Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
ROMA
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-selido stato il fòro Trajaoo il solo cbe avesse una ¦> basilica. Attesa cotesta Datura dei medesimi, perfino il magnifico tempio della Pace, eretto da Vespasiano senza disegno di Borta di essere adatto a fòro, ebbe più tardi le denominazioni di Foro Vespasiano (Forum Vespasiani) e Foro della Pace (Forum Paris). Il primo di cotesto genere si fu quello di Cesare, inchiudente un tempio a Venere Genitrice ( Venus Oenitrix), di cui aveva fatto voto il fondatore pria dello scoppio della guerra civile. Dopo la celebre battaglia di Farsaglia ne fu sistemato tutto il piano, e ne fu fatta la dedica dopo il trionfo di Cesare nel 45 av. Cristo, prima che fosse finito e circondato da un aperto tratto da Augusto. Non poteva servire per trattarvi gli affari mercantili, bensì per i legali ; era nel cuore di Roma, e perciò Cesare dovette sborsare per il solo terreno fabbricabile l'ingente somma di 22 milioni 600 mila franchi; e nondimeno riesci più piccolo del Foro antico, che si chiamò d'allora in poi il Foro Grande (Forum magnum. Plin., xxxv, 45; xxxvi, 24 Mommi. Ancyran.; Appian., B. Cn, 102; Svet., Cces., 26; Dion. Cass., xliii, 22). Non vi è traccia oggidì della sua esistenza, ma si sa ch'era posto dietro la chiesa di Santa Martina, e che stendevasi fino all'Atrio della Libertà (Atrium Libertatis), ch'era compreso nella basilica Ulpia (Cic., adAttiv, 16; prò Mil., 22; Liv., xliii, 16; xlv, 15; Sidon. A poli in., Epig. 2; Canina, Foro rom., p. 185, 301 ; Plin., xvi, 86). Dev'essere stato splendidissimo, perchè davanti al tempio di Venere sorgeva la statua del famoso cavallo che non voleva soffrire sul dorso nessun altro tranne il solò Cesare, ed i cui piedi anteriori la opinion volgare asseriva simili a quelli di un umano individuo. Era uno dei tre fòri destinati agli affari legali, mentre gli altri due erano il Foro Romano e quello di Augusto; ed il tempio che in esso scorgevasi era adorno di dipinti dei migliori artisti greci, e ricco di molte preziose offerte. Fu salvo dall'incendio di Nerone, ma viene ricordato fra gli edifizi ristaurati da Diocleziano, dopo l'incendio sótto Carino (283-284 dopo Cristo); YOrdo R manus lo registra nel 1143, ma può essere stato allora di già demolito (Plin., vii, 38; vili, 64; ix. 57; xxxvn, 5; Svet., CMart., tir, 38, 2; Tacit., Ann., xvi, 27; Catal. lmp. Vienn.; Becker, Handbuch, p. 369). Il Foro di Augusto era stato espressamente costrutto per gli affari giudizìarii, ed inchiudeva nella sua area un tempio a Marte Vendicatore (Mars Ultor) (fig. 5742), votato da Augusto nellaFig. 5742. — Tempio di Marte Vendicatore.
guerra civile dal medesimo intrapresa per vendicare la violenta morte di Giulio Cesare suo padre. Fu destinato cotesto tempio alle aduuanze dei senatori, consulenti intorno alla guerre ed ai trionfi; e daviisi pure in esso 1'iuvestitura delle, proyincie,
dette rum imperio (V. Provincia); ed in esso dovevano deporre i generali le insegne dei loro trionfi. Il fòro era stato costrutto sur una scala più piccola di quella ideata da Augusto, perchè molti proprietarii finitimi non avevano voluto cedere i loro terreni ; e fu aperto prima che fosse finito il tempio, il quale fu dedicato nel primo anno av. C. Stendevasi da ogni lato del tempio in forma circolare, con portici, in cui aveva collocato Augusto le statue dei generali romani più eminenti. Da ogni lato del tempio vennero inalzati successivamente archi trionfali in onore di Germanico e di Druso, colle loro statue; e dicesi che il tempio era splendidissimo e adorno, al pari del fòro, di molte opere di arte. Veggonsi ancora nel sito detto Arco dei Pantani gli avanzi di tre delle colonne del tempio di Marte Vendicatore, di ordine corinzio. Intorno alle vicende del Foro di Augusto non si sa altro, se non che fu ristaurato da Adriano; ed è probabile che la chiesa di San Basilio Borga sul l'area del distrutto tempio, di cui ecco l'incisione nella figura 5743 (Ordo Rom., 1143 ; MabiU., Mus.
Fig. 5743. — Foro Trajano.
Ital. ii, p. 143; Spart., Hadr., 19; Svet. Aug., 29, 56; Veli. Pat., n, 100; Tac. Ann., u, 64; Plin., vii, 53; xxxiv, 18; xxxv, 1Q; xxxvi,54; Ovid., Fast., v, 555; Palladio, Arehit., iv; Canina, Foro rom., p. 150). Il Foro Transitorio o di Nerva (Forum transito-rium, Forum Nerva) fu cominciato da Domiziano, ma finito e dedicato da Nerva, suo successore (96-98 d. C.). Dicevasi anche Foro Palladio (Forum Palladium) per il tempio di Minerva che lo stesso Domiziano vi aveva eretto, e Aperto o Transitorio (Pervium, Transitorium), perchè veniva attraversato da una strada oongiungente i due lati N. e 8. della città; il phe non vedovasi nelle altre piazze (Svet., Dom., 5; Aur. Vict., Cas. 12; Lamprid., Alex. Sev., 28; Niebuhr, Beschreib. Róms, voi. ni, p. 282). Sembra esservi stato in esso un tempio o piuttosto un arco quadruplice di Giano Quadrifironte (Janus Quadrifrons), che somigliava probabilmente a quello che tuttodì esiste presso San Giorgio in Velabro, congiungendo le strade che conducevano ai quattro diversi fòri: Romano, di Cesare, di Nerva e della Pace ossia di Vespasiano. Nella via Alessandrina vi sono ancora alcuni rimasugli del muro di peperino, che formava il recinto del fòro, insieme con due grandi colonne corinzie sotterrate per metà, dette oggi le Colonnacce (Canina, Foro rom., p. 171; Palladio, Architettura, 1. iv; Gamucci, Antichità di Roma, p. 55; Desgodetz, p. 159 ; Overbeke, tav. 39; Niebuhr, Beschreib. RSms\ voi. in, p. 275;. Di tal guisa tra i monti 0 colli Ca*
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