Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
508 ROCHEPOSAI (ENRICO LUIGI CHATEIGU&R DI LA) - ROCHON ALESSIO MARTA
?icario generale della diocesi, e morì nel 1811 a Nìmes, compianto da' suoi concittadini.
ROCHEPOSAI (Enrico Luigi CHATEI6UER di la) (biogr.). — Vescovo di Poitiers, nacque l'anno 1577 a Tivoli presso Roma, dove suo padre era allora ambasciatore del re di Francia Enrico III presso Gregorio XIII. Ebbe a maestro Giuseppe Scaligero, uno dei più chiari letterati del suo tempo. Destinato allo stato ecclesiastico, il giovane di La Ro-cheposai prese i quattro ordini minori a Roma, e il sacerdozio in Parigi, poi succedette nel 1611 sulla sede di Poitiers a Goffredo di St-Belin. Du-rapte il suo episcopato avvenne a Loudun, città della sua diocesi, il famoso processo contro Urbano Grandier. Egli difese Poitiers contro il principe di Condé che voleva impadronirsene nel 1614, dopo esser venuto in discòrdia con la Corte. Questo prelato morì di apoplessia nel 1651. Si hanno di lui: Recueil des axiomes de philosophie et de théologie ; Exercitationes ad diversos Scripturce ìibros (Poitiers 1740, in foi.): questi commenti erano stati dap-primastampati separatamente : Nomenelator S. E.R. cardinalium qui ab anno 1000 commentati sunt (llohan 1653, in 4°): Dissertationes ethicee politica.
ROCHESTER (geogr.) — Importante città d'Inghilterra, nel Kent (la Durobrivee dei Romani). — Una città della Nuova York, Stati Uniti, porta lo stesso nome. '
ROCHESTER (Giovanni WILMOT, conte di) (biogr.). j — Nato il 10 aprile 1617 a Ditchley (nella contea d'Oxford), morto il 26 luglio 1680, era figliuolo di j lord Enrico Wilmot che servì con molto zelo Carlo I j durante la guerra civile. Cominciò i suoi studii clas- j sici alla scuola di Burford, e passò a dodici anni all'Università di Oxford, ove fece rapidi progressi, ed attinse pei migliori scrittori latini un gusto che conservò per tutta la vita. Appresso viaggiò in Francia e in Italia sotto la direzione del dottore Balfour, dotto scozzese, che sviluppò in lui la vaghezza dello studio e il sentimento del dovere morale. Sfortunatamente Rochester tornò troppo presto in Inghilterra, e si sottrasse a questa savia tutela. A diciott'anni fu introdotto alla Corte, ove attrasse l'attenzione per lo splendore del suo nome, la sua rara bellezza, il suo piacevole e squisito conversare. Il re lo nominò tosto gentiluomo della Camera e controllore del parco di Woodstock. Nella Corte voluttuosa di Carlo II grandi erano i pericoli per un giovane della tempra di Rochester. Trascinato dalla sua estrema giovinezza e dal contagio dell'esempio, ei diede a breve andare in mille eccessi, a tale che quando, sullo scorcio della sua vita, punto dai rimorsi aprì il suo interno al dottore Burnet, gli ebbe a confessare che per lo spazio di cinque anni continui erasi inebbriato tutti i giorni. Il vino raddoppiava il brio del suo spirito e della sua immaginazione, e quindi intrighi in ogni dove con zuffe scandalose da trivio, frizzi satirici contro tutti, ministri, favoriti e perfino il re stesso, sì che fu sbandito spesso dalla Corte, come leggiamo nelle memorie di Grammont. Fra questi disordini venne manco della sua fama di coraggioso, e fu accusato di ricusare la riparazione di offese private e perfino duelli da lui accettati. Questo cercatore d'avventure galanti e di risse trovò il destro da quandoa quando di sacrificare alle Muse ; ma la più parte delle sue composizioni non sono che satire perso nali, canzoni erotiche e licenziose in cui riflettonsi la sua vita e le sue idee abituali. I critici inglesi encomiano la grazia e il brio del suo poetare, rimpiangendo in pari tempo il mal uso del suo ingegno. Nelle sue satire sull'uomo imitò Boileau, e il suo poemetto su Nothing (Nulla) fu citato per lungo tempo come un capolavoro delle raccolte poetiche per gli scolari. A trent'anni la sanità di Rochester era rovinata ed egli altro non fece che trascinare un'esistenza miserabile. Nell'ultimo anno della sua vita si pentì, come abbiamo detto, della sua vita scapestrata, e pregò il succitato Burnet, vescovo di Salisbury, di pubblicare la narrazione delle sue colpe e del suo pentimento. Rochester lasciò tre figliuole ed un figlio di nome Carlo, il quale mori il 12 novembre 1681. Le sue opere poetiche furono pubblicate più volte : le ultime edizioni sono quelle di Londra 1774 e 1821, in 2 voi.
Vedi: Burnet, Some passatfes of the life and death of John earl of Rochester — Revue des Deux Mondes H5 agosto e 1° settembre 1837).
ROCHON Alessio Maria (biogr.). — Astronomo e navigatore, nato a Brest il 21 febbrajo 1741, morto a Parigi il 5 aprile 1817. Fu prima destinato dai suoi parenti allo stato ecclesiastico, ed ottenne un benefizio; ma tratto dal suo gusto per le scienze esatte e pei viaggi, non volle mai prendere gli ordini. Nominato nel 1765 bibliotecario dell'Accademia reale di marina, stabilita nella sua città natale, e corrispondente dell'Accademia delle scienze di Parigi, ottenne l'anno seguente il titolo d'astronomo della marina, ed imbarcossi in tale qualità sopra un vascello cbe trasportava a Marocco il generale Breugnon, ambasciatore straordinario presso il sultano di quel paese, come pure il console Ché-nier, il quale andava a risedervi come agente generale della nazione francese. Rocbon fece alcuue curiose osservafcioni a Cadice ed a Marocco e determinò varie longitudini per la via delle distanze della Luna dal Sole o dalle stelle. Nell'anno 1768 il Governo lo incaricò di andare a riconoscere le isole e gli scogli che separano le coste dell' India dalle Isole di Francia e di Borbone. Adempì quella missione con buon successo-, e dopo aver riconosciuto l'isola di Madagascar per quanto riguarda a scienze, arti e commercio, esplorò scogli ed altre isole a settentrione dell'Isola di Francia, traversò le Maldive, passò lungo le coste del Malabar, e nei paraggi di Oylan prevenne la ruina della corvetta sopra cui trovavasi, e della sua conserva, facendo conoscere la posizione del piccolo banco ed avvisando il capitano del pericolo che si correva. Nel suo tragitto per ritornare in Francia, essendosi fermato alla Corogna, ricevette in dono dal capitano generale della Galizia una grossa verga di platino, che lo mise in istato poi di esperimentare questo prezioso metallo nella fabbricazione di specchi, telescopii ed altri strumenti nautici. Nel 1771 accompagnò Eerquelen nella spedizione commessa a quest'ultimo ; ma poco soddisfatto del procedere di questo comandante a suo riguardo, non volle andare oltre l'Isola di Francia. Ritornato a Brest nel 1782, i suoi servigi lo fecero creare due anni
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