così detto riso vestito, ossia coperto del perigonio), deve essere ben maturo, pesante e soprattutto netto da semi estranei, massime da quelli del giavone (panicum erus galli L.); prima di spargerlo, si mette dentro sacchi ud ammollare nell'adacquatrice per otto o dieci ore; in tal guisa si dispone la semente ad un pronto germogliamento non solo, ma la si rende più pesaute onde non galleggi sull'acqua, come avviene del riso asciutto; estratta dall'acqua, la semente si lascia guanto sgocciolare onde i semi non aderiscano frà loro e scorrano facilmente fuori della mano del coltivatore. Due o tre giorni dopo seminato il riso, bisogna abbassare l'acqua in modo cbe ne resti appena coperta la superficie del suolo e questa si riscaldi al punto necessario per la germinazione. I semi germogliano fra dieci o dodici giorni e da quell'epoca l'inondazione dev'essere regolata secondo l'andamento della stagione, la natura del suolo ed altre circostanze; così giova prosciugare la risaja quando trovasi infetta da vermi od altri insetti distruttori, ovvero quando l'acqua è troppo fredda, onde le pianticelle si rinvigoriscano sotto l'immediata influenza del sole. Al contrario, se la stagione è molto calda e le piante sono molto vigorose, de-vesi aumentare la quantità dell'acqua per impedire cbe si riscaldi troppo, a danno di esse. Successivamente si va elevando l'acqua a misura dell'accrescimento delle piante, avvertendo però di abbassarla tosto e a poco a poco in modo da lasciare appena coperta la superficie del 'suolo, quando venga a spirar forte il vento, il quale, agitando le acque, strappa le piante del riso. Quando poi le piante, fatte adulte, sorgono ritte e ferme Bopra l'acqua, si alza l'inondazióne sino al punto necessario, cioè dai 20 ai 30 centimetri. Dalla fine di maggio alla metà di giugno, secondo la stagione più o meno calda e la seminagione più o meno precoce, devesi eseguire la sarchiatura, operazione impor-
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