Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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ROBERT PIETRO FRANCESCO GIUSEPPE - ROBERTI GIAMBATTISTAquali menzioneremo: Une familie, s'il vouspiatti (1837, 2 voi.); L'abbé Olivier (1841); Amour de reine (1842); La famille de Tavora (1843); Le roi (1844, 2 voi.); La duchesse de Chevreuse (1845); Le marquis de Pombal, La duchesse d'York, Le capitaine Mandrin i 1846) ; Le pauvre diable (1847) ; Les quatre sergents de la Rochelle (1849, in-4°>; Les mendiants de Paris (1851); Serf et boyards
(1854) ; Louise de Lorraine, Le fou de la Bastide
(1855); Les deux sceurs de charité, RéloXse et Abei-lard, Les anges de Paris (1856) ; Nana Sahib, La Tour Saint-Jacques (1858); Daniel le laboureur (1860); Les Bateleurs de Paris (1863, 3 voi. in-8°); La Tour du Louvre (1865, 3 voi. in-8°); Le Magi-cien de la barrière d'Enfer (1866, 2 voi. in-8°); Le Maine noir, Le Loup-Garou (1868, 2 voi. in-8), ecc., oltre a numerosi articoli ed opuscoletti pubblicati nel Siècle, nella Patrie e in diversi giornali popolari illustrati, quali il Cinq centimes, Le Dimanche, L'Omnibus e simili ; e frammenti in prosa e in versi inseriti in parecchie raccolte e albums. Lavorò pure pel teatro e fecesi distinguere principalmente al Beaumarchais per le sue produzioni Chdteau et Chaumière, in due atti; YHéritagedu chdteau, in due atti, e La chambre de feu, in cinque atti.
ROBERT Pietro. Francesco Giuseppe {biogr.). -Membro della Convenzione francese, nato a Gimnée (Ardenne) il 21 gennajo 1763, morto a Brussella nel 1826, fu dapprima avvocato, quindi professore di diritto pubblico nella Società filosofica. Al principio della rivoluzione divenne uno dei membri più attivi del club dei Cordeliers, ove strinse amicizia con Brissot e soprattutto con Danton, il quale nominato il 10 agosto 1792 ministro della giustizia,
10 tolse per segretario. Mediante la costui influenza fu eletto deputato di Parigi alla Convenzione, e nel processo di Luigi XVI votò per la morte seuza appello e senza indugio, spiacendogli soltanto di nou poter votare in pari tempo la morte di tutti i re. 11 10 aprile 1793 fu denunziato da Vergniaud quale agente del duca di Orléans. Robert era mercante di coloniali all'ingrosso, ed accusato quale incettatore, ebbe la casa saccheggiata dalla plebe
11 27 settembre 1793. Egli sfuggì alle persecuzioni contro i Dantonisti, e colpito poi dalla legge contro i regicidi, riparò nel Belgio, ove aprì un commercio di liquori. Abbiamo di lui alcuni opuscoli ed articoli inseriti nel Mercure Nationale e nelle Bévo-lutions de Paris.
Vedi Arnault, Biogr. des contemp.
BOBERTI Giovanni (biogr.). — Dotto gesuita belga, nato il 4 agosto 1569 a Saint Hubert (Ardenne), morto il 14 febbrajo 1651 a Namur; dopo fatti gli studii a Liegi e a Colonia, entrò nel 1592 nella società di Gesù, e insegnò cou molto plauso la teologia nelle Università di Douai, di Trèves, di Vurz-borgo e di Magonza, occupò anche il posto di rettore a Paderborn, e fece un'assai lunga dimora a Liegi prima di ritirarsi a Namur. Era un uomo grandemente istruito, ma sprovveduto di critica, come vedesi in certe opere petrattanti materie singolari. Citeremo di lui: Mystica Ezechielis quadriga, id est IV Evangelia gr. et lat. (Magonza 1615); Tractatus de magnetica vulnerum curatione ana-
tome (Lovam'o 1616); confutando Goclenio, attribuiva alla magia le guarigioni magnetiche od operate lontano. Una disputa assai viva nacque fra essi, a cui prese parte Van Helmot, e Roberti rispose con altri scritti conditi d'invettive, ristampati in gran parte nel Theatrum sympnticum del 1662; Historia sancti Huberti (Lussemborgo 1621). Questo libro raro e curioso è corredato di varie dissertazioni, fra le quali, Sanctorum L. jurispe-ritorum elogia (Liegi 1632); fa meraviglia scorgere in questo elogio dei giurisperiti beatificati Mosè, Aronne, Giobbe, Carlo Magno, sant'Agostino, Gregorio di Nazianzo, Dionigi areopagita, Paolo IV, Tommaso Moro, ecc.
Vedi Southwell, Bibl. script. Soc. Jesu.
ROBERTI Giambattista (biogr.). — Celebre letterato italiano, nacque di nobile famiglia iu Bassano il 4 marzo 1719, ove mori il 19 luglio 1780. Studiò a Padova sotto i Gesuiti, a cui poscia si affigliò, e dopo fatti buoni studii in Bologna, dove erasi condotto pel noviziato, fu scelto a mano a mano all'insegnamento in Piacenza, ove ottenne l'estimazione del celebre padre Bellati ; indi passò a Brescia nel 1743, ove, unito al Bettinelli, professò belle lettere. In quel momento fra il Roberti e il Bettinelli si strinse tale amicizia che non s'infranse più mai. Mandato poscia a Parma, vi ebbe l'incarico di accademico del Collegio de' nobili, cioè di regolatore degli esercizi cavallereschi e delle teatrali rappresentazioni; quindi inviato a Bologna, lesse filosofia nel collegio di Santa Lncia, e poco stante tenne lezioni di Sacra Scrittura, succedendo al Sanseverini e al Barotti. Il corso di sue lezioni fu interrotto nel 1773 allorché fu soppresso l'ordine de' Gesuiti, di cui era assai zelante ; rifuggi allora in seno di sua famiglia, e continuò una vita abbellita da buoni studii, fecondata di opere di cristiana carità, amato e riverito da quanti hanno in pregio le virtù vere, non gli arredi della vanità o i titoli della potenza. Tormentato dalla podagra e da altri malori, fra il compianto sincero de' suoi cari e degli amici chiuse la vita in patria.
Gli osservatori rigidi che sul cadere del xvm secolo e nel presente esaminarono le opere in verso e in prosa del Roberti, non vi ravvisarono veruna idea dell'ufficio, dell'importanza e della dignità delle lettere, ma lievi pensieri e stile leccato, orpello leggerissimo, onde cercava di dar luce alle sue scritture. Fa meraviglia ch'ei scrivesse i poemetti Le Perle e La Moda, dopo aver letto B Mattino e II Mezzogiorno del Parini; nè mal si appose per avventura chi paragonò lo stile del Roberti ad una verga di cera lacca, che stropicciata, attrae delle cose che le stan d'intorno le più lievi soltanto. Le sue Favole esopiane per altro, benché, com'egli stesso confessa, di stile soverchiamente studiato, e di scarso dialogo, mostrano ingegnosa invenzione ed hanno un carattere ben conservato degli interlocutori animali, e una giusta derivazione della morale spontanea ed attagliata degli apologhi. Il discorso premesso al suo Favoliere è , forse ciò che gli dà maggior diritto alla letteraria riputazione; il discorso è scritto con leggiadria, e per poco potrebbe dirsi nel suo genere perfetto, j Nel trattato Del leggere libri di metafisica scon-
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