Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
ROMA
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anche un prossimo raddoppiamento di popolazione, sempre resterebbe per testa una razione più che sofficiente.
Acque stagnanti. — Si possono distinguere le grandi paludi, più o meno permanenti, da quelle di varia estensione, ma soltanto avventizie, che si formano in tempo di piogge e di grandi inondazioni, e che scompajono per scolo naturale, benché lento, ovvero per evaporazione. La campagna romana, abbandonata come è alla pastorizia e solo in parte e saltuariamente lavorata per cereali, non possiede quel sistema perfezionato di lavori di scolo, caratteristico delle regioni a coltura intensiva. La sua superficie mostrandosi con molteplici piegature e conche, è naturale che in esse facilmente producansi ristagni di acque, e che questi, secondo le stagioni ed altre circostanze di clima, possano divenire sorgente di nocive emanazioni. Qui vuoisi tosto soggiungere come la bonificazione di siffatti ristagni avventizi e sparpagliati non possa formare perora l'oggetto di un determinato disegno di opere. Queste tuttavia non sono veramente di grande entità, e si collegano poi in modo diretto ai sistemi di coltura che saranno adottati nelle diverse tenute, non appena fossero condotte a ternane le opere maggiori, intese a migliorarne le condizioni. La medesima considerazione vale pei lavori di fognatura di possibile e conveniente esecuzione in talune località più o meno infestate da umidore sotterraneo. Tale umidore, come è noto, impedisce sovente le più utili produzioni agrarie, ma oltre ciò esso è anche spesso nei climi caldi una potentissima causa di malaria.
Per essere brevi, nulla diremo delle acque mar-cide che s'impozzano lungo la marina; ma non possiamo qui omettere un cenno sulle grandi paludi, le Pontine, YOstiense e la Maccarese soprattutto, notevoli per estensione, e le ultime due per vicinanza alla città. Delle paludi Pontine abbiamo trattato sotto tale vocabolo. A 20 chilometri dalla metropoli stanno le paludi Ostiense e Maccarese; la prima di 400, la seconda di 1000 ettari di superfìcie. Quivi i lavori di bonificamento sono di difficile esecuzione; poiché vi si riscontrano bassure a livello del mare, a cui le acque non possono scolare naturalmente. Il sistema provato a Ostia dei canali a cateratta sepolti sotto la spiaggia fecero cattiva prova a causa del lido che si protende sempre più, e per le tempeste del mare che vi distruggono ogni apparecchio di scolo, comunque solidamente costrutto. Bonificare per colmata, trasportandovi le terre, riesce costosissimo e come speculazione finanziaria di raro conveniente. La mancanza di sufficiente pendio nei canali adduttori, che andrebbero soggetti a interrimento, non permette, salvo forse in poco tratto, che vi sieno condotte le torbide del Tevere. La Società Pio-Ostiense, concessionaria della palude di Ostia, e che già intraprese invano molte esperienze, con gravi spese, per liberarla dalle acque, sa ormai quali e quante difficoltà s'intrappongono al compimento di simili lavori. Il mezzo più certo di prosciugamento sembrerebbe adunque qu&llo usato nel Veneto, cioè con macchine idrovore. Anzitutto do-vrobbesi cingere il bacino con canale circuentedestinato a raccogliere le acque che vi affluiscono dalle gronde. Potendosi sempre tenere il livello di questo canale assai alto sopra il mare, le acque, che del resto non sono molto copiose, avranno facile e certo scolo. Dato che non si verifichino notevoli filtrazioni sorgive nel fondo stesso del bacino, non restano che le acque pioventi sulla conca paludosa, le quali possono esaurirsi facilmente con macchina a vapore. La spesa primitiva sarebbe assai limitata e l'esito, se non altro, sicuro e sovrattutto prontissimo. Che se si trovassero tuttavia parti torbose ed acquifere, anziché tentare di prosciugarle, converrà piuttosto approfondarle con appositi scavi, lasciandovi uno strato di acque bastevolmente alto perchè non imputridiscano.
Clima. — Le circostanze topografiche che hanno un'azione sul clima di Roma dipendono dalla giacitura della città in mezzo a piano poco elevato sul mare, in media meno di 60 metri, distante dal suo lido solo 20 chilometri e senza verun ostacolo frapposto, mentre le catene dell'Appennino, assai lontane, ne lasciano l'orizzonte vasto e spazzato. Perciò le correnti d'aria e le nubi hanno intorno ad essa libero corso, e la città, mentre gode di clima piuttosto continentale, risente non pochi vantaggi di un clima marittimo. I venti più frequenti sono, per ordine di durata ed anche di forza, il nord, quindi il suo opposto sud, poi il N. E., il S. O. o libeccio, l'est, l'ovest; infine rari il S. E. e il N. O. 11 nord, fresco, sano e stimolante, rasserena il cielo ; mentre i meridionali caldi e snervanti sono più sovente accompagnati da nubi e da calori umidi talvolta molto fastidiosi. La temperatura mèdia annua di Roma è di 15° 1/6y mentre quella di Torino è 12° Vs> quella di Milano poco più, quella di Venezia 13° i/3, Siena 14°, Pisa 15°, Firenze 15® 1/2, Genova 15°, 8, Nizza 15°,6, Napoli 17, Palermo id. La temperatura media di Roma sta dunque di mezzo tra le estreme del nord e del sud d'Italia, sebbene più prossima a queste. Nelle diverse stagioni abbiamo le medie seguenti: inverno 8°,2, primavera 14°, estate 23°,6, autunno 16°,5. Come vedesi, l'autunno è in media più caldo della primavera. I freddi più intensi avvengono col nord, e si ebbe in qualche anno l'esempio di 7 ad 8° sotto lo zero; però tali eccessi sono rarissimi. Del resto i freddi durano di raro più di 6 0 7 giorni. I calori sono invece piuttosto notevoli e prolungati nei mesi di giugno, luglio ed agosto. Si ebbe qualche eccesso di 40 e 42°, ma veramente eccezionale, dovuto al soffio di venti africani. In media non giungono i massimi a 34°, e l'escursione diurna estiva a 18°. Le mattine generalmente più fresche delle sere.
La vicinanza del mare, generando nella state le solite brezze diurne, conferisce a moderare gli estremi, e la brezza marina di S. O., che si rinforzi nel pomeriggio, tempera gradevolmente il calore del giorno. La pressione atmosferica corrisponde presso a poco alla media del livello del mare. Le oscillazioni ordinarie diurne sono insignificanti. La escursione massima 454 mm., cioè dal massimo 776 mm. al minimo 730,6 mm. L'umidità, benché assai notevole, è comparativamente moderata ed inferiore nella media a quelle di Milano, Nizza, e a un dipresso eguale a quella d'Alessandria d'E
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