Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ÈOMANO (SAN)
      627
      ROMANO (san) (agiogr.). — Martire. Esercitava le funzioni di esorcista in Cesarea di Palestina. Allorché ebbe principio la persecuzione generale di Diocleziano egli abbandonò il luogo di sua dimora per recarsi ad esortare i cristiani a sostenere coraggiosamente le dure prove alle quali erano sottoposti. A tale oggettotrovandosi in Antiochia
      ed avvedendosi che alcuni cristiani prigionieri mostravano di vacillaresi mise ad esortarli in presenza del giudice a perseverare nella loro fede. Quegli
      sdegnato di ciò
      lo fece prenderee dopo aver comandato che gli si stracciasse il corpo con staffili e uncini di ferro
      lo condannò ad essere bruciato vivo. Giunto allora in Antiochia l'imperatore Diocleziano
      giudicò tal supplizio non abbastanza severoe ne sospese l'esecuzione
      facendo tagliare a Romano la lingua fino alle radicipoi lo rimandò in prigione
      ove gli furono posti i piedi nella pastoia fino al quinto forame ; e dopo avere sofferto per molto tempo questa torturafu strozzato nella stessa prigione il 17 novembre del 303. San Romano è inserito nel Martirologio romano il 18 dello stesso mese.
      ROMANO (san) (agiogr.). — Abate. In età di trentacinque anni lasciò il secolo per vivere nel monastero d'Ainai
      posto al confluente della Saona e del Rodano
      luogo assai celebre per una chiesa edificata sopra le ceneri dei santi martiri di Lione. Poich'ebbe passato quivi alcun temposi ritirò sul monte Giura
      che divide la Svizzera dalla Franca Contea
      fermandosi in una valle chiamata Condat
      ove trovò un piccolo terreno da potersi coltivarecon una sorgente e degli alberi che fornir lo po-teano di selvatiche frutta. Lupicino suo fratello non istette molto ad unirsi a lui in questa solitudine. La riputazione delle loro virtù trasse ad essi bentosto molti discepoli
      per cui edificarono un monastero. Aumentandosi poi sempre più il numero di coloro che colà recavansi per mettersi sotto la loro disciplina. fabbricarono quello di Leuconne
      4 chilometri e mezzo distante. Ne fondarono eziandio un terzo per le femmine che volessero consecrarsi a Dio
      in una valle nomata Beaume
      ed oggidì San Romano della Rupe. 1 due santi fratelli governarono insieme i loro monasteri. Lupicino dimorava d'ordinario a Leuconne
      ove aveva sotto la sua condotta 150 religiosi. San Romano morì santamente verso l'anno 460
      chiaro per virtù e miracolied è nominato nel Martirologio romano il 18 febbrajo. San Lupicino gli sopravvisse forse venti anni
      ed è onorato dalla Chiesa il 21 marzo.
      ROMANO (san) (agiogr.). — Vescovo di Rouen
      nacque da illustri e virtuosi genitorii quali si pigliarono una cura speciale della sua educazione e lo allevarono nella pietà. Mandato alla Corte di Clotario II
      si meritò la stima e la confidenza di questo reche lo inalzò poscia alla dignità di referendario e di cancelliere. Dopo la morte d'idolfo vescovo di Rouen
      avvenuta nel 626
      fu eletto Romano unanimemente ad occupare quella sedein onta della sua ripugnanza. Egli impiegò tutti i mezzi atti a distruggere gli avanzi dell'idolatria
      e fece abbattere i templi dedicati a Venere
      a Mercurioa Giove
      ad Apollo. Tra i miracoli che tanto avvalorarono le sue prediche annoverasi quello di averfatto rientrare nel suo letto la Senna
      che già aveva inondata la città. Il santo vescovo macerava il suo corpo con austerità continue; e dopo avere conse-crato i giorni jtìle funzioni del ministeropassava le notti nell'orazione. Col suo zelo bandì il vizio e la superstizione
      e vegliò assiduamente alla santificazione del suo gregge. Dopo aver governato tredici anni la sua diocesimorì il 23 ottobre del 639. Fu seppellito nella chiesa di San Godardo; ma nell'xi secolo il suo corpo fu portato nella cattedrale
      ove riposa in una ricca arcache si conosce sotto il nome di Urna di san Romano. Quest'urna ò celebre in Francia a cagione del privilegio cbe possedeva il capitolo della cattedrale di Rouen di liberare ogni anno un reo dalla prigione e dalla morte
      il giorno dell'Ascensione
      in cui si porta processionalmente la detta urnain commemorazione dell'aver san Romano (secondo la tradizione popolare) ucciso un'orribile serpente coll'ajuto di un omicida ch'egli aveva mandato a cercare in prigione.
      ROMANO (san) (agiogr.). — Patrono di Moscovia e martire. La prima gran principessa ad abbracciare la fede cristiana in Russia fu Olga
      che prese il nome di Elena
      ed é onorata col titolo di santa ni luglio. 8i adoperò con gran zelo per propagare il lume del Vangelo ne'suoi Stati ; ma non gli riuscì di convertire il figlio Sviatoslaf 1 o Swatoslao
      come lo chiama Bntler
      il quale denomina sanf Vladimiro il figlio e successore nel 980 di quel granduca sul trono russocomunemente conosciuto sotto il nome di san Vladimiro o Wladimiro I il Grande
      per essersi convertito al cristianesimo e fatto in esso battezzare i suoi sudditi e per le sue magnanime azioniche lo resero cotanto lodato. Egli mori nel 1015
      fu sepolto in Kiovia
      nella chiesa della B. Vergine
      ed è onorato il 15 luglio per santo. Questo gran principe lasciò diversi figlifra'quali Boris
      Hilba o Cliba
      Jaroslaw Ie Anna sposata ad Enrico I re di Francia
      ove fondò la chiesa di San Vincenzo di Senlis. Siccome san Vladimiro I divise i suoi Stati fra'detti tre figliil nipote Svia-topolk I ne usurpò il potere nel 1015
      e subito fece trucidare Bori e Hilba
      anche pel zelo che mostrarono per la fede di Gesù Cristo
      per cui meritarono che sotto i nomi di san Romano e di san Davide
      martiri e patroni di Moscovia
      fossero venerati in quella regione il 24 luglio. Nel 1072 le loro reliquie furono trasportate nella chiesa fabbricata in loro onore a Vislegorod
      e la cerimonia di questa traslazione fu fatta da Giorgio 6° metropolita di Kiovia
      accompagnato da altri prelatialla presenza di , Isiaslaf I gran principe di Russia
      non che di Svia-i toslaf e Vsevolod suoi fratelliche poi regnarono ! sul medesimo trono
      oltre ad un gran numero di j signori del paese. Il sinodo di Zamoski del 1720
      I approvato dalla Congregazione di propaganda fide e condannato da Benedetto XIII
      pone fra le feste solennizzate da'Russi cattolici di Lituania e di parecchie altre provinciequella de' santi Romano e Davide
      la quale si celebra il 24 luglio; e quella della traslazione di loro reliquie il 2 maggio. I Russi cattolici di Lituania e di Polonia non fanno la festa di alcun altro santo moscovita fuori de'santi Romano e Davide martiri; ma i Moscoviti ed i Russi
     
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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