Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RISPETTO - RISPONSABILITÀ.
parte, quale di un'altra. Quando Lorenzo de'Medici cominciò a radunare intorno a sè i migliori letterati ed artisti d'Italia, e prese a far collezione delle anticaglie ne' suoi giardini, allora si può dire che incominciarono a praticarsi le ristaurazioni moderne alle antiche sculture. Abbiamo detto le ristorazioni moderne ; imperocché è un fatto comprovato da assai monumenti, cbe molte sculture erano già state ristaurate e dai Romani e dai Greci. Nel trasporto che di esse fecero i Romani dalla Grecia, ed anche in Grecia stessa nel traslocarle, essendosi rotte alcune parti, in guisa da non poter essere riposte esse medesime al luogo loro, furono rifatte da altri scultori e rimesse. E questa è una verità cbe non conviene giammai dimenticare nell'esame della statuaria greco-romana. s'aggiunga ancora che i Romani ai tempi degli ultimi imperatori usavano spesse volte di cangiar la testa e gli attributi d'uua statua, affinchè essa venisse a rappresentare e significare una cosa diversa da quella di prima. Ad una statua del Sole, per es., era troncata la testa, e rimessa un'altra oeN'effigie dell'imperatore, e talvolta coll'aggiunta d'un emblema a lui caratteristico. Morto quest'imperatore, era posta quella del suo successore, e venivano lasciati o mutati di nuovo gli emblemi e gli accessoria Ma di questi antichi ristauri basterà aver avvertito i nostri lettori per premunirli contro gli errori in cui diedero molti degli arcbeologhi dei tempi passati ; i quali mirando una statua colla testa e coll'iscrizioue di un personaggio cbe visse nel decadimento dell'arte, mal sapeauo credere a un tul decadimento accertato dalla storia e dai monumenti, vedendo il torace e gli altri membri di quella statua condotti egregiamente. 1 ristauri moderni cominciarono in un'epoca in cui l'antichità uon era bastantemente conosciuta, onde non è maraviglia se spesso la parte del ristauro non si accorda coll'espressione e col significato dell'antico ; furono eseguiti in molta parte da scultori mediocri; onde il ristauro spesso ripugna coll'originale ; furono affidate opere di stile dilica-tissimo e graziosissimo a tali che, valenti bensì nel grandioso e nel forte, non conoscevano tuttavia che cosa fosse la delicatezza e la grazia; furono dati attributi di moderna invenzione a divinità e ad eroi greci, fu convertito un Mercurio in un Antinoo, un Genio in un Apollo; ed indi ne nacquero tanti falsi giudizi ed errori, sicché alla metà del secolo scorso, dopo tante illustrazioni, dichiarazioni e spiegazioni già fatte e pubblicate, si conobbe l'assoluto bisogno di ristudiare l'antichità dietro i documenti dell'antichità stessa; e l'archeologia monumentale acquistò indi in poi una solidità ed una scientifica consistenza. Preparò questa novella via l'erudito Wiuckelmann coli'istoria dell'arte; l'ampliò e la rese sicurissima quello straordinario ingegno di Ennio Quirino Visconti col Museo Vaticano e cogli altri suoi scritti. Dal Wiuckelmann in poi i monumenti che veunero restaurati , furono per lo più molto giudiziosamente, poiché da lui propriamente comincia la conoscenza più larga e più soda dell'antichità, avendo la sua opera dato luogo ad infinite ricerche, e messo gli archeologi sulla sicura via della ragione e dei fatti, mentre prima regnava quasi esclusivamente l'induzione. I ristauri dellesculture eginetiche che si trovano nel Museo di Monaco in Baviera, eseguiti nello studio di Thor-wald8en, furono egregiamente condotti, e niun meglio di lui potea dirigerne l'esecuzione. Ora per dare un'idea della quantità dei ristauri fatti alle antiche statue, ne accenneremo alcuni delle principali. L'Apollo di Belvedere ha tutte e due le mani moderne; il Laoc
oonte fu ristaurato dal Cornac-chini coll'aggiunta dell'avanbraccio destro del figlio maggiore, e di tutto il destro braccio del minore, mentr'è pure moderno il destro bra^io del padre; il Giove del Museo Pio dementino ha la destra mano di ristauro; la testa della Tersicore nella collezione vaticana delle nove Muse è antica, ma non sua; la Venere d'Ostia ha tutto il braccio sinistro e la mano destra di ristauro ; la Ninfa colla conchiglia, che faceva parte della collezione Borghese, ora nel Louvre, fu ristaurata coll'aggiunta della spalla e di tutto il braccio destro, nou che del braccio e della mano siuistra, ecc., e per non fermarci ad una inopportuna e troppo lunga serie, diciamo cbe poche sono le statue veramente bellissime, le quali non abbiano le estremità (cioè piedi e mani) di ristauro; onde un pregio maggiore in quelle che le conservano. E per questo motivo noi desidereremmo ardentemente che tutti coloro i quali fanno disegnare le sculture antiche facessero col mezzo di alcuni punti conoscere quello che v'è d'originale, distinto da ciò che è posteriore ad esso. Con questo, maggior facilità vi sarebbe nello studio dell'antico, e minor occasione di errare. Il citato Wiuckelmann, nella prefazione alla Storia dell'arte, ha messo sott'occhio una serie di errori sfuggiti ad archeologi dottissimi per aver preso per originale quel che era opera di ristauro.
I ristauri scultorii si eseguiscono lavorando separatamente la parte mancante, e congiungendola con maschi di rame stagnati introdotti ne' buchi praticati dentro la porzione danneggiata. I maschi si usano di rame o di bronzo stagnato a preferenza che di ferro, perchè non Srugginiscono, e se talvolta avviene che pure si ossidano, la ruggine di quei due metalli non mette fuori del marmo le macchie come fa il ferro. Queste macchie di ferro, penetrandovi dell'umidità, si allargano, e deturpano molta parte dell'opera, come si vede essere avvenuto nelle figure mutilate del l'Apollo e della Diana di Baja. Ove il ristauro si possa praticare in quelle parti che dàuuo luogo a sottoquadri, allora incastrando destramente la parte nuova nell'antica, j non lasciano più luogo a potersi scorgere di essi. Quando per non guastar parte alcuna dell'antico bì debbe fare in un membro piano e liscio, come in un braccio, in una gamba, allora v'è maggior difficoltà a nascondere l'attacco; benché quest'artifizio del ristaurare sia taut'oltre progredito da ingannare spesse volte l'occhio il più esperto. Nè qui giova pur ricordare che per ottenere ciò fa d'uopo scegliere il pezzo di marmo della natura stessa di quello della statua a ristaurarsi, fa d'uopo che abbia la stessa tinta, ovvero cbe se gli dia artificialmente, e che nella commessura l'un coll'alfro pezzo talmente combaci da nou lasciar tra mezzo il menomo pelo. Che se i due pezzi uon combaciano I perfettamente, ben si può empiere l'intervallo diLaOOQle
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