Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RISPETTO - RISPONSABILITÀ.
      di Luigi XII e di Francesco I passò e si fe' sentire anche in Francia, dove artisti italiani furono da quei re chiamati a far risorgere le seconde, e le prime vi furono, come abbiamo detto, avvivate in gran parte dall'emigrazione de' Greci.
      Nuova luce e novelli trovati arrecò alle scienze l'osservazione accurata e costante ; le felici scoperte dischiusero la via a novelle scoperte, ed una volta trovato il bandolo, s'incominciò il lavorio del dipanare tutti gli intricati veri. La geografia, la meccanica, la fisica, l'astronomia, la storia naturale, le scienze mediche, la chimica, le matematiche presero un nuovo slancio: nuovi segreti furono alla natura carpiti, e mercè le lucubrazioni di sommi ingegni con coraggio imprese, con costanza perseverate, possiamo al presente vantarci di gran ricchezza di cognizioni, di cui l'antichità ebbe appena un lontano sentore, e che feconde sempre di nuovi trovati, un avvenire promettono ancora più splendido. Chi ai grandi uomini del medio evo, e fosse pure san Tommaso e l'Alighieri, avesse parlato di illuminazione a gasse, di benne volanti su ruotaje di ferro, di fili elettrici fatti messaggieri istantanei dell'umana parola, sarla stato tenuto in fama di stregone o di negromante. L'umanità progredisce, le generazioni s'incalzano ; le tradizioni guidano i passi dei seguenti; il genio precorre gli avvenimenti, e strappa dalle mani della natura gli annali del mondo, i secreti delle fisiche. La stampa eterna i trovati dell'ingegno umano; e rende impossibile il regresso alla barbarie. È da desiderare che il bello delle lettere e delle arti non si dispaja dal buono e dal conveniente, e che non ricadiamo in un tronfio seicento con novelli Frugoni e novelli Bernini.
      Se ora volessimo tutti paratamente annoverare i progressi dello spirito umano da noi appena adombrati dal momento in cui essa si svincolò da' ceppi che l'iguoranza de' secoli barbari gli aveva posti, non finiremmo si presto il nostro discorso, e ripeteremmo senza dubbio quanto fu detto ne' varii articoli di quest'opera dove si parla delle varie letterature e della storia delle arti e delle singole scienze, ai quali per conseguenza rimandiamo il lettore. Solo aggiungeremo, quasi a conclusione del poco da noi accennato, che abbiamo della sola Italia fatto parola, come quella che la prima fu a dischiudere l'aringo glorioso ; essendoché le altre nazioni a mano a mano la seguirono nell'attività impressa al mondo intellettuale dalla diffusione dei lumi, adjuvata in modo si potente dalla tipografia.
      RISORGIMENTO (B. A.). - Dicesi in architettura itile del risorgimento o stile del cinquecento quello che, al risorgere delle arti nostre, e specialmente dell'architettura, che fu la prima, cominciò a praticarsi in Italia, e quindi passò in Francia ed alle altre nazioni. I caratteri principali di questo stile sono una maggior libertà di pensiero, un'elevatezza di concetto, un'imitazione libera delle modanature greco-romane, l'introduzione degli ordini architettonici antichi, senza il giogo delle precise misure da essi usate, una tendenza decisa al bello, al leggiadro, agli ornati, non disgiunta da una certa severità, ,e lontana affatto dal tritume dello stile volgarmente detto gotico. Questo stile gotico iu Italia
      aveva messo poco profouda radice , per varie cagioni, e specialmente perchè vi rimanevano infiniti monumenti romani, i quali non potevano a meno che trarsi l'ammirazione, sia perchè veramente belli, e sia anche perchè ad ammirarli ne moveva
      10 studio della letteratura romana e greca, che giammai in Italia non si trascurò affatto, e che dal 1200 al 1300 si coltivò col massimo amore. Tortamente opinano quelli che fanno derivare dalla cacciata dei Bisantini da Costantinopoli lo stile del risorgimento: perchè gli architetti bisantini di quei tempi non ne sapevano di più degli architetti italiani; perchè lo stile bisantino è cosa ben diversa; perchè gl'Italiani furono quelli che prima lo posero in opera, e da monumenti italo-romani lo derivarono. Allorché segui la caociata de' Bisantini, le arti loro erano nella massima decadenza, e già i Pisani avevano edificato opere egregie e di stile severo, e che manifestamente tendeva all'ottimo. L'Italia aveva già visto nascer Dante, Petrarca, Cimabue e Giotto; e Giotto, amico di Dante, s'inspirava come lui all'altezza della religione, e dava forma a' suoi elevati concetti imitando i Romani a quel modo che Dante imitava Virgilio. Quest'imitazione, che appena appena si può a prima vista credere, paragonando colle opere romane il campanile di Santa Maria del Fiore, lavoro dell'architetto e pittore fiorentino, si conosce più facilmente instituendo il paragone fra questo campanile e le architetture elevate un secolo prima. Ma quegli da cui veramente comincia lo stile del risorgimento nella sua grandezza, è l'Orgagna (che il barone di di Rumhor vuole sia chiamato dell'Arcangelo), il quale sul finire del secolo xiv destò l'ammirazione de' suoi contemporanei inalzando in sulla piazza di
      . Firenze la Loggia de' Lami, a smisurati archi semicircolari. Bruuelleschi (nato nel 1377), allievo di Donatello ed autore della famosa cupola di Santa Maria del Fiore, mostrò nei palazzi Strozzi e Riccardi a Firenze la sua perizia dell'antico nel farlo servire ai bisogni della novella civiltà; e cominciò
      11 palazzo Pitti, che fu condotto a termine dall'Am-manati. La sua maniera fu perfezionata da Leon Battista Alberti (autore di parecchi trattati artistici, Ira cui il più celebre è quello dell'architettura, ove camminò sulle traccio di Vitruvio, e rese intelligibile a' suoi quel difficile autore). Questi, nato nel 1450, l'istaurò la chiesa di San Francesco a Rimini, ed elevò sul medesimo stile un'altra basilica a Mantova. Ma il più chiaro forse di tutti gli architetti del risorgimento è Bramante, il quale nel 1495 elevò la bella cupola di Santa Maria delle Grazie a Milano, fece la facciata del palazzo Gi-raud a Roma, vi costruì quel bel tempietto rotondo conosciuto sotto il nome di tempietto di Bramante, e diede il disegno ed incominciò la maggior chiesa della cristianità, il San Pietro in Vaticano. Raffaello, che fu da lui istruito nell'architettura, continuò questa mauiera nelle Logge Vaticane ed in quelle altre fabbriche, cui quel divino ingegno fu eletto a presiedere. Nelle opere di questi architetti l'arco di semicircolo ebbe l'assoluta preferenza; gli ordini antichi furono ovunque con alquante modificazioni mantenuti ; gli arabeschi ed i grotteschi coi. loro viticchi, coi fogliami d'edera e d'acantoLaOOQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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