Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      naie Cavadiezo e quello delle Moline, e va a sboccare nel Po di Primaro.
      Si stanno ora studiando nuovi progetti per l'incanalamento del Reno, già navigabile, per mezzo dei due canali ora detti. Sotto il governo italico di Napoleone I erasi già in parte eseguito il progetto d'immettere il Reno nel Panaro, e quindi nel Po col far sotto-passare il canale Burana al Panaro, e unito quindi al canale di Cento, farlo sotto-passare al nuovo alveo del Reno; scaricare le acque nel Poatello o nel Po di Ferrara abbandonato, e scorrere per esso al mare. Le due grandiose tombe erano già quasi terminate, quando lo scioglimento del regno e la formazione di tre confini lungo il canale Burana fermarono il corso all'impresa.
      c) Il Naviglio di Faenza o Canale Zanelli, formato dalle acque del Lamone Samoggia, attraversa Faenza e Bagnacavallo, scorre a tramontana tra il Senio ed il Lamone abbandonato, e mette foce nel Po di Primaro e quindi all'Adriatico. È tutto navigabile.
      d) Il Candiano o Canale Nuovo, muove da Ravenna, alimentato dalle acque del fiume Montone e da altri, diramasi in altri minori, e volge all'Adriatico in più rami.
      X. Canali della Toscana. — Non molto considerevole rispetto ai canali artificiali può dirsi finora la navigazione interna della Toscana. Nè quella del suo fiume maggiore si estende a grandi distanze per la scarsità delle sue acque, comecché esse si mantengano anche nelle fredde stagioni quasi costantemente disgelate. L'Arno solo si rimonta da Pisa sino a Firenze nelle stagioni piovose, e da Pisa a Signa nelle stagioni asciutte^ A Pisa i navicelli entrano in un canale artificiale che li guida a Livorno, e viceversa, mentre nella direzione opposta giunge sino a Pisa un minore canale artificiale, che prende a Ripafratta le acque del Serchio, passa dai Bagui a Sau Giuliano innanzi d'incamminarsi a Pisa, sebbeue a piccole scafe si presti la sua< uavigazioue al pari dei canali dell' Usciana, e del Canal maestro della Chiana. Altri minori canali designati sotto nome di fossi, di cave e di doccie, sono destinati a metter in moto mo-lini, gualchiere e macchine opificiarie.
      Epperò devesi qui far cenno dei due grandi canali diversivi che per 9 chilom. e più furono ai tempi nostri aperti fra l'Ombrone sanese ed il Radule di Castiglione della Pescaja, se questi csnali, al pari del canal mastro della Chiana, non fossero stati aperti gli uni per colmare quel vasto padule e l'altro una già infetta, ora deliziosa regione.
      XI. Canali dell'ex Stato romano. — In questa parte 4'Itali a vi sono pure moltissimi canali. Vi notiamo come principali:
      a) Il Canale Pio nelle Paludi Pontine. — Prescindendo dal ragionare sul bonificamento delle Paludi Pontine, di cui abbiamo con sufficiente estensione esposte le vicende dai tempi più rimoti fino al pontefice Pio IX, l'ordine che seguiamo vuole si noti che papa Pio VI fu l'autore del canale, il quale reca tuttodì il suo nome, e che la parte in oggi palustre delle terre Pontine, tagliata da un canale luogo la via Appia, si estende per ciróa
      46 chilòmetri in lunghezza, e dai 7 agli 8 in larghezza (tra il fiume di Sisto V [anno 1500] e l'Uf-; fente) principiando dai Tre ponti sino a Terracina. In questo quadrilatero palustre, al dire di Plinio, si trovavano ventisei città, le quali tutte a poco a poco- deperirono cosi per effetto delle guerre, come j>èr la sempre crescente mal aria prodotta dal ristàgeo delle acque. I principali fiumi che vi scorrosò sono la Teppia, la Ninfa, V Uff ente e V Amasene
      Per -aeduistàre una cosi grande estensione di suolo già fertilissimo, dappoi impaluditosi, e per liberare Roma dai pestilenziali miasmi che certi venti spingevapo fino ad essa, varii consoli, imperatori e pontéfici imprèsero a bonificarlo, facendovi scavare molti canali, segnatamente quello che, costeggiando la via Appia fino al boschetto di Fe-ronia, conserva il nome di Cavata. Ripresi ed abbandonati più volte i lavori di bonificazione di quei terreni, si proseguiva nel 1417 l'escavazione del , Rio Marcino, che doveva dare sfogo generale a j tutti i fiumi; ma fu interrotto simile lavoro alla iliorte di papà Martino V. Dopo varie vicende Sisto V vi fece scavare il canale che porta tuttavia il suo noipe, ma che poi fu trascurato dai di lui successori, finché Pio VI ebbe la gloria d'aver dato esecuzione in dieéi anni, dal 1778 al 1788, ad unii impresa tante volte incominciata ed abbandonata.
      Si proseguirono i lavori, e dal 1804 in poi furono ripresi interpolatamente con più o meno ardore dai pontefici, ed in questo lasso di tempo si aprirono varii canali laterali al fosso Botte ed alla Schiatta, contandosene ora diciannove; si depurarono i letti dai fiumi dal fango, si fòcero alzate, escavazioni del cànale Mortacelo, il ritiro dell'argine destro dell'Amaseno, dal Vadarotto a Capo-{ cavallo; s'allargò l'alveo dell'Amaseno superiore, rettificando l'argine sinistro; s'apri il canale attraverso il pantano dell'Inferno, dando nuovo sbocco alla Schiazza, un divenivo all' Uff ente, prolungamento e sistemazione del traversante Botte, allargamento del Sisto, nuovi ponti e strade ; si formò il portocauale Budino pel transito delle barche; altri scoli e fognature per bonificare terreni, e si attende ora al radicale compimento per la diversione delle acque. : Tali sono le opere d'utilità pubblica che si fanno ' nelle campagne di Roma.
      b) Il Piccolo canale di Castel Oandolfo, rimarchevole esso pure per la sua antichità, scavato dai Romani l'anno 398 av. G. C. ; credesi che non abbia mai avuto bisogno di ristauri. È profondo lm,Cf8, largo lm,78, lungo 2475 metri; serve a scaricare le acque del lago di Castel Gandolfo, situato presso Albano.
      Di parecchi acquedotti potrebbesi ancora fare menzione, i quali però escono dalla sfera di questo articolo.
      XII. Canali del Napoletano e della Sicilia. — Questa parte d'Italia non ha, propriamente parlando, alcun canale, quantunque si dia il nome di , Canale Reale allo scolo degli Appennini che sbocca , all'ovest di Brindisi, e che siasi aperto l'antico ca-! naie Emissario, ora detto fiume Celano nell'Abruzzo Ulteriore.
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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