Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
ROBERTO I — ROBERTO III D'ARTOIS
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Adorna e degli Spinola. I Genovesi gli conferirono la signoria assoluta della loro città per dieci anni. Brescia, stretta dal condottiero Osine della Scala, segui l'esempio di Genova nel 1319. Roberto divenne per tal modo il sovrauo più poderoso della penisola, ma ebbe a lottare del continuo coli'imperatore Luigi di Baviera e i Ghibellini. Nel 1341 Genova e molte altre città potenti della Lombardia e del Piemonte cacciarono le guarnigioni napoletane, e grandi disordini scoppiarono nelle Calabrie. L'avarizia e debolezza di Roberto furono cagione di- questi torbidi.
Paolo Giovio loda assai l'ingegno di Roberto di Angiò, protettore delle belle arti, e pio come san Luigi suo prozio. Petrarca lo elesse a giudice per sentenziare se era degno di essere coronato in Campidoglio. Dalla sua prima moglie Jolanda di Aragona ebbe due figliuoli, che morirono prima di lui, e gli succedette la sua nipote Giovanna I (V.).
Vedi Si8mondi, Histoire des Èépubltques iialien-nes (voi. v).
ROBERTO I D'ARTOIS, detto il Buono ed il Valoroso (biogr.). — Nato nel settembre 1216, ucciso l'8 febbrajo 1250 a Mansurah, era figliuolo di Luigi Vili re di Francia e fratello di san Luigi, che eresse in suo favore l'Artois in contea nel 1237. Nella sua contesa coll'imperatore Federico lì, papa Gregorio, che arrogavasi come i suoi predecessori il diritto di disporre dei troni, offri la corona imperiale a Roberto d'Artois, che la ricusò. Nella prima crociata di Luigi IX, Roberto, che accompagnò il fratello, contribuì grandemente alla splendida vittoria di Damiata (4 giugno 1249) ed alla presa di quella celebre ed opulenta città. Ei fece poscia, d'accordo col legato, rigettare le proposte di pace del sultano Nedjm-Eddin, il quale, malato gravemente e spaventato, offriva ai crociati restituire l'antico regno di Gerusalemme, riporre in libertà i prigionieri cristiani, pagar le spese della spedizione e cedere in proprietà assoluta Damiata e il suo territorio. Roberto mostrò l'inutilità di trattare con un moribondo, e consigliò in quella vece di por l'assedio ad Alessandria e di marciar su Cairo. Quest'opinione prevalse, e l'esercito giunse dopo una marcia penosa davanti Mansurah, dalla quale non era separato che dal canale d'Achmoum. Roberto, trasportato dal suo coraggio impetuoso, si precipitò ciecamente sopra i Saraceni e si impadronì di Mansurah. Quando volle tornare addietro trovò chiuse le porte della città e le vie asserragliate. Circondato da ogni parte, perì con oltre seicento cavalieri sotto una grandine di dardi, di pietre e altri projettili gittati dalle finestre e dai tetti, 1*8 febbrajo 1250.
ROBERTO II D'ARTOIS (biogr.). - Figliuolo postumo del precedente, nato nell'agosto del 1250, ucciso 1*1 ì luglio 1302 a Courtrai, accompagnò lo zio Luigi IX in Africa, ove conseguì parecchi vantaggi sugl'infedeli. Nel 1276 condusse un esercito in Navarro, ribellata contro la sua sorella la regina Bianca, e la sottomise; conchiuse poi una tregua con Alfonso X re di Castiglia. Dopo la sollevazione della Sicilia andò in soccorso di Carlo d'Angiò suo zio (1283), e nominato reggeute del reame di Napoli durante la cattività di Carlo lì, lo governò
con molta prudenza e sconfisse in Calabria l'ammiraglio Ruggiero di Loria. Nel mentre sperava sconfiggerlo un'altra volta presso Gaeta, Carlo li strinse pace con esso lui, e Roberto sdegnato abbandonò l'Italia con tutti i cavalieri francesi nel settembre del 1289. Inviato nel 1296 in Guiana, ritolse agl'Inglesi molte piazze forti e riportò sopra di essi una vittoria a Dax. Appresso raggiunse con truppe agguerrite Filippo IV che marciava contro le Fiandre, e sconfisse presso Furnes un corpo di truppe che volevangli precludere il passo; questo successo gli aprì le porte di tutte le città della Fiandra marittima, ma non si potò consolare della perdita del suo figliuolo unioo, Filippo, ferito mortalmente al suo fianco. Nel 1302 una nuova rivolta dei Fiamminghi gli fece ripigliare le armi; ei radunò un esercio di oltre 50,000 uomini, raggiunse il nemico presso Courtrai, e senza pigliare alcuna precauzione si precipitò sopra di esso. Mori, come il padre, vittima della sua temerità, e fu trovato sforacchiato da trenta lanciate in mezzo al fiore della cavalleria francese. w •
ROBERTO III D'ARTOIS (biogr.). - Nipote del precedente, nato nel 1287, ritorto il 16 agosto 1343 a Londra, passò la metà ^ella sua vita a contrastare la contea d'Artois a bua zia Matilde. Condannato e malcontento, fomentò una rivolta e s'impadronì d'Arras e di Saint-Omer ; ma vinto dal re di Francia Filippo V, genero di Matilde, fu condannato una seconda volta dai Pari del regno. Ma acciecato dall'ambizione, non volle rinunciare alle sue pretese sulla contea d'Artois, e le rinnovellò sotto Filippo di Valois suo cognato, presentando nuovi titoli che furono riconosciuti falsi. Il re tentò iu-damo distorlo da quella via fatale, ei persistè, ed essendo la contessa Matilde morta in quel mentre avvelenata, fu accusato non solamente di questo delitto, ma ancora di aver tentato far assassinare il re stesso, il quale lo espulse niel 1331 dal regno. Ricoveratosi in Inghilterra, Roberto, per vendicarsi di Filippo di Valois, indusse Edoardo III a pigliare il titolo di re di Francia, al quale aveva precedentemente rinunciato con giuramento solenne, e divenne per tal modo la cagione di guerre accanite che desolarono il regno per lo spazio di uu secolo. Alla testa dell'esercito inglese e col titolo di luogotenente di Edoardo III re d'Inghilterra e di Francia, Roberto assalì la sua patria, ma fu sconfitto nel 1343 a Vannes da Carlo di Borbone, soprannominato il fior dei cavalieri. Ferito gravemente, Roberto si trascinò però fino alle navi inglesi e andò, dicesi, a spirar nelle braccia di Edoardo, cui raccomandò di non rinunciare giammai alle sue pretese sulla Francia. Aggiungiamo due parole intorno ai suoi discendenti.
Giovanni d'Artois, conte d'Eu, servì utilmente la Francia contro gl'Inglesi e i Fiamminghi, e mori nel 1381.
Suo figlio Filippo d'Artois, connestabile di Francia, cagionò mediaute la sua imprudenza la perdita della battaglia di Nicopoli, e morì prigioniero dei Turchi nel 1397, lasciando un figliuolo, Carlo d'Artois, che morì senza discendenti nel 1472, dopo essersi segnalato pel suo valore.
Vedi: Lancelot, Hist. de Robert cCArtois, nei
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