Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
ROMA
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ed ai Iati quelle di Giunone e Minerva. Argomentando dagli ornamenti della facciata e dalla nudità del lato posteriore del tempio, devesi ritenere che questo stesse sulla vetta N. E. del monte Capitolino, e che la ròcca si elevasse sulla cima opposta di S. 0., sendo noto a ciascuno che il monte Capitolino si abbassa nel mezzo a sella di cavallo sporgendo in alto due creste. Sull'erta montana allargavasi la piazza Capitolina (Arca Capitolina), celeberrimaFig. 5732. — Tempio di Giove Capitolino.
nei fasti romani per le popolari concioni od assemblee e per le lotte civili, fra cui primeggiò quella dei troppo audaci e poco fortunati Gracchi (Liv., ii, 3: xxv, 3; xxxiv,53; xliii, 16; xlv,36; Plut., Paul., JEmih, 30; App., B. C., i, 15, ecc.). Bravi su co-testa piazza la Curia Calabro, in cui i pontefici dichiaravano nel dì delle calende se il giorno delle none sarebbe caduto nel quinto o settimo del mese : ed una casa di Romolo (Casa Romuli), capanna coperta di strame, che ricordava il dimesso e pastorale vivere dell'avventurato fondatore di Roma (Cic., ad Brut., 3; Conon, Narrata 48; Marti al., viti, 80; Vitruv., ii, 1; Seneca, Controv., 9 ; Varr., L. Z., vi, §27 ; Macrob., Sat., i, 15; Becker, Handb., p. 401 ; Preller, nel Philologus di Schueidewin, i, p. 83). 11 tempio famoso di Giove Capitolino, fondato da Tarquinio Prisco, continuato da Servio Tulio, condotto a termine da Tarquinio, fu alfine aperto al pubblico culto da Orazio Pulvillo, uno dei primi due consoli della repubblica La statua del nume fu in origine di creta, ma venne poi surrogata da una di bronzo, mentre il tempio si andava arricchendo pib che mai per i larghi doni de' suoi frequentatori. Camillo vi depose tre patere di oro, dal bottino preso agli Etruschi, e Cincinnato vi collocò una statua di Giove Dominatore ( Jupiter imperatori, che aveva asportato da Preneste ; e poco a poco il frontispizio e le colonne ebbero tale ingombro di scudi, insegne ed offerte, che si dovettero spogliare di tanti superflui adornamenti (Dionys., iv, 59; Tac., Hist, ni, 72; Liv., i, 56; n, 8; v, 54; vi, 4, 29; x, 23; xl. 51; Polyb., in, 22; Plut, Pepi, 13-14; Plaut., Trin., i, 2, 46; L. L. v, § 41 ; Plin., xxviii, 4). Dopo l'incendio dell'83 av. Cr., il ristauro di cotesto tempio fu incominciato da Siila e continuato da Lutazio Catulo, resistente Cesare, che voleva fosse cancellato il costui nome per sostituirvi il proprio. Siila, per farsi merito presso i suoi concittadini, si attenne agli usi dei rapaci suoi predecessori, spogliando la Grecia dei capolavori di cui andava superba, per adornare il risorgente tempio con colonne divelto da quello di Giove Olimpico in Atene. Distrutto il da poco ristauratotempio dai fautori di Vitellio, nel 69 dopo Cristo, fu riedificato da Vespasiano colla massima fretta, ma sempre secondo la pianta originaria, non avendo permesso gli aruspici la minima alterazione, tranne un piccolo aumento di altezza. Ma fu ben presto consunto da un nuovo incendio e ripristinato da Domiziano (fig. 5733) con insolita magnificenza, e sembra che rifabbricato di tal guisa siasi conservato fino agli ultimi tempi dell'Impero (Plut., Popl.t 15; Svet, Cees., 15; Dom., 15; Fesp.,8; Dion.Cass., xxxvii, 44; lxvi, 10, 24; Tacit., Hist., iv, 53; Cic. Ferr., iv, 31 ; Plin., xxxvi, 5). Eranvi inoltre sulla
Fig. 5733.
Tempio di Giove Capitolino ripristinato da Domiziano.
stessa cima altri tempii, siccome è detto all'articolo Campidoglio. Di edilìzi profani sulle vette del detto monte non si conosce che il solo archivio (Tabula-rium), che dev'essere stato non troppo lontano dal tempio Capitolino, comparendo bruciato con questo nelle guerre civili di Siila, dopo ch'era stato consunto già dallo incendio parecchi secoli avanti il primitivo. Quando fa ristaurato da Lutazio Catulo, occupava gran parte del lato E., tra le due cime del Capitolino, dietro il tempio della Concordia, edificato da Camillo e ristabilito da Tiberio, e ne esiste tuttodì un gran pezzo sotto il Palazzo senatorio; viene chiamato sovente anche erario (cera-rium) dai latini scrittori (fig. 5734). (Polyb., ni, 26 ; Cic., N. D., in, 30; prò Rabir. Perd., 3; Tac.,
Fig .5734. — Arco del Tabulano.
Hist., ni, 72; Poggio, De variet. fori., 1. i, p. 8; Nardini, Rom. ani., n, p. 300; Gruter, clxx, 6; Orelli, 31). Nel tratto depresso del monte, fra le due cime, eravi Yasilo fondato da Romolo, e dice-
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