Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
HOMA (COMA RCA DI)
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Stoccarda nel 1829, e l'ultimo nel 1842; e così gli studii dei dotti tedeschi, soverchiamente goufii del trascendentalismo della loro critica e della nebulosità della loro erudizione, furono di sprone a valentissimi archeologi italiani e stranieri ad istituire scrupolose indagini sulla topografia di Roma. Scese animoso nella lizza, subito dopo i suoi predecessori connazionali, il tedesco Becker, De Romce veteris muris atqueportis (Lipsia 1842), impugnando nella sua prefazione la lancia contro il Canina, che aveva meritamente censurato la succitata Beschreibung. L'esimio archeologo italiano rispose per le rime al prosuntuoso tedesco, e questi pubblicò tantosto Handbuck der Romischen AlterthUmer (ivi 1843), a cui rivide le buccio con acrimonia il Preller nel giornale Neue Jenaische Allgemeine Literatur• Zeitung. Se ne risentì il Becker, e rispose col virulento libello Die ROmische Topographie in Rom, eine Warnung (ivi 1844). Il guanto di sfida dei due contendenti fu raccolto dairUrlichs nella sua Ròmische Topographie in Leipzig (Stoccarda 1845); e la clamorosa polemica dei tre tedeschi contribuì non poco ai progressi delle serie e diligenti ricerche sulla topografia di Roma. Non si può negare peraltro che il manuale (Handbuck) del Becker non sia un buon libro per l'ordine e per la chiarezza della trattazione, e più ancora per le continue citazioni delle fonti da cui fu tratto; contiene però delle opinioni affatto erronee su parecchi punti più ragguardevoli della romana topografia. Merita invece sincere lodi il suocitato Preller per diversi articoli archeologici, e più ancora per la pregevole opera sulle regioni di Augusto, col titolo Die Re-gionen der Stadt Rom (Jena 1846, in-8°). Primeggiano però ancora, fra i fin qui ricordati scrittori indigeni e stranieri, i due stimabilissimi italiani Stefano Piale e Luigi Canina. Diede in luce il primo le opere seguenti: Delle porte settentrionali del recinto di Servio; Delle porte orientali, meridionali, e di quelle del monte Aventino della stessa cinta; Della grandezza di Roma al tempo di Plinio; Del Foro romano; Delle mura Aur citane, e degli antichi arsenali, detti Navalia, ecc. Pubblicò il secondo: Indicazione topografica di Roma antica (Roma 1850, in 8°,4a ediz.) ; Del Foro romano e sue adiacenze (ivi 1845, 2® ediz.); Gli edifizi di Roma antica (con vedute, piante e disegni di ristauri), insigne lavoro interrotto dalla inaspettata morte dell'autore nel 1856, ed ora compiuto in Roma dallo Spithover, il quale acquistò i manoscritti del v e vi voi. che erano stati lasciati dal dotto autore inediti (V. Canina). Nè taceremo infine alcune delle principali mappe ed illustrazioni di Roma. Il fio- i rentino San Gallo, vissuto nel secolo xv, disegnò , parecchi dei più considerevoli monumenti ; e gli schizzi e le piante di Antonio Abacco o L'Abbaco, al principio del secolo xvi, sono pregevoli, ma in iscarso numero. Avvertimmo di già che Raffaello aveva disegnato una pianta di Roma ristaurata; dessa però non esiste più, ma ne abbiamo la descrizione in una lettera del Castiglione a papa Leone X (Padova 1733, Castiglione, Opere). Il bolognese Serlio, archite
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ancesco I, lasciò molte piante e schizzi degli edifizi dell'antica Roma nel terzo libro della sua opera sulla architettura
(Venezia 1544, in-fol.), a cui aggiunse nondimeno i ristauri. La grande pianta di Roma di Leonardo Buffalini, come trova vasi questa nel 1551, era della massima entità per la romana topografia; disegnata sul legno in 24 tavole, ma ciò che ne rimane oggidì non è sventuratamente che una copia imperfetta, nel palazzo Barberini. Parecchie vedute di Roma furono pubblicate da Pirro Ligorio e Bernardo Gamucci, verso la metà del secolo xvi. Nel 1570 comparve la grand'opera di Palladio, Libri IV dell'Architettura (Venezia, in-fol.) ; nel iv libro della quale vi sono parecchie piante di antichi tempii; ma la collezione del Serlio è più ricca. Varie buone vedute s'incontrano nei Discorsi sopra le antichità di Roma dello Scamozzi (ivi 1582, in-fol., con 40 tav.), ma il testo è di poco valore. Nel 1574 Fulvio Orsino prestò la sua assistenza all'architetto purigino Du Pérac nel disegnare una pianta della ristaurata città, pubblicata in diversi fogli da Giacomo Lauro; ma è la medesima scorretta, incompleta e di poca utilità. Molto più stimabili sono per certo le vedute dei monumenti antichi, pubblicate dal Du Pérac nel 1573, e ripubblicate dal Lossi nel 1773. Ai tempi del Du Pérac varii monumenti, oggidì scomparsi, esistevano ancora, per es., il fòro di Nerva, il Settizonio ed i trofei di Mario. Gli sbozzi di Pietro Santi Bartoli, pubblicati per la prima volta nel 1741, sono graziosi ma pieni di manierismo. Nel 1682 vide la luce in Parigi l'opera in foi. Les édifìces antiques de Rome, mesurés et dessinés, pubblicata da Antonio Desgodetz, ch'era stato spedito a Roma da Colbert; esattissime le misure, ed indispensabile l'opera per tutti coloro che studiassero a fondo la romana architettura La grande pianta di Roma del Notti, la prima che possa chiamarsi veramente accurata, uscì alla luce nel 1748; e quarant'anni dopo, nel 1784, il Piranesi stampò la splendida sua opera Antichità Romane (Roma, 4 voi. in-fol.), contenente le principali rovine; fu poi continuata dal figlio Francesco. Di molto valore parimente si è il lavoro di Overbeck, Les restes de Vancienne Rome (Aja 1673, 2 voi. in-fol. gr.), e nel 1822 comparvero, pure in gr.-fol. in Roma, le Antichità Romane di Luigi Rossini. Accennammo di già alle piante ed ai ristauri del Canina ne'suoi Edifizi, e qui solo aggiungiamo che la sua grande mappa di Roma, rappresenta naturalmente le particolari sue vedute, ma riesce del pari di sommo giovamento e pregio. Porremo termine a questa bibliografica rassegna col ricordare i nomi illustri del Garucci e del Rossi, amendue saliti in gran fama per le loro dottissime illustrazioni della Roma sotterranea ; ed accanto ad essi è degno di cospicuo posto anch'egli il francese Perret per la magnifica opera : Les Catacombes de Rome (Parigi 1862, 6 voi in fol.); vero capolavoro dell'arte tipografica, con 325 tavole, di cui più di 150 colorate. Non vogliamo omettere il grande Dizionario del Moroni, ricchissimo di ogni maniera di notizie riguardanti Roma: Gregorovius, Geschichte der Stadt Rom in Mittel-alter (Stoccard
a 1860-1864); Dye
r, Hist. of Rome ancient, medieval and modem (Londra 1864).-
ROMA (Comarca di) (geogr.). — Davasi un tempo questo nome (che significa in genere il circondario di alcuna città principale) all'ampia zona di ter-
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