Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RISPETTO - RISPONSABILITÀ.
l'intonaco resta fèrmato. Si procura di mettere questi chiodetti nei luoghi dove non vi siano nè vivissimi lumi, nè cupe ombre; ma nelle mezze tinte, e presso ai dintorni affinchè meno si scorgano. Del rimanente nelle vaste composizioni che hanno lontano il loro punto di vista, comunque siano posti, riescono impercettibili. Con chiodetti d'ottNHrpnstf con massima cura e sommo riguardo, furono salvate molte composizioni deBe Logge di Raffaello in Vaticano, che per l'intemperie sofferta si sfogliavano ed andavano distruggendosi. Ma dove già il dipinto si sfogliò, ovvero dove alcuna parte del colorito venne assorbita e quasi disnaturata per l'effetto di alcune sostanze calcari, e per l'ossidazione prodotta dal contatto dell'aria e della luce in alquanti colori adoperati specialmente nei pauneg-giamenti, allora il pittore ristauratore può su di queste parti danneggiate, valendosi dei reagenti chimici, richiamare la prima vivacità dei colori, o col mezzo dei pennelli porli od aggiungerli dove mancano. Nè tanto nell'una quanto nell'altra di queste due operazioni, si può bastantemente raccomandare al ristauratore la diligenza e la cautela nell'operare e la parsimonia nel ritoccare, perchè se l'antica pittura trovasi in alcuna parte danneggiata, verrebbe a danneggiarsi maggiormente qualora volesse estendersi il rimedio dei ritocchi e delle velature all'intero dipinto, coll'applicarli anche alle parti che non soffrirono danni visibili. Allora appunto succederebbe ciò che incauti operatori produssero con un generale linimento nei dipinti staccati, ai quali, come abbiamo detto, tolsero tutta l'armonia e lo splendore. Le quali cose tutte il sopra lodato Camuccini previde e tenne a calcolo nel gran numero di ristauri da lui fatti in forse venti chiese alle pitture dei più rinomati fra gli italiani frescanti, di Raffaello, cioè, di Giulio Romano , del Masaccio, dei Caracci, di Domenicano, ecc., le quali pitture continueranno dagli intonachi loro primitivi a sfidare l'ingiuria dei secoli. Camuccini, artista grandissimo nell'inventare e nel-l'eseguire le proprie composizioni, si mostrò non meno grande nel ristaurare le opere dei chiari maestri, e conservò intatto da' suoi pennelli tutto ciò cbe poteva restarvi senza pregiudizio dell'effetto; e dove fu necessario aggiungere tinta, il fece con tanta maestria da lasciare altri in inganno nel dar giudizio se opera fosse del primo pittore, o del ristauratore. Ma pur troppo assai pochi ne abbiamo di cosi coscienziosi, perchè assai pochi così valenti si dàuno al ristauro.
I dipinti ad olio coll'andar del tempo si anneriscono pure come i freschi, per fumo, per polvere o sudiciume che sopra vi si appicca. A nettarli occorre una finissima spugna, e con acqua limpida alquanto intiepidita si lavano. Se alcun che di sudiciume poco esteso par che resista alla lavatura, si procura di torlo via leggermente con un pezzetto di legno tagliato a modo di raschiatojo o di coltello, badando a non rigare o far screpolar via la tinta: e si usa il coltelletto ligneo per non logorare la superficie del quadro col molto frega-mento della spugna. Talvolta alcune sostanze oleose vi aderiscono talmente, che è necessario un rastietto di fino acciajo a taglio sottilissimo, e ben tempe-
rato, il quale vuol essere maneggiato da mano molto leggiera ed esperta. Se il quadro ha la vernice, e siasi annerita od insudiciata, questa con un bioccoletto di bambagia fine intinto ¦ajfcygpmto di vino si jmàt«nrfapanandovi sopra leggermente. Hoi ma consigliamo volentieri l'acqua ragia e gli altri mordeuti, di cui si fa troppo abuso nel lavare i quadri ; non perchè questi non operino bene su ! molte tinte, e le ravvivino, ma perchè per ado-! prarli è necessario conoscere la natura dei colori ; che furono adoprati nel quadro, essendovene molti al cui primo contatto si accendono e pajono più belli, e nell'a8ciugare s'appannano e restano corrosi. Cresce la difficoltà naturale del conoscerli la mistione che si fa di varii colori per formare una tinta; perchè nelle mezze tinte d'uu colore che non soffre, vi può essere unito un colore che facilmente resti offeso : onde la rovina o grandissimo deterio-mento dei quadri. Anche a ristauratori esperti ciò succede, ed allora, per non lasciar vedere il danno fatto, vengono ai ritocchi ed alle rifioriture; di cui nulla avvi di peggio. Riproviamo assolutamente il partito che molti prendono, specialmente nelle piccole città e nelle ville, di nettar con una cipolla spaccata in mezzo i quadri anneriti osucidi: perchè dopo poche lavature il quadro è bell'e consumato dal corrosivo che ha il sugo della cipolla. Se il quadro è su tavola, avviene talvolta che essa venga talmente intarlata da minacciare che tutto il dipinto si sfasci e perisca. Allora se è su tavola, niun altro partito vi reBta che distaccare il dipinto e riporlo su un'altra tavola o su tela a ciò preparata. 11 distacco delle pitture ad olio non è come di un fresco : quivi il colore sta attaccato per adesione, non per coesione : la crosta può serbarsi in-; tatta da screpolature, perchè, appiccatavi sopra una tela colle avvertenze notate nel distacco dei freschi, se la pittura è su tavola fradicia, può questa raschiarsi via a poco a poco finché più uon vi ; rimanga che l'imprimitura ; e se è sopra tela, questa bagnandola con acqua tepida si può staccare, e nel distacco ripiegare sopra se stessa senza rompere il colorito, e quindi trasportare su altra tela o tavola, e far il medesimo colla tela che ha servito al trasporto. Del rimanente, la colla di cui si valgono per attaccare la prima tela sulla superfìcie I dipinta affinchè niuna parte del colorito si sposti , o cada, è per lo più null'altro che colla di fior di I farina o d'amido, cotta e ridotta a certa consistenza: fa d'uopo, come per riguardo ai freschi, farvi sopra una pressione uguale e costante con uno strato di sabbia e qualche peso sovrapposto, e così lasciarla essiccare. Quindi, tolta la pressione, bagnare con acqua tepida la tela vecchia, affinchè la colla che teneva l'imprimitura unita ad essa si distacchi. Molta cautela e diligenza a ciò sono ne-cessarie, perciocché spesso l'imprimitura s'appiglia ; fortemente ai fili, o penetra in essi ; ed essendo fatta d'olio cotto, rifiuta l'acqua; onde, se non v'è ! pericolo che il dipinto ne soffra, vi si aggiunge all'acqua un po'di ranno caldo di bucato, il quale, convenientemente adoprato, la separa. Di fior di farina ovvero d'amido è parimente la colla per riattaccarlo alla tela o tavola nuova, a cui si può aggiungere un poco di colla forte, o d'altra sostanzaLaOOQle
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