Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RISTRETTO
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      quelle che a quo' certi lineamenti ed a quel certo soggetto si convengono. Del pari la posa, che tanto contribuisce all'evidenza della rappresentazione gli deve esser somministrata dalla caratteristica ed abituai posa del soggetto ; ed affinchè in essa non si conosca lo stento e quell'aria di stanchezza che uno prova nello star lungamente immobile a modello, l'abile artista farà per qualche tempo osservazione ai movimenti liberi e spontanei, onde coglier la natura, quasi diremmo, al volo nella sua più bella attitudine, ed in questa effigierà il suo ritratto. La natura non si dimostra qual è allorquando ella è costretta da vincoli, od incomodata da soggezione ; e quasi donna capricciosa ed altera, non si lascia cattivare se non da chi la sorprende. Per ciò somma abilità e somma franchezza di mano, somma accortezza ed intelligenza è necessaria al pittore per impadronirsi di quella mossa istantanea che dà il carattere e la vita al ritratto. Forse che può dirsi ritrattista chi non sa copiar un volto se non in quella tal posizione convenzionale, che nulla può esprimere? Deggionsi appellar ritratti quelle teste o quelle mezze figure, in cui altro non ravvisi se non lo stento dell'artista nel suo lavoro, o tutto al più espressa la noja che uno prova nel durar lunghe ore inchiodato su d'una sedia nella medesima positura? 1 rapporti che hanno insieme le singole parti d'uu volto più che i singoli tratti esattamente delineati contribuiscono all'espressione: imperocché dalla diversità di questi rapporti più che dalla diversità delle minute forme risulta l'aria ed il carattere d'una persona. E per non entrare neila dimostrazione di ciò per mezzo di ragioni (che ci porterebbe alquanto in lungo, e da alcuni che su ciò non hanno fatto osservazioni speciali potremmo non esser intesi), veniamo alle prove di fatto che tutti hanno potuto osservare. Spessissimo accade ne'ritratti di pittori diligenti si ma non ottimi, di vedere come presa una per una ciascuna parte, gli occhi, la fronte, il mento, la bocca, queste parti sono somigliantissime all'originale, mentre il ritratto in complesso non rassomiglia. Per lo contrario un buon ritratto da tutti tenuto per somigliantissimo, postoli accanto all'originale, può nelle singole parti non aver quell'esattezza di rassomiglianza col vivo, che queste parti dell'altro ritratto sopraccennato hanno coli'originale proprio, ma questo che somiglia adempie all'ufficio suo, ed è tenuto in pregio, mentre l'altro è stimato di niun valore, ed attesta l'imperizia dell'artefice. Per ciò appunto gli scrittori d'arte raccomandano ai gio-vaui disegnatori di badar sovra ogni altra cosa ai rapporti ; ed impongono poi loro di trascurar le minutezze per conseguire la bellezza. Fa sorridere alcuni il collocare la bellezza come dote essenziale in tutti indistintamente i ritratti: secondo questi, sarebbe pur d'uopo, a fine di conseguirla in tutti, l'impedire che i brutti si facessero ritrarre ; ma la cosa va diversamente, e tanto questi quanto gli altri possono volere ed amare la propria effigie anche bruttina. Questa difficoltà, che pare gravissima, fu risolta asfiai bene dai valenti artisti, producendo bei ritratti d'uomini ch'erano tutt'altro cbe belli ; e al fatto di nuovo noi ricorriamo per dar chiarezza alle nostre ragioni. Se, per tacer dei sommi e ram-
      mentare un artista il cui nome è pressoché ignoto, se, diciamo, l'incisore Antonio Montuati nel fare in medaglia il ritratto del Magliabechi avesse avuto in mente null'altra cosa che i lineamenti deformi e lo sdruacito squarcio di bocca di quell'illustre erudito, certamente che indi non poteva nascer altro se non una produzione deforme; ma questi tratti medesimi (parliamo dei lineamenti mobili) allorché erano posti in azione da qualche elevato pensiero passato per la mente di quell'illustre, allor si componevano ad una espressione dignitosa e bella, come fu quella della medaglia del Montuati, lodata dal Salvini. Ed il volto del Magliabechi era brutto talmente, da non poter esser confuso con certi che, men belli nel vivo, riescono tuttavia di buon effetto nell'arte. A proposito pure di cose brutte, ma non deformi come l'accennata, Leonardo da Vinci provò che si potevano render bellissime nell'arte, dipingendo la cotanto decantata sua testa della Medusa, mettendovi tanto d'ideale nell'espressione e nell'insieme che fa meraviglia. Anche l'ideale (quantunque sembri un paradosso) entra nei ritratti, e più specialmente ne'ritratti monumentali. Che cosa infatti è un ritratto, se non la ma-festazione di un'effigie per mezzo dell'arte? Ma questa manifestazione presenta, come abbiam veduto , necessariamente una idea, e quest' idea è quella appunto che lo anima e lo informa. Nè l'ideale ripugna alla realtà ed alla fedeltà che debbe avere col tipo; perchè esso altro non è se non la espressione pura di esso tipo, sollevato ad artistico concetto. Abbiamo sopra accennato a ritratti monumentali ; direm ora che questi sono concepiti secondo un ideale elevato a grandiosità maggiore. Di questo genere è il ritratto colossale che di se stesso fece il Canova ; di questo genere sono per lo più i ritratti scultorii, che si appongono ai monumenti, donde loro derivò il nome di monumentali. Sommo nei ritratti di pittura fu Raffaello, e celeberrimo fra tutti quello ch'ei fece a Leone X fra due cardinali, esistente nella pinacoteca nazionale di Firenze. Tiziano effigiò pure incomparabilmente bene, ed i molti ritratti da lui fatti basterebbero anche soli a farlo tener per uno de'primi pittori del mondo. Wandyck con lui gareggia in verità, in espressione ed in forza di colorito. Tutti i grandi pittori italiani di storia furono grandi nei ritratti.
      Per quello che riguarda alla denominazione, secondo la varia lor forma, sono ad erma o busto con una testa sola, a mezza figura, a figura intera, domestici, monumentali o storiati, a medaglione, a mezzo o ad alto rilievo ; e si riferiscono o alla scultura, od alla pittura, od all'incisione, od all'intaglio. Ad erma si fanno per porre nelle gallerie e nei giardini; a busto anche per gallerie e per sale; i bicipiti, cioè quelli adoppia testa, in forma d'erma o di busto con due prospetti (ora andati in disuso), parimente per gallerie, atrii e giardini collocati dove la visuale è per dinanzi e per di dietro. A mezza figura sono quelli che rappresentano la persona dal mezzo in su; i domestici, quelli fatti per puro ricordo di famiglia; gli storiati, quei cbe sono rappresentati all'eroica, in divinità pagane, in apostoli, ecc.; a medaglione o medaglia, quei che mostrano la faccia di profilo con poco rilievo,
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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