Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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male a veruno. Se gli animali sono fuggiti o smarriti, ne è imputabile chi doveva tenerli in custodia; è ragionevole perciò la disposizione citata, benché il diritto romano avesse una massima opposta. — Veruna distinzione si fa (qui pure contrariamente al diritto romano) tra il danno cagionato da un animale che agi in modo non conforme alle sue naturali abitudini, come se un cavallo morde ; e il danno cagionato da un animale che agisce secondo il suo istinto, se un cavallo, per esempio, si pasce del fieno non appartenente al suo padrone. Ma se il danno cagionato dall'animale fu accagionato da colpa di chi lo soffre, questi non ha diritto a risarcimento. E se fosse occasionato dal fatto d'un terzo, su questo cadrebbe la risponsabilità. Questi principi i sono applicabili tutte le volte che un malanno è stato recato da un animale domestico; e nel lib. ix dei Digesti, tit. 1, si trovano esplicati con gran numero di casi, utilissimi a consultare anche oggidì.
11 proprietario di un edificio è tenuto per i danni cagionati dalla rovina di esso, quando sia avvenuta in conseguenza di mancanza di riparazione, o per un vizio nella sua costruzione. Per un altro articolo di legge gli architetti ed intraprenditori sono rispon-sabili di tali vizi per dieci anni dalla fabbricazione; in questo frattempo il proprietario ha dunque re-gressa contro di essi. Tutto quanto può dirsi a questo riguardo, ha pure luogo quando 'si tratti d'un danno cagionato dalla caduta d'un albero.
È odierna tendenza delle legislazioni civili il tutelare le classi meno agiate contro gli abusi che a loro danno possono commettersi da chi ha per sé la forza e il capitale. Negli articoli Emigrazione, Operai ed altri abbiamo esaminato i casi di risponsabilità che nascono da questa tendenza.
Quanto al modo di far valere il proprio diritto e di ottenere il risarcimento dei danni dei quali taluno ò civilmente responsabile, è in regola generale prescritto che Y azione a tal riguardo essendo civile, dev'essere portata davanti ai tribunali civili. Ma quando il danno sia derivato da un delitto altrui, la persona civilmente responsabile può venire perseguitata presso lo stesso tribunale che è investito dell'azione penale. Anche in questo caso però l'azione civile può essere esercitata separatamente avanti il giudice civile; ma allora l'esercjzio ne è sospeso finché siasi pronunziato definitivamente sull'azione penale intentata prima della civile o durante l'esercizio di essa. Cblla stessa sentenza nella quale è pronunziata condanna del reato, vien condannata la persona civilmente risponsabile al risarcimento dei danni. Le spese pure vanno in parte a carico di questa: ma non mai l'ammenda, che, come pena, non può colpire che il reo. — L'azione civile passa contro gli eredi, eziandio se non fu intentata prima della morte della persona che vi è soggetta. Essa si prescrive con l'azione penale; accessoria a questa, è naturale che cessi con essa.
RISSA (dir. pen.). La rissa è posta dai Codici penali fra le cause che possono diminuire la pena nell'omicidio e nelle offese personali.
È necessario che vediamo quali sieno gli elementi che costituiscono il fatto della rissa.
L'etimologia della parola pare sia greca; ip&.>
significa combattere. Il Niccolini invece la vorrebbe trovare nel latino ringor, rictus, voci, egli dice, proprie di fiere e particolarmente de'cani.
Come soglion venir duo can mordenti 0 per livore, o per altr'odio mossi, Avvicinarsi digrignando i denti, Con occhi biechi e più che bragia rossi ; Indi a'morsi venir di rabbia ardenti Con aspri ringhi e rabbuffati dossi.....
In cotesta vivissima pittura dell'Ariosto, il Niccolini trova il passaggio dal sentimento all'azione, necessario perchè si possa parlare di rissa. La stessa gradazione leggesi con grande maestria tracciata da Giovenale (Sat., xv, vs. 51):
1. Jurgia prima sonareIncipiunt animis ardentibus : hcec tuba rixcs. IL Dein clamore pari concurritur, et vice teli Scevit nuda manus.
III. Acrior impetus, et jamSaxa inclinatis per humum qucesita lacertis Incipiunt torquere.
IV. Labilur hinc quidam..... capiturque.
V. Ast..... mortuus.
Per meritare una scusa sensibile non deve infatti l'ira essere di quelle che di un subito divampano ed irrompono al di là di ogni andamento ordinario di un carattere ragionevole. La rissa deve sorgere l per un certo riscaldamento, e per un salire reci-I proco nelle parole e nei fatti, dal calor dei quali I l'uomo sia spinto agli estremi per la continuità d'un movimento sempre più veloce, quasi senza avvedersene. Perchè la scusa possa essere ammessa, non deve il reo aver dato origine alla rissa, provocando con offese od ingiurie; solo allora si può dire cbe ei si trovò nel cimento senza sua colpa, I e che questa cominciò col rimanere, non coll'en-
trare nella rissa, i L'aver preso parte ad una rissa non basta perchè uùo sia colpevole delle conseguenze di essa, t Si può entrare in una rissa, diceva il Marocco in una delle sue splendide difese, e non essere complice dei ferimenti, delle percosse che taluno dei corissanti può recare; ciascuno risponde del fatto proprio, ciascuno non dà conto alla giustizia che del suo esclusivo operato; cosicché se taluno , riporta più ferite e di varie specie, ciascuno risponde 1 del proprio colpo ; ella è questa una teoria ricevuta concordemente dai criminalisti, coire si può } vedere nel Carpzovio: Ictus uniuscujusqtie in hoc collectorum contemplari oportet(L. 17, Dig. xlviii, 8). Chi ha semplicemente ingiuriato non risponde delle percosse date da altri, chi ha percosso non risponde delle altrui ferite. È allora soltanto imputabile a tutti i corissanti quel ferimento il quale, quantunque fatto da un solo, è l'opera d'un previo concerto di chi ha mossa la lite, e non ha fatto servire l'alterco che di pretesto all'altrui offesa. Una ! allora è l'intenzione, una la tendenza, uno lo scopo comune, quindi il delitto, comune la pena. È abolita fortunatamente quell'atroce ed assurda dottrina, degna del secolo in cui si scrisse, la quale stabiliva che tutti fossero contabili di quell'omicidio di ; cui fra i corissanti ei ignorava l'autore; si nppli-
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