Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RISOLVENTE - RISORGIMENTO
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RISOLVENTE (poligr. med.). — Nome adoperato in medicina in varii sensi. Cosi chiajpansi risolventi alcune sostanze eccitanti cbe si applicano sulle parti ammaccate od eccbimosate per favorire il riassorbimento degli umori stravasati. Diconsi anche risolventi tutti i rimedii di diverso genere che si applicano localmente sopra una parte ammalata per condurla a guarigione. Finalmente si dicono risolventi tutti i mezzi locali ed universali che si adoperano per risolvere una infermità qualunque.
RISORCINA (chim.). — Sostanza isomera alla pi-rocateihina o ossifenolo, che ottiensi trattando il galhauo o altre resine con la potassa fondente.
RISORGIMENTO (stor. lett.). — Con tale vocabolo generalmente si addita nelle storie delle scienze, delle lettere e delle arti il mutamento intellettuale operatosi in Italia allo scorcio del medio evo, caduta nel 1453 Costantinopoli in potere di Maometto II, e con essa l'Impero greco. Bene egli è vero che in Italia, cotesta risurrezione, massinie nelle lettere, era già forse da tre secoli cominciata, essendoché troppo vivo qui fosse lo splendore che la letteratura e le arti etrusche, greche e latine avevano tramandato, perchè il buon gusto fosse spento nella vita feroce e battagliera della mezzana età. Di che deb-besi gran parte alle cure dei monaci, i quali con istrenue fatiche moltiplicavano in nitidissimi codici non solo i sacri libri e gli scrittori ecclesiastici, sì ancora i profani poeti, ed oratori, e storici. Il lettore di nostra Enciclopedia se ne sarà chiarito avendo percorso le biografie di sant'Anselmo vescovo di Lucca (1086), di Lanfranco di Pavia (1005), di sant'Anselmo d'Aosta (1033), di Còstantino Africano della scuola di Salerno (1050), d'lrnerio nello Btudio di Bologna (1150), non meno che le cose ragionate intorno &\l'architettura lombarda. La vita dell'Europa occidentale nel medio evo, quanto era stata feconda d'azione bellicosa e di religiosa con templazione, tanto fu distratta dalla coltura profonda e gentile che aveva informata la vita del mondo greco-romano. Tuttavia sotto la rozzezza dell'età di mezzo giaceva il principio di una nuova vita, perocché il cristianesimo era già la luce degli intelletti, la fonte del nuovo ideale anche più fecondo dell'antico fornito dal politeismo. Ad essere foggiato in tutte le guise con quella ricchezza che ammiriamo nei monumenti dei secoli d'oro delle arti delle varie nazioni d' Europa, bisognava che la civiltà cristiana si riannodasse alla civiltà antica , onde i frutti sani di questa non andassero perduti colle forme passaggere del paganesimo, e per tal guisa l'incivilimenfò generale potesse procedere innanzi con tutto il corredo della tradizione. E fu veramente provvidenziale il ritorno che si fece all'antico precisameute nell'epoca del risorgimento, perchè prima lo spirito originale del mondo cristiano sarebbe rimasto soffocato dal ristauro di una letteratura e di uu'arte senz'anima, cioè prive di ideale vivente, e se più avesse tardato, le bizzarre forine settentrionali avrebbero impedito la coltura del buon gusto non mai spento affatto nelle regioni più meridionali, ed almeno sarebbersi trovate insieme molte maniere fra sé ripugnanti per soverchia differenza, tanto che la civiltà europea non avrebbe mai avuto un'indole generale da rappre-
sentarne la vita oodaune. Infatti la pittura e lé lettere non avevano aspettato, siccome abbiamo detto, la caduta di Costantinopoli per sorgere in Italia, perchè fin dal secolo zn Folcacchiero sanese, e Federico Il colla sua Corte, e nel xm Guido Guini-celli nobile e massimo poeta, come lo chiamò l'Alighieri , e cento altri prima di giungere a Dante, avevano precorso la splendida e generale restaurazione giunta al suo apogeo fra noi al tempo dei Medici.
Prima ancora che i dotti Greci portassero in Italia i tesori dello scibile umano, tolti da essi alla turchesca barbarie, e che dall' Italia alla vicina Francia stendessero i lumi e la cognizione delle arti antiche, erano in questa regione cultori eccellenti della greca favella e moltissimi del latino, il quale essendo la lingua ecclesiastica, anche dopo la sua estinzione, innamorava gli studiosi ad attin- -gere alle fonti inesauribili di Virgilio e di Cicerone e degli altri classici latini quelle recondite bellezze che tanto abbondano nei loro scritti inimitabili. Dante citato, il Petrarca, che fu latinista pregiato, e il Boccaccio furono amanti e coltivatori di quella lingua maestosa che tuonò da'rostri con Cicerone, che commosse al pianto l'anima delicata di Ottavia in bocca di Virgilio, che rallegrò i conviti di Augusto e di Mecenate con Orazio. Segue il disseppellimento di antichi codici, mercè cui i tesori del Lazio sono offerti all'Europa, la quale, stanca dell'arida scolastica, si spinge alle lettere amene; e da tutti questi varii studii ben diretti acuita la mente dell'uomo e applicatasi alle scientifiche disquisizioni , fa risorgere anzi rinnova e crea le scienze 0 alcune parti di esse. 1 secoli xm e xiv furono gli aurei di nostra lingua per le opere pregiate che in essi vennero estese, ma in molti dei classici nostri l'eleganza, la purezza e la semplicità furono più doti di natura che non di studio: solo però nel xv secolo coll'affiuenza de' greci dotti cominciò lo studio verace degli antichi, da cui si potè spingere l'uomo a nuovi trovati, e per gradi sempre ascendenti giungere a quello splendore che mandano adesso le arti e le scienze.
Le arti belle di pari passo progredivano; lasciati i materiali musaici, le fredde teste e le figure bizantine , cominciarono gli artisti ad abbandonare la strada convenzionale e ad appigliarsi alla bella natura; quindi nella sua perfetta imitazione fu fatto consistere il sommo pregio delle arti, e non più la rigidità delle forme, l'uniformità delle fisopomie e delle pieghe furono norma ai pennelli e agli scalpelli degli artisti ; ma sibbene la varietà delle forme, la verità degli atteggiamenti, l'esatta espressione degli affetti vivificarono le pitture, animarono i marmi. L'architettura medesima, che sino qjsMf alia fine del secolo xiv seguiva il tipo genesaftnente conosciuto sotto il nome di gotico, si apflfessò quindi innanzi a nuova vita, cui Giotto-*fe va già preludiato molti Anni prima inalando il campanile di Santa Maria del Fiore. Fasti in non cale gli archi acuti e gl'infiniti fcarfagli del gotico stile, si adottarono gli archi «trfcolari, si tornò all'imitazione dell'antico e si prepararono i miracoli del cinquecentoQuesto vita novella infusa alle lettere ed alle belle arti in Italia, al tempo della guerra di Carlo Vili,
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