Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
ROBERTO IL FORTE - ROBERTO II DI FRANCIA 475
I baroni applaudirono a tale atto di vendetta; e Roberto, fuggendo la sua capitale, corse ad implorare la protezione del papa, che lo consigliò di tornare ne* suoi Stati. L'afflizione e la vergogna gli risparmiarono tale ultima umiliazione (vedi la Storia della decadenza dell Impero per Gibhon, c. 61). Egli mori nell'Acaja, nel 12*28, lasciando il trono a suo fratello Baldovino, l'ultimo ed il più sventurato degl'imperatori latini di Costantinopoli. Du-cange compilò, dietro a scrittori originali, la vita di Roberto uella terza parte della Storia di Costantinopoli (73-88).
ROBERTO ti Forte (biogr.). — Conte d'Angiò, ucciso presso Brisserta nell'866, era figliuolo d'un germano di nome Vitichindo ch'era venuto a porre stanza nella Neustria, ed apparisce la prima volta nell'istoria nell'859, in cui segnalossi fra gli avversarli di Carlo il Calvo. Nell'861 passò dalla parte di questo principe, il quale volendo guadagnarselo a cagione del suo valore nei combattimenti, gli aveva offerto l'Augiò. Nell'862 vide i suoi possessi devastati dai Bretoni, capitanati da Luigi figlio di Carlo, ch'orasi ribellato contro il padre ; ei tolse allora al suo soldo una schiera ragguardevole di Normanni e li condusse contro i Bretoni che riti-ravansi carichi di bottino, li sconfisse, uccise i loro capi principali e ritolse loro il bottino. Nell'866 trovavasi col conte di Poitiers Ramnulfo poco discosto dal Maus, quando riseppe che questa città era stata sorpresa e saccheggiata da un nucleo di Normanni e Bretoni, capitanati dal celebre monarca dei mari, Hasting; i due conti raccolsero tosto soldati ed inseguirono i Normanni, che raggiunsero a Brisserta, e che, dopo aver subito perdite considerevoli, trincieraronsi nella grande basilica di quel luogo: La giornata era avanzata e Roberto differì l'assalto alla dimane; egli erasi cavato l'elmo e l'armatura, quando i Normanni fecero tutto ad un tratto una sortita. Egli si affrettò respingerli, ma non avendo avuto tempo d'indossare il giaco, fu ferito a morte da un quadrello. Era, dice un annalista contemporaneo, il Maccabeo di quei tempi. Lasciò due figliuoli in tenera età, che salirono più tardi sul trono di Francia ; il suo nipote Ugo Capeto fu il fondatore della terza razza dei re di Fraucia.
Vedi Gfrorer, Geschichte der Carolinger.
ROBERTO il Breve (biogr.). — Imperatore d'Alle-magua, nato nel 1352, morto nel 1410 ad Oppenheim, fu eletto nel 1400 dopo la decadenza pronunciata contro Venceslao, ma molti Stati dell'Impero ricusarono di riconoscerlo. Egli dovette farsi incoronare a Colonia per non poter entrare in Aquis-grana, che pose al bando dell'Impero. Nel 1401 superò le Alpi per ire a farsi incoronare a Roma e sottomettere il suo rivale, il duca Galeazzo di Milano; ma sconfitto da quest'ultimo sulle sponde del lago di Garda, gli bisoguò rivalicare le Alpi e far ritorno in Allemagua senza aver raggiunto lo scopo della sua spedizione. Quantunque Venceslao fosse sempre prigioniero del suo fratello Sigismondo, Roberto non riuscì a far riconoscere universalmente la propria autorità. Le popolazioni dell'Allemagna gli andarono debitrici della distruzione di molte castella convertite dai nobili in covi di briganti.
Nel 1406 tentò riunire all'Impero i feudi imperiali del Limborgo e del Brabante, ma ne fu impedito dalla casa di Borgogna. Nel 1409 si fece rappresentare al Concilio inutilmente convocato per far cessare lo scisma. Egli era passato a seconde nozze con Elisabetta, figliuola del burgravio di Norimberga. Dopo la sua mortè Jodonis di Moravia fu eletto imperatore dagli elettori di Magonza e Colonia, mentre Sigismondo re d'Ungheria e fratello di Venceslao veniva eletto dall'elettore di Treves e dall'elettore palatino. Dal suo maritaggio con Elisabetta ebbe cinque figliuoli, l'ultimo dei quali, Stefano, divenne capo della casa regnante di Baviera.
Vedi: Cronache contemporanee — Pelzel, Etst. de Vempereur Wenceslas (1788-1790, in 2 voi.).
ROBERTO I, soprannominato il Savio ed il Divoto (biogr.). — Re di Francia, ucciso il 16 giugno 923 a Soissons, era il secondogenito del precedente e fratello minore del re Eude. Questi essendo morto nell'898, la famiglia carlovingia ripigliò uno staute l'ascendente su quella de' suoi competitori; e Carlo il Semplice, allora in età di diciannove anni, fu riconosciuto re da tutto il regno. Anche Roberto, uomo abile e coraggioso, il riconobbe e gli prestò il servizio militare, sì che Carlo l'ebbe per quattrini a consigliere e lo tolse in graude affezione. Sd non che Roberto, per un puntiglio ool ministro favorito di Carlo, Haganon, volse le armi contro il ré, lo sconfisse e fu incoronato in sua vece dai signori Franchi a Reims il 30 giugno del 922. L'infelice Carlo il Semplice abbandonato da tutta la Gallia, adunò un nuovo esercito nel Belgio e tornò l'anno seguente con circa 10,000 uomini ad assalire il suo competitore a Soissons. Il nuovo re aveva accentrate in quella città le proprie forze, le quali assommavano a venti mila combattenti. Carlo assistè alla battaglia da un vicino monticello, mentre Roberto stava combattendo nel più fitto della mischia. Riconosciuto ed assalito da tutte le parti, fu passato da sette colpi di lancia. Però rimase vittorioso, * suo tiglio Ugo, padre di Ugo Capeto, ne raccolse il frutto. La sola traccia che abbiamo della sua amministrazione è un diploma in data del 25 gennajo 923, contenente una donazione in favore dell'abbazia di San Dionigi.
Vedi Chroniques di Richer e Flodoard.
ROBERTO II (biogr.). — Re di Francia, figliuolo e successore di Ugo Capeto, nato ad Orléans, morto nel castello di Melun il 20 luglio 1031. Nell'educazione datagli dal famoso Gerberto acquistò tutte le virtù monastiche; caritatevole fino a spogliarsi e lasciarsi derubare ; dalla settuagesima sino a Pasqua dormiva sulla nuda terra; la quaresima consumava iu pellegrinaggi; manteneva ogni giorno treceuto poveri e mille iu certe solennità; il giovedì santò ne serviva trecento iu ginocchio; componeva inni e cantici e salmeggiava le ore canoniche in coro. Egli sposò Berta, erede del reguo di Borgogna, dopo aver ripudiato una principessa italiana di nome Susanna di lui più attempata; ma scoperta la parentela fra essi, fu dal papa costretto a lasciarla, e perchè l'amore il rendeva renitente all'obbedienza, vide interdetto il suo regno. Fu questo uu gran colpo pel re divoto. Si disse che la regina avesse partorito un mostro coir
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