Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
ROENTGEN DAVIDE — ROGATI (DE) FRANCESCO SAVERIO
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pure un micrometro di un uso assai facile, e si adoprò molto, quantunque inutilmente, per fare ammettere negli Stati del Nord la riforma gregoriana. Per altre notizie su questo astronomo, si consulti la Storia dell'astronomia di Weidler, quella di De-lambre, ed il suo elogio scritto da Condorcet, che si legge nel tomo 1, p. 167-77 degli Elogi degli accademici.
ROENTGEN Davide (biogr.). — Ebanista e meccanico tedesco, nato a Hernhut l'anno 1745, d'una famiglia morava, era stanziato a Neuwied, quando fu chiamato iu Russia dall'imperatrice Caterina per lavorarvi varii arredi, ond'essa voleva ornare i suoi palazzi. Vi dimorò più anni, fu generosamente ricompensato de' suoi lavori, poi tornò a Neuwied, dove mori nel 1807 (non nel 1805 a Pietroborgo, come dice il Dici, historique, critique et bibliogra-phique pubblicato da Proudhomme). Quest'artista accoppiava alla sua abilità come ebanista e meccanico quella di costruttore di stromenti musicali. Veggonsi nel palazzo del Romitaggio, oltre a più arredi di sua fabbricazione, orologi a pendolo da lui inventati, che si riguardano come capilavoro.
Si può consultare, per più cenni, l'Appendice alla vita di Caterina II, per Castera.
ROESCHLAUB Andrea (biogr.). — Medico tedesco, nato il 21 ottobre 1768 a Lichtenfels presso Bam-berga, morto il 7 luglio 1835 presso Ems, studiò all'Università di Bamberga, e non appena ricevuto il diploma di dottore, esercitò la medicina. Nel 1802 passò a Landshut ed occupò la cattedra di clinica medicale fiuo al 1826, in cui fu addetto al corpo insegnante dell'Università di Monaco. «Questo medico, dice Jourdan, levò molto grido in Germania per lo zelo onde propugnò la causa del brow nismo alterandolo, e per la piega bizzarra delle sue idee, tendenti evidentemente alla teosofia. Le sue produzioni sono notevoli per una sottigliezza straordinaria. Egli pretende che l'organizzazione non è che una condizione esterna della vita, e cbe la condizione interna è il principio vitale, cb'ei pone, per così dire, fuori della vita stessa. Secondo lui, le malattie sono alterazioni della vita propria a ciascun individuo, le quali si presentano sempre sotto una forma particolare, e manifestaci mediante certi fenomeni variabili secondo il modo di alterazione, e di cui l'insieme costituisce il carattere essenziale di ciascuna di esse. Ma una malattia non è la distruzione della sanità, è la penetrazione in essa di una vita estranea cbe ne altera e ristringe la purità ». Roeschlaub ha scritto assai ; citeremo di lui: Vntersuchungen ueber Pathogenie (Francoforte 1798-1800, in 3 voi.); Von dem Ein-fltisse der Brown'schen Theorie im die praktische Hrilkunde (Vurzborgo 1798), tradotto in francese; Lehrbuch der Nosologie (Bamberga 1801) ; Lehrbuch der besonderen Nosologie, ecc. (Francoforte 1807-1810) ; Philosophische Werke (Soulzbach 1827). Egli diresse anche il Magazin sur Vervollkommnung der Heilkunde (1790 1803, in 8 voi.) e alcuue altre raccolte speciali, e pubblicò le opere di Brown in tedesco.
Vedi Sprengel, Hist. de la médecine.
ROETSCHER Enrico Teodoro (biogr.). — Critico drammatico assai valente, nato il 2(> settembre 1803 Nuova Enucl. Ital. Voi. XIX.
in Mittenwalde, provincia di Brandeburgo; morto il 9 aprile 1871 in Berlino. Compiuti i suoi studii in detta metropoli ed in Lipsia, frequentando le lezioni di BQckb, Hegel e Hermann, si fece conoscere nel 1827 con un pregevole libro: Aristofane e la sua età (Aristophanes ecc.). Gli fruttò esso una cattedra nel ginnasio di Bromberg, dove diede maggiore sviluppo ai suoi studii drammatici, e stampò dal 1837 al 18-12 le sue Dissertazioni sulla filosofia dell'arte (Abhandlungen ecc.), in cui analizzò alcuni drammi del Shakspeare e del Goethe, e ne trasse norme e regole di grand'entità per l'andamento dell'arte. Pubblicò, dal 1841 al 1846, L'arte della rappresentazione drammatica (Kunst der dramatischen Darstellung), applicando le leggi dell'estetica ai componimenti drammatici, ed istruendone gli autori e gli attori. Preceduto dalla fama di coteste commendevoli opere, andò a Berlino per vedere sulle scene i risultati de' suoi insegnamenti. 11 ministro Eickhorn lo incaricò del piano di una scuola teatrale da fondarsi a spese dello Stato, ed egli avevalo di già apparecchiato, quando ecco scoppiare il rivolgimento politico del 1848, che scompigliò i disegni e del ministro e del critico. Ma costui non si smarrì d'animo, e continuò colle sue riviste del teatro di Corte, che andò inserendo man mano nella Gazzetta di Spener con molto vantaggio dell'arte. Raccolse cotesti suoi articoli nelle due opere: Schizzi e critiche di drammi (Drama-turgische Skizzen ecc., 1847), e Dissertazioni e critiche di drammi (Dramaturgische Abhandlungen ecc., 1859). Già fin dal 1851 erasi egli sciolto da ogni impegno col teatro di Corte, continuando nella critica teatrale. Giovi ricordare infine alcune delle sue prime opere : Seydélmann (biografia molto interessante, nel 1845); Metodo delle rappresentazioni drammatiche (Das Schauspielwesen, 1843); Il Manfredo di Byron (bella monografia 1844). Anche nel 1864 pubblicò: Shakspeare ne' suoi più sublimi caratteri; e Trattati drammatici ed estetici, bei lavori entrambi. L'ultima sua opera fu: Scritti drammatici (Dramaturgische Blfttter, 1865).
R0FRAN0 (geogr.). — Comune nella provincia di Salerno, circondario di Vallo nella Lucania, con 2038 abitanti.
ROGATI - de) Francesco Saverio (biogr.). — Nacque in Bagnolo (Principato Ultra) nel 1745; cessò di vivere nel 1827, in età di 82 anni. Studiò a Napoli e a Roma, ove crebbe alle lettere greche, latine ed italiane così cbe diciannoveune fu ascritto all'Arcadia col nome di Argisto Genesio. L'anno seguente attese alle leggi col Cirillo e all'eloquenza greca col Morelli. L'Ode in morte del duca di Bei-forte piacque, e più l'Armida abbandonata, melodramma posto in musica dal Jomelli pel San Carlo nel 1770. Confortato dal Mattei, voltò dal greco Anacreonte e Saffo (Colle in Toscana 1782, 2 voi. in-8°, 2a ed. 1818), e n'ebbe molta lode, avendosi lasciato dietro il Savini, il Regnier ed il Pagnini. Studioso però, come il tempo portava, della leggiadria metastasiana, fu accusato d'iufedeltà e di licenza; ma anche dopo i volgarizzamenti del Caselli e del Costa, la fatica del Rogati non rimase spoglia di medito. Scrisse eziandio l'Alceste, tragedia tratta da Euripide, e più poesie che riusci-
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