Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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KOMApiù svariati e più incantevoli. A levante, la catena appenninica, lontana da 15 a 30 chilometri, alla cui estremità boreale si aderge la cresta dentata dei S ratte (686 metri), che il Tevere separa, cóme un'isola, dalla catena principale. Più a levante ancora, a maggiore distanza, il gruppo della Leonessa (2212 metri), che si accosta all'Appennino centrale. Al di qua, i monti della Sabina, la cui cima principe è il monte Gennaro (1269 metri), il Lucretilìs di Orazio. Più lungi, sul versante della montagna. Tivoli, circondato di boschetti e di ville. A mezzodì, Palestrina, l'antica Preneste, appoggiata all'ultimo gradino della catena Sabina. Una valle, larga da 5 a 6 chilometri, separa gli Appennini dai monti Albani, di formazione vulcanica. Torreggiano al di là di questa valle le montagne del paese dei Volsci. Sul rialto estremo è l'antica Colonna (360 metri); e schieransi le borgate di Bocca Priora (717 metri), di Monte Porzio (466 metri), e la città di Frascati (676 metri) al di sopra del vecchio Tusculum. La più eccelsa vetta dei monti Albani è il monte Cavo (954 metri; cui un dì coronava il tempio di Giove Albano, sostituito poi da un convento di Paspionisti. Sulla pendice di quella montagna si adagia il pittoresco paese di Rocca di Papa (807 metri) , e più in basso la fcittà di Marino (403 metri), circondata di famosi vigneti. A ponente scorgesi, col suo celebre castello, il villaggio di Castel Gandolfo. A settentrione, la catena delle colline del Gianicolo (86 metri) stendesi fino alla sponda del fiume. Le altre montagne sulle quali lo sguardo si ferma in questa direzione sono tutte di origine vulcanica: verso il mare, a sinistra, i monti della Tolfa (622 metri), poi le alture delle quali il lago di Bracciano bagna il piede, con la vetta di Rocca Romana (615 metri), il monte Cimino (1056 metri) e, più presso allo spettatore, a destra, il cratere di Baccano, col monte Musino (402 metri), tutto coperto di boschi. La pianura circondata da questo vasto anfiteatro di montagne, e cui bagnano il Tevere e l'Anio (che viene da Tivoli e nel Tevere si getta a 4 chilometri al di sotto di Roma) è seminata di poveri villaggi e di case coloniche, ma sovrattutto di rovine, muti ma pure eloquenti testimoni dell'antico splendore e dell'odierna miseria della Campagna.
11 Governo italiano va fortificando Roma, circondandola di forti staccati, che le formano una cinta di 50 chilometri. L'antica muraglia di mattoni, ha un perimetro di 23 chilometri e 17 metri di altezza al di fuori. Data, per la maggior parte, dagli anni 271-276 dell'E. C., cominciata da Aureliano, finita da Paolo e restaurata da Onorio, Teodorico, Belisario, Narsete e parecchi papi. La città ha 12 porte, oltre varie altre, che sono murate. La più importante èia Porta del Popolo. dove comincia la grande strada che conduce nel N. e nell'E. dell'Italia, e che traversa il Tevere sul Ponte Molle, distante i una mezz'ora dalla città. Vengono in seguito le , porte Salar a > Pia, San Lorenzo (via di Tivoli), j Maggiore (Palestrina), S. Giovanni (Frascati e Albano), S. Sebastiano (via Appia), S. Paolo (Ostia) ; poi, sulla destra del Tevere, le porte Portese (Porto), j S. Pancrazio, Cavalleggeri e Angelica.
Costituzione geologica e orografica. — La geologia idel suolo romano è molto notevole sotto l'aspetto scientifico, collegandosi lo studio della medesima ai più grandiosi fenomeni vulcanici, ed a quelli diluviali che segnarono il fine dell'epoca terziaria, non che di tutta la quaternaria.
Quei lontani monti calcarei che appajono nella direzione dell'est verso Tivoli, cioè il M. Gennaro, alto ben 1270 metri sul mare, e quei minori, più vicini, che sorgono come isole al suo piede, coronati dei villaggi di Monticelli, Sant'Angelo e Cori, appartengono all'epoca giurassica più o meno antica Tale è pure il jnonte Soratte, che si eleva al nord, come isola, dalla vasta pianura vulcanica. Le rocce che costituiscono questi monti primarii dell'Appennino centrale sono calcaree bianche, giallastre o rosso aminonitiche, di tessitura semicri-stallina e più sovente compatta, tutte iu banchi rialzati e contorti per antiche ondulazioni, avvenute quando la prima volta la nostra penisola veniva sorgendo dal mare. I monti Prenestini e gli altri, che fiancheggiando a destra e sinistra il monte Gennaro, si protendono sino alle alte cime abruzzesi, sono in parte della medesima formazione giurassica, in parte di quelle succedenti, cioè cretacea ed eocenica. La formazione cretacea, la quale costituisce eziandio i monti Lepini che sorgono all'est fra la valle del Sacco e le paludi Pontine, ci presenta calcaree ad ippuriti e calcaree compatte dette scaglia, laddove l'eocene ci dà le calcaree num-mulitiche e la solita gran serie di calcaree alberesi alternate a schisti ed arenarie. L'eocene suddetto, più o meno modificato per azioni plutoniche, costituisce particolarmente un vasto anello di monti quasi cratoriforme, che avvolge il grande nucleo trachitico dei monti della Tolfa, coi quali si termina , verso ovest, l'orizzonte romano. Le rocce calcaree dei monti in discorso dànuo qualche materiale di costruzione e qualche marmo di ornamento, come le brecce rosse e gialle di Monticelli e di Cori, le così dette carnagioni di Tivoli , la palombina di monte Gennaro ed altre diverse. Il loro uso tuttavia non è molto esteso. Più comune invece è l'uso delle calcaree giurassiche di Tivoli e dei prossimi monti Cornicolani, ossia di Sant'Angelo e Monticelli, per fare la calce grassa, nota generalmente sotto quest'ultimo nome e che s'impiega a Roma La calcarea palombina degli strati eocenici, verso la Tolfa, produce una calce bastantemente idraulica.
Dalla formazione eocenica, ossia terziaria antica, passiamo quasi di repente alla pliocenica o terziaria superiore, essendoché l'intermediaria o miocenica appena compare in qualche tratto alle basi dei monti più lontani, quando invece l'ultima costituisce non solo il suolo di Roma, ma tutta la vasta campagna all'intorno. Nella formazione pliocenica romana spiccano due grandi divisioni, l'inferiore e la superiore. L'inferiore è costituita da marne od argille azzurrine molto fossilifere, intermezzate e sovrattutto coronate da sabbie gialle e da ghiaje di calcare e di selci piromacbe. La sua fauna con grossi pachidermi e la sua flora indicano per quell'epoca un clima quasi tropicale, e del resto essa corrisponde perfettamente alla formazione detta subappennina, la quale tanto si esteude in tutta
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Tevere Leonessa Appennino Sabina Gennaro Lucretilìs Orazio Palestrina Preneste Sabina Appennini Albani Volsci Colonna Bocca Priora Monte Porzio Frascati Tusculum Albani Cavo Giove Albano Paspionisti Rocca Papa Marino Castel Gandolfo Gianicolo Tolfa Bracciano Rocca Romana Cimino Baccano Musino Tevere Anio Tivoli Tevere Roma Campagna Governo Roma Aureliano Paolo Onorio Teodorico Belisario Narsete Porta Popolo Italia Tevere Ponte Molle Salar Pia San Lorenzo Tivoli Maggiore Palestrina S. Giovanni Frascati Albano S. Sebastiano Appia S. Paolo Ostia Tevere Portese Porto S. Pancrazio Cavalleggeri Angelica Tivoli Gennaro Monticelli Sant'Angelo Cori Soratte Appennino Prenestini Gennaro Lepini Sacco Pontine Tolfa Monticelli Cori Tivoli Gennaro Tivoli Cornicolani Sant'Angelo Monticelli Roma La Tolfa Roma Tivoli Giovanni Sebastiano Paolo
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