Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
ROMA.
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specialmente nelle cause ceutumvirali ; e se ne può argomentare la vastità dal fatto cbe 180 giudici, divisi in quattro Consigli o Corti, con quattro separati tribunali e molti banchi di avvocati, oltre ad un graude concorso di spettatori, uomini e donne, solevano ivi raccogliersi; e Quintiliano anch'esso nomina i quattro trihuiinli (Plin., Epist., v, 21 ; ii, 14 ; vi, 33 ; Quiutil., In Or., xn, 5,6). Dopo la morte ed apoteosi di Cesare, fu eretto al medesimo dapprima un altare, e poi un tempio (jEdes divi Julii) ; e viene ricordata eziandio una colouua di marmo numidico, a lui inalzata dal popolo nel Foro, alta 6 metri, coll'iscrizioue : Al padre della patria (Parentipatria. Dion, Cass., xliv, 51 ; xi.vii, 18; Mon. Ancyr.; Svet, Gas., 88). Sorgeva il tempio Bopra un'alta buse, colla facciata verso il Campidoglio, e cotesta base formò i terzi rostri, e fu adorna dopo la battaglia di Azio delle prore delle predate navi egizie, e chiamata i Rostri Giulii (Bostra Juhia. Dion. Casa., li, 19). Cotesti furono i cangiamenti fatti nel Foro da Giulio Cesare e da Augusto; anzi il secoudo vi fece altre aggiunte ancora, inalzaudo alla sua cima, sotto il tempio di Saturno, la colonna miliare aurea (Miliarium aureum), già da uoi mentovata, avente la forma di una comune pietra miliare; ma sembra essere stata di brouzo dorato; e serviva forse a misurare le distanze nell'interno di Roma, e quindi potevasi considerare il centro comune di tutte le strade d'Italia (Dion. Cass., liv, 8; Sveton., Oiho, 6; Tacit., Bisti, 27 ; Plin., in, 9; Plut., Galb., 24). Non è da confondersi coli'Ombelico di Roma (Unibili-cus Roma), veuendo ricordati entrambi nella No-titia separatamente, sotto l'ottava regione; ed ò certo che il pezzo di colouna scavato presso l'arco di Severo dev'essere stato un frammento di cotesto ombelico o di qualche altro monumento, e mai della colonna miliare, che conservò, come rilevasi dalla Notifia e dal Curiosum, fino agli ultimi tempi la sua posizione presso il tempio di Saturno , alla cima del Foro. Eravi in questo anche uu arco trionfale di Augusto (Fornix Augusti), che supponesi essere statovicino al tempio di Giulio Cesare (Schol. in JEn., viii, 606; Canina, Foro romano, p. 139). L'arco trionfale di Tiberio (Arcus Ttberii), in memoria delle riconquistate bandiere, perdute miseramente da Varo nella Germania, stava appiè del poggio Capitolino; e sappiamo di già che lo stesso Tiberio ristaurò il tempio di Castore, a nome suo e del fratello Druso, ed eziandio il tempio della Concordia. Sotto i successivi imperatori, fino al testé citato Domiziano, non vi furono molti cangiamenti nel Foro, la cui porzione più bassa sembra essere stata distrutta dall'incendio di Nerone, appunto doveergevasi il tempio di Vesta e la Reggia, méntre pare che la parte superiore sia rimasta illesa insieme col Campidoglio. La Curia Giulia peri probabil
mente nell'incendio di Tito, ma in ogui caso fu riedificata per cert
o da Domiziano. Pare nondimeno che la famosa statua della Vittoria, eretta nella Curia da Angusto, sia rimasta incolume, asserendo espressamente Dione ch'esisteva a' suoi tempi, e viene mentovata anche più tardi (Tac., Ann., ii, 41 ; Svet., Aug., 100; D'ou. Cass., li, 22; Herod., v, 5). 11 puzzo e crudele Domiziano
aveva una predilezione speciale per i due numi Giano e Minerva, antitesi perfetta delle sue perverse abitudini ; e credesi che fra gli altri tempii i sacri a Minerva ne avesse inalzato pur uno tra quelli di Vesta e Castore; vi aggiunse poscia, in onore del padre e fratello, il tempio di Tito e Vespasiano, presso quello della Coucordia; e forse le tre colonne sul poggio Capitolino devono appartenere al medesimo iSvét., Doro., 13; Dion. Cass., lvii, I ; Becker, Handb., p. 356). Tale si era lo stato I del Foro, quando fu in questo elevata la statua i di Domiziano, colossale ed equestre, presso il Iago Curzio. Stazio (Silva, i) la commendò in apposito poemetto, da cui rilevasi ch'era rivolta all'È., col expo leggiermente inclinato alla destra, in modo da guardare il tempio di Vesta ed il Palatino. Dopo il regno di Domiziano, il monumento più ragguardevole inalzato nel Foro sembra essere stato il tempio di Antonino e Faustina, di cui veggonsi tuttodì considerevoli avanzi e davanti e dentro le mura della chiesa di San Lorenzo in Miranda. Ai tempi del Palladio era cotesto tempio in condizioni assai migliori delle odierne, ed aveva uu atrio dinauzi, nel cui mezzo ergevasi la statua equestre di M. Aurelio, che adorna oggidì il Campidoglio (Capitol., Anton. P., c. 6, 13, 26; Nibby, Foro rom., p. 183 ; Pirro Ligorio, nel Canina, Foro rom., p. 192; Pallad., Architettura, 1. iv, c. 9). Imperante Commodo dal 180 al 192 d. C., un incendio, che continuò parecchi giorni, produsse gravi • guasti nelle adjacenze del Foro, distruggendo fra j gli altri oggetti il tempio di Vesta; si estese, secondo Dione Cassio, anche al Palatino e vi consumò tutte le memorie dell'Impero; la farmacia di , Galeno sulla via Sacra rimase pur anco distrutta, I e parimente la biblioteca Palatina (Dion. Cass., j i xxm, 24; Herodian., i, 14; Galen., De compos. j medicam., i, c. 1). Furono riparati tutti cotesti danni I da Settimio Severo, imperatore dal 193 al 211 d. C., e ristauratore munificentissimo, senza l'osten-, fazione di proprie epigrafi, dei romani edificii , (Spart., Sever., c. ult.). Fra i monumenti originali da lui fondati, precipuo si fu l'arco Trionfale (Arcus Severi), esistente tuttodì ben conservato alla cima del Foro romano. Fu dedicato dallo stesso Settimio a sé ed a'suoi due figli Caracallae Geta, nel terzo suo consolato ed undecimo anno del suo j impero, ossia nel 208 d. C. Nel medio evo fu edificata tra cotesto arco ed il tempio della Concordia , la chiesa dei Santi Sergio e Bacco, col suo cam-: panile appoggiato all'arco medesimo. Da una me-' dagli a di Caracalla si ha contezza che sulla sua I cima stava un carro a sei cavalli, con varie persone dentro, e con parecchie altre a cavallo ai lati, che si supposero raffigurare i figli dell'imperatore. Sembra che vi sieno stati parecchi altri archi nelle vicinanze della Curia o Senato, ed anche sulla strada conducente al Campo Marzio; ma non si sa 8e appartenessero all'epoca di Domiziano od alle et
à successive, ed è certo che non erano di gran valore. Intorno al merito artistico dell'arco di Severo e di archi trionfali, si parlò estesamente a suo luogo (V. Arco trionfale). L'aurea statua del Genio del popolo romano fu eretta sugli antichi rostri da Aureliano, imperatore dal 270 al 275
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