Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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ROMA (CONCILII DI)
ritorio che circonda la città di Roma. Per ciò che riguarda la descrizione della Comarca, vedi l'articolo Campagna di Roma ed i singoli articoli riguardanti le città ivi nominate.
ROMA (Concilii dh (stor. eccl.). — Nella città santa, U' siede il successor del maggior Piero, vi ebbero innumerevoli sacre aduuauze o Concilii sì generali che particolari, dei quali brevemente. Notiamo in buon punto che di tutti i Concilii celebrati in Roma, quei cbe furono nella Basilica o Patriarchio Lateranense ebbero nome di Concilii Lateranensi, dei quali trattammo al proprio luogo: quelli che nella Basilica o Palazzo Vaticano, od anche in altri luoghi della città, sortirono appellazione di Romani; dei quali diamo un cenno nel presente articolo.
Il 1° Concilio romano fu celebrato da papa san Vittore intorno al 198 per regolare la Pasqua di resurrezione contro i Quartodecimani; il medesimo papa in questo o in altri Concilii scomunicò diversi eretici. Il 2° si registra all'anno 251, ma seguendo la cronologia di Novaes lo riporteremo al 254, perchè in quell'anno fu creato papa san Cornelio, che lo aduuò con sessanta vescovi ed un gran numero di sacerdoti e diaconi, contro l'autipapa Novaziano e seguaci, chiamati caduti o lassi. I confessori scismatici furouo ricevuti nella comuuione della Chiesa dal papa e da cinque altri vescovi nel novembre, e ciò che fu fatto in questa riunione può considerarsi un'aggiunta del Concilio. Il 3° nel 256 o 257 da papa sauto Stefano I, che ricusò di comunicare coi deputati di san Cipriano, e vi condannò la decisione dei due Concilii di Cartagine del 255 e 256, ne'quali si trattò della validità o nullità del battesimo amministrato dagli eretici. 11 4° nel 260 da papa san Sisto lì, che condannò l'eresia dei Noeziani. Il 5° nel 261 da papa san Dionisio, per giustificare san Dionisio patriarca di Alessandria, accusato che insegnasse che il Figliuol di Dio era una sostanza creata, non consostanziale al Padre, onde il prelato diè una solenne mentita a' suoi calunniatori. Il 6° fu Lateranense I (V.). Il 7° nella chiesa de' Santi Martino e Silvestro ai Monti, in Thermis Trajani nel 324, da papa san Silvestro I, con 284 vescovi e tutto il clero romano, per rendere grazie a Dio dell'acquisto che aveva fatto il cristianesimo dell'imperatore Costantino, che v'intervenne colla madre sant'Elena, e Calfornio prefetto di Roma , altro convertito alla fede. In questo Concilio i sacerdoti, col resto del clero, stettero in piedi dietro a'vescovi. Vi fu trattato dello stabilimento della disciplina ecclesiastica, della difesa d^lla Chiesa contro i suoi nemici eretici, e dei preparativi pel promulgato primo Concilio generale di Nicea. L'8° nel 325 o 326 da san Silvestro 1 nella suddetta chiesa in Thermis Trajani, con l'interveuto di 275 vescovi, per confermare i santi canoni del Concilio Niceno, la condanna di Ario ed il simbolo della fede. 11 9° fu Lateranense. 11 10° nel 348 o 349 da san Giulio I contro gli ariani Fotino, Ursacio e Valente, che ritrattarono quanto avevano detto contro sant'Atanasio, ma poi ricaddero nei loro errori. L'll° nel 352 da papa san Liberio per sant'Atanasio , nuovamente accusato dagli orientali e da molti vescovi egiziani. Ilpapa vi lesse la lettera di essi, e l'atto di 75 vescovi pure d'Egitto a favore del santo. 11 Concilio giudicò che fosse contro le regole l'aderire agli orieutali. Il 12° nel 358, in cui papa san Felice lì, alla testa di quarantotto vescovi condanuò Ursacio e Valente e l'imperatore Costanzo come eretici ariani. Il 13° del 364 o 366 da papa san Liberio tornato dall'esilio. Il papa scrisse ai ravveduti una lettera, che fissò in seguito la credenza delle chiese d'Oriente e pose un termine alla disputa sulla SS. Trinità. Il 14° nel 3ts7 da papa san Damaso I, con quarantaquattro vescovi, sopra un'accusa di Alterio, fatta da'scis
matici contro quel pontefice. Si crede che vi fossero condannati i Pateruiani e Veuustiani. Il 15° nel 369 da san Damaso I con novantatre vescovi, contro gli Ariani. Il 16° nel 372 dal detto pontefice, e vi si trattò della consostanzialità dello Spirito Santo. Il 17° nel 374 dal medesimo contro gli Apollinaristi, dei quali era capo Apollinare vescovo di Laodicea. Il 18° nel 375, ed il 19° nel 376 dallo stesso con un gran numero di vescovi, per condannare l'antipapaOrsicino, i quali scrissero perciò una lunga lettera agl'imperatori Graziano e Valentiniano II. Il 20° nel 377, il 21° nel 378, il 22° nel 379 ed il 23° nel 380 o 382, dal suddetto papa, con l'intervento di sant'Ambrogio, sant'Epifanio di Salamina o Cipro, e Paolino d'Autioehia, riconosciuto dagli orientali. 11 24° nel 386 ed il 25° nel 390 da papa san Siricio contro l'eresiarca Gioviniano, il quale insegnava che i battezzati con fede uon possono essere vinti dal demonio. Il 26° nel 400 da papa sant'Atanasio I, in cui fu determiuato, che agli ecclesiastici e vescovi donatisti non sarebbe conservato il grado ritornando alla Chiesa cattolica. Il 27° nel 430, per condannare i Nestoriani, dichiarandosi ortodosse le lettere di san Cirillo; ed il 28° nel 431 da san Celestino I, in principio di maggio, per comunicare la lettera dell'imperatore Teodosio II sulla convocazione del Concilio generale d'Efeso. Giuuto poi , in Roma nel giorno di Natale il decreto di quel Concilio, che la Beata Vergine dovea chiamarsi madre di Dio, i Romani lo riceverono con tanta gioja e acclamazione, che all' Ave Maria si aggiunse: Sancta Maria mater Dei ora prò nobis peccatoribus nunc et in fiora mortis nostra. Amen. Il 29° nel 433 da san Sisto 111, con cinquantasei vescovi, e sessoriano perchè adunato nella chiesa di Santa Croce in Gerusalemme, nell'anniversario dell'elezione del papa, d'ordine dell'imperatore Va-lentiniano IH, che v'intervenne col clero e col Senato romano. Convien dire o che le prime sessioni fossero tenute in San Pietro, ovvero che ivi san Sisto III celebrasse altro Concilio. Il 30° nel 444 da San Leone I contro i Mauichei. Il 31° nel 445 dallo stesso, che reintegrò della sede di Besanzone Celidouio, deponendo sant'Ilario d'Arles che lo aveva spogliato del vescovato, il quale dimostrando la sua innocenza veune ripristinato. Il 32° nel 447 dal detto, in cui fu proibito ai vescovi di Sicilia d'alienare i fondi di loro chiese senza il consenso dei colleghi. 11 33° nel 449 da san Leone I, cui assisterono molti vescovi, per rappresentare tutto l'Occidente, e vi furono condannate le decisioni del conciliabolo di Efeso. Il 34° nel 450 dal medesimo, il 22 febbrajo,
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