Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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rola Tamia; ed è un fatto interessante, giacché sappiamo da altre fonti che in Rodi esisteva un magistrato di tal nome.
Alcune poche notizie intorno a Rodi si possono raccogliere dagli storici dell'Impero orientale. Dopo di essere stata fatta capitale di provincia da Vespasiano, formò di poi parte del Tema di Cibira, come apparisce dall'opera di Costantino Porfiroge-neto buì Temi. Sotto il regno d'Eraclio (616 dell'era volgare) Rodi si trovò fra le conquiste di Cosroe re della Persia, ma tornò poco dopo al dominio dei Greci. Durante il califfato di Otman (651) fu presa da Moavia, uno de'suoi generali, e i frammenti del colosso che dal tempo della sua caduta era poi sempre giaciuto al suolo, furono raccolti dai Saraceni e venduti ad un ebreo di Edessa, il quale dicesi abbia caricato 900 camelli di quel metallo. Nell'anno 716, in seguito ad una ribellione fatta dai soldati in Rodi contro Anastasio, fu proclamato imperatore dei Greci Teodosio III. Egli è probabile che già prima d'allora l'isola di Rodi fosse stata abbandonata dai Saraceni. Alla presa di Costantinopoli pei Latini (1204), troviamo ch'essa faceva di nuovo parte del greco imperio, e nella divisioue generale che ne seguì, toccò a qualche avventa riere, di cui Niceta Coniata, che narra il fatto, non ci dice il nome. Poco dopo fu Rodi restituita al dominio de'Greci da Giovanui Duca. Egli pare che al principio del xiv secolo venisse occupata da Greci ribelli e da corsari musulmani, ma nel 1310 Folco di Villaret, gran mastro dei cavalieri di San Gio vanni, mise in esecuzione il disegno del suo fratello e predecessore Guglielmo di Villaret, e fecesi padrone dell'isola, che d'allora in poi fu la residenza dell'ordine fino alla loro finale espulsione seguita nel xvi secolo. Cinque anni dopo di esservisi stabiliti, i cavalieri di San Giovanni sostennero un formidabile assedio posto da Otman sultano dei Turchi, e quantunque le loro fortezze non vi fossero state preparate, pure riuscì loro di respingerlo, e pochi anni dopo il di lui figliuolo Orcan. D'allora in poi continuarono a resistere al sempre crescente potere dei Turchi per circa 200 anni, aggiungendo ai vantaggi d'un sito gagliardissimo di sua natura, le fortezze meglio disegnate che si potessero immaginare ne'secoli xv e xv, e contrapponendo alla superiorità numerica degl'infedeli una migliore organizzazione di campo, armi ed armature più efficaci e valore incredibile. Nel 1344, sotto la gran-maestranza d'Helcon di Villanova, assalirono e presero Smirne, che ritennero come loro stazione di difesa. Tre anni dopo ebbero a fare con un nuovo nemico, il sultano d'Egitto, contro il quale difesero il re d'Armenia. Il progetto di traslocare i cavalieri di Rodi nella Siria 0 nella Morea essendo stato finalmente abbandonato da Innocenzo VI, essi continuarono le loro imprese contro il sultano d'Egitto, dove fatta una repentina discesa, saccheggiarono Alessandria (1365), ma non fecero alcuna conquista permanente. Sullo scorcio di quel secolo l'Ordine entrò in una lega affine di por freno al crescente potere di 6ajazette, e sostenne grave perdita alla battaglia di Nicopoli. Nel 1401 Tamerlano li privò di Smirne. Durante la gran-maestranza di Giovanni di Lastic fecero guerra col saltano d'Egitto, cheterminò nel
l'assedio di Rodi, durato quaranta giorni, nel quale i Saraceni furono respinti con grande uccisione. Riavutosi alquanto l'impero turchesco dagli effetti dell'invasione di Tamerlano, Maometto li pose assedio a Rodi nel 1480, e non ostante l'immensa forza d'artiglierie adoperata contr'essa, non gli venne fatto di prenderla. L'ultimo e il più memorabile assedio di Rodi fu quello che le posero nel giugno del 1522 i Turchi condotti da Solimano li. I principi cristiani, pensando probabilmente che fosse cosa disperata il difendere una terra così lontana, abbahdonarono Rodi al suo destino, e i suoi valorosi abitanti fecero fronte a segno di essere pressoché arsi nelle rovine delle loro fortezze. Il gran-mastro Villiers de Lisle Adam entrò in capitolazione nel dicembre dello stesso anno e sgombrò da Rodi ad onorevoli patti. Da quel tempo in poi la storia di quei cavalieri appartiene all'ordine di Malta (V.); e Rodi fu poi sempre provincia dell'Impero turchesco.
La città del medesimo nome, che dicesi oggidì anche Castro, posta all'estremità N. E. dell'isola, tra i capi Mulini e Camburno, sotto 36° 27' 35" di lat. N., 25° 51' 4£"di long. E., fu ed è sempre la capitale dell'isola che egualmente si denomina. Fu fabbricata nel 408 av. Cr., secondo una pianta regolare dell'architetto Ippodamo, quello stesso cbe aveva fabbricate le mura del Pireo (Strab., xiv, pag. 654; Diod., xix, 45; xx, 83; Harpocrat. s. v. 'Imro&pcta). Venne inalzata in forma di anfiteatro, elevautesi dalla marina, e protetta da forti mura e torri, meutre era stata provvista dalla natura di due eccellenti porti. Sorgeva l'Acropoli all'estremità S. O., e sul suo pendio il teatro. Superava Rodi, giusta la testimonianza di Strabone tutte le altre città per la bellezza e convenienza de'suoi porti, delle sue strade, delle sue mura e de'pubblici edificii ; e tutto vi era adorno a profusione di opere d'arte, e pittoriche e scultorie. Le statue principali si vedevano nel tempio di Bacco e nel ginnasio; ma la più considerevole e singolare, descritta come una delle sette meraviglie dell'antico moudo, si fu la enea statua di Elio (Apollo, Sole), detta comunemente il colosso di Rodi, opera di Carote di Lindo, che vi consumò dodici anni per compierla (V. Colosso). Ad onta del grande splendore della città, il numero de'suoi abitanti non ; sembra essere stato assai grande, dacché durante , l'assedio memorabile di Demetrio Poliorcete, dal 305 al 304 avanti Cristo, non contava più di seimila uomini atti alle armi (Diod., xx, 84). Non è certamente troppo, ma é una cifra che suppone almeno 80,000 abitanti nella sola città, la quale non ne conta oggidì più di 10,000, di cui 6000 Turchi, 1000 Ebrei ed il rimanente Greci.
L'odierna Rodi, che siede ancora ad anfiteatro sopra un colle, il cui declivio scende fino al lido del mare, è tuttora circondata dagli antichi bastioni, costrutti dai cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme , cbe si dissero poi di Rodi, ed infine di ! Malta, e cotesti bastioni sono ancora più che mai formidabili e fiancheggiati da alte torri. Essa è il capoluogo dell'isola non solo, ma di tutto Yejaleto 0 governo generale del Gizair od Arcipelago turchesco ; ha le strade molto ampie, nette e fornitet^ooQle
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