Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ROBBIA (DELLA) LUCA 468
      storie poi dei quadri fece la Madonna coi bambino in braccio, Dell'altro Gesù Cristo che sorge dal sepolcro. Dissotto a questi in ciascuno dei primi quadri è una figura, cioè un evangelista, e sotto questi i quattro dottori della Chiesa che stanno scrivendo in varie attitudini. Tutto questo lavoro , dice Vasari, è tanto pulito e netto, che è una maraviglia, e fa conoscere che molto giovò a Luca essere stato orefice. L'insieme di questa porta coli'ornamento architettonico e il colmo di terra invetriata ch'è sopra, come pure i dieci quadri di essa porta in proporzione più grande possono vedersi intagliati Dell'opera intitolata: La metropolitana fiorentina illustrata (Firenze 1820, Molini eC., in-4°, con tav.).
      Dopo questa grand'opera, che basterebbe di per sè sola alla fama d'un grande artista, Luca si diede a lavorare bassorilievi in terra cotta e vi si applicò indefessamente per tutta la vita, avendone da ogni parte ricerche grandissime. Bramando poi che questi suoi lavori si conservassero non anni ma secoli, si andò tanto assottigliando che trovò modo di difenderli dalle ingiurie del tempo. Dopo lunghe spe-rienze rinvenne da ultimo la maniera d'invetriarli con una mistura che, al dir del Vasari, componevasi di stagno, litargirio, antimonio e altri minerali cotti al fuoco ardente d'una fornace, sì che le opere sue per quanto vetuste pajono fatte jeri e couser-vano intatti i colori di cui spesso ricopri vale , segnatamente l'azzurro, che spicca in tutta la vivezza dell'oltremare. 1 plastici invetriati sono di due maniere: alcuni hanno addosso un semplice strato di smalto bianco, ed altri di smalto colorito a guisa di pittura iu rilievo. I primi lavori di Luca sono condotti di smalto bianco; poi andò pensando di migliorarli coli'aggiungere loro il colore, e di tal fatta sono i plastici di Andrea suo nipote, lavori mirabilissimi, e quelli d'Ambrogio e di Giovanni , figliuoli di esso Andrea. 11 trovato di Luca passò nei Della Robbia da padre in figliuolo, da zio in nipote come eredità di famiglia; ond'è che questo modo di scultura prese il nome, che anch'oggi gli dura, di lavoro Della Robbia. Esso però non rimase un segreto esclusivo di quella famigla, e già nei medesimi tempi di Luca fu un altro scultore' fiorentino che lavorava somigliantemente di terra cotta. È questi quell'Agostino d'Antonio di Duccio o Gucci, scultore il quale, per aver condotto anche dei plastici invetriati, fu dal Vasari creduto fratello di Luca. Più tardi si divulgò anche fuori di Toscana, e fra gli artefici che si diedero a questo modo di scultura è mentovato Pietro Paolo Agabiti da Sas-soferrato, che fu lodevole pittore, e visse contemporaneamente ad Audrea Della Robbia. Questo prezioso segreto dello invetriare le terre cotte andò però perduto col suo inventore e con gli allievi suoi, nè valsero a tornarlo in vita i molti sperimenti che furono fatti recentemeute in Firenze ed altrove.
      Tornando al nostro Luca, troppo lungo Barebbe discorrere di tutte le opere iu terra cotta invetriata da lui condotte, e solo citeremo le più importanti, fra le altre quelle che sono nell'arco che è sopra la porta di bronzo ch'egli sotto l'organo di Santa Maria del Fiore aveva fatta per la sagrestia; nelle quali fece una Risurrezione di Cristo tanto bella in quel tempo, che, posta su, fu, come cosa vera-
      mente rara, ammirata, e fu fatta incidere dal Ci-cognara; non men bella è YAscensione di Cristo in cielo nell'arco della porta dell'altra sagrestia, la quale , come tutti i lavori di plastica fatti da Luca in quel duomo, è perfettamente conservata. Piero di Cosimo de' Medici fu dei primi che facessero lavorare a Luca cose di terra colorite, e gli fece fare, fra le altre cose, tutta la volta in mezzo tondo d'uno scrittojo del suo palazzo, lavoro fatto con tanta perfezione, che così la vòlta come il pa-viriiento pajono non di molti, ma di un pezzo solo. La fama delle quali opere spargendosi non pure per l'Italia, ma per tutta l'Europa , erano tanti coloro cbe ne volevano, che i mercanti fiorentini facendo continuamente lavorare Luca con suo molto utile, ne mandavano per tutto il mondo. E perchè egli solo non poteva supplire al tutto, chiamò iu ajuto gli scultori Ottaviano ed Agostino, che il Vasari dice erroneamente fratelli di lui, e li mise a fare questi lavori, nei quali egli insieme cop esso loro guadagnavano assai più che con lo scalpello; perciocché, oltre alle opere che di loro furono mandate in Francia e Spagna, lavorarono ancora molte cose iti Toscana, e segnatamente al detto Piero de'Medici, nella chiesa di San Miniato, la volta della cappella di marmo che posa sopra quattro colonne nel mezzo della chiesa, facendovi un patimento di ottangoli bellissimo. Ma il lavoro più notevole che in questo geuere uscisse dalle loro mani fu nella medesima chiesa la volta della cappella di Santo Jacopo, ove fu sotterrato il cardinale di Portogallo, nella quale fecero in quattro tondi , uei cantoni , i quattro evangelisti, e nel mezzo della vòlta in un tondo lo Spirito Santo, lavori tutti in essere ancora in quella chiesa stupenda. Nella chiesa poi di San Pietro Buonconsiglio sotto Mercato Vecchio fece in uu archetto sopra la porta la Madonna con alcuni angeli intorno, opera ben conservata e assai bella. E somigliantemente nel capitolo di Santa Croce fatto dalla famiglia dei Pazzi condusse tutti gl'invetriati di figure che dentro e fuori vi bì veggiono tuttodì in essere. Altri lavori fece Luca pel re di Spagna, per Napoli, per Firenze, oltre il mausoleo in marmo di Benozzo Federighi, vescovo di Fiesole, che sta ora nella chiesa di Sau Francesco di Paola presso la collina di Bellosguardo; se ne vede un intaglio nei Monumenti funebri della Toscana di Giovanni Gonuelli (Tav. xxxiv). « Nell'ornamento dei pilastri di quest'opera, dice Vasari, dipinse nel piano certi festoni a mazzi di frutti e foglie sì vive e naturali, che col pennello in tavola non si farebbe altrimente a olio; e invero quest'opera è maravigliosa e rarissima, avendo in essa Luca fatto i lumi e le ombre tanto bene che non pare quasi che a fuoco ciò sia possibile ». Poco prima di morire aveva cominciato a far storie e figure dipinte in piano, una delle quali può vedersi nella prima stanza dell'opera del duomo a man sinistra entrando, sopra una porta. È uua luuetta composta di tre pezzi, rappresentante VEterno Padre in mezzo a due angioli che l'adorano in atto devotissimo.
      « Luca della Robbia, dice il marchese Selvatico, non trattando che di rado il marmo, giunse con la semplice creta ad un'elevatezza di sentimento e ad
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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