Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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Roana - robbiAtri lavori. Leone XIII lo aveva nominato consultore della S. C. dei Riti ; era socio dell'Accademia dell'Immacolata, degli Arcadi, di quella di Rovereto; cauonico di Loreto, di Camerino, di Fabriano. Mancò ai vivi il 22 settembse 1884 in una città del Tirolo.
ROANA (geogr.). — Comune nel circondario di Asiago, provincia di Vicenza, con 4394 abitanti.
ROANNE (geogr.). — Città di Francia, dipartimento della Loira, è, dopo Saint-Etienne, la più importante di quella regione per industria e commercio. con 20,000 abitanti.
ROANOKE (geogr.). — Fiume della Virginia e della Carolina del Nord, negli Stati Uniti d'America, formato dall'unione del Dan e dello Staunton.
ROASCHLA (geogr.). — Comune nella provincia e nel circondario di Cuneo, con 1866 abitanti.
ROASIO (geogr.). — Comune nel circondario di Vercelli, provincia di Novara, con 2571 abitanti.
ROB, ROBBO o ROOB ifarmacol.). — Voci di origine arsba, colle quali s'indica in farmacia il succo di qualche frutto medicinale mescolato allo zucchero e ridotto mediante evaporazione a consistenza del miele. Tali sono il rob di sambuco, di spina cervina, ecc.
ROBBIA (Hubia) (botcult, industr. e tecn.). -- Genere di piante che forma il tipo della famiglia delle robbiacee, che appartiene alla tetraudria mouoginia del sistema sessuale , e che distiuguesi per i caratteri seguenti: calice a tubo ovato globoso, col lembo quasi nullo; corolla spartita iu cinque lobi, rotata; stami brevi; frutto didimo, sub-globoso, baccato, sugoso. Questo genere comprende più di quaranta specie, che sono erbe o suffrutici a fusti diffusi, ramosissimi, tetragoni; foglie in numero di due, opposte, con due ovvero tre o quattro stipole, le intermedie simili alle foglie e che formano un verticillo di quattro ad otto foglie: fiori piccoli , bianco-verdicci o gialli ; bacche nere, rarissimamente rosse o bianche. La specie seguente è sommamente interessante.
Robbia dei tintori (rubia tinctorum L.). — Erba perenne, molto scabra; radice luuga, grossa, strisciante, molticaule, rossa; fusti tetragoni, diffusi od arrampicanti, deboli, ramosi, coperti ai loro augoli di pungoli uncinati, retrorsi ; foglie lanceolate , sub-picciuolate, rigide , uon persistenti, al-quato lucide, d'un verde carico, munite di pungoli uncinati ai margini ed alla carena, le inferiori verticillato quaterne, le superiori verticillato sene; fiori piccoli, gialli, disposti a cime tricotome ; lobi della corolla calloso acuminati, non cuspidati; bacche prima grosse, poi nere, lucide. Questa specie, nativa dell'Orieute e dell'Europa meridionale, coltivasi iu alcune parti dell'Asia e particolarmente nel contado d'Avignone in Frangia (dove chiamasi volgarmente garance o alizari o lizari) per le sue radici molto usate per la tiutura in rosso, la quale coltivazione, estesa eziandio ad altre parti dell'Europa, massime all'Alsazia, al Palatinato, alla Fiandra, all'Olanda, ecc., è di grande importanza; se nou che, onde ottenere soddisfacenti risultati, ri-cbiedonsi molte avvertenze. Primieramente vuoisi procacciare semente di buoua qualità, cioè di un bel colore nericcio, di forma rotonda, di mediocregrossezza e che tagliata per traverso presenti nel suo centro un corpicciuolo bianco, che è l'embrione; si conoscerà viemeglio la buona qualità del seme, qualora questo, immerso in un vaso pieno d'acqua tiepida, nello spazio di ventiquattr'ore avrà manifestato un principio di germogliamento. La miglior semente è quella procacciata da Avignone o da Smirne o da Cipro. Le sue radici tendono naturalmente ad approfondarsi ed estendersi per ogni verso, e siccome la parte utile di questa pianta ò
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Rubia tinctorum (ramo fiorifero di grandetta naturale).
A. Fiore intiero ingrandito — B. Corolla fessa e spiegata per far vedere l'attacco degli stami — C. Uoo stame veduto anteriormente—D. Fiore spogliato della corolla : a, a) di sco; 6, b) stili; c, e) stimmi — E. Sezione verticale dello stesso : a, a) disco ; b, b) ovelli — b\ Seme — Q. Embrione.
appunto la radice, ne consegue che questa r'escirà tanto più vigorosa, grossa e lunga, quanto più la natura del suolo sarà favorevole alla sua estensione e nutrizione, vale a dire quanto più la terra sarà leggera, dolce, profondamente fertile e discretamente umida, senza che l'acqua vi stagni in nessun tempo. Vuoisi poi smuovere questo terreno a profondità non minore di 6 decimetri e nettarlo diligeutemeute dalle male erbe, massime dalla gramigna. Il primo lavoro si fa in luglio, appena levata la messe, e preferibilmente colla zappa : due mesi dopo si eseguisce un altro lavoro profondo per mezzo di un aratro grosso e valevole a rivoltar bene le zolle, si ripete al finir dell'inverno una o due volte l'aratura, susseguita da una buona erpicatura onde viemeglio purgare il terreno dalle male erbe, renderlo soffice e disporlo a ricevere la semente. Ma non basta smuovere profondamente il terreno ; conviene somministrargli concime abbondante ed appunto all'epoca del primo lavoro, onde i materiali l fertilizzanti vengano convenientemente divisi nellat^ooQle
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