Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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senatorecbe aveva finito i suoi giorni nell'esilio sotto il regno di Romano Argirio
per essere stato complice d'uua congiuraconcepì il disegno di occupare il trono imperiale. Eudossia
vedova dell'imperatore Duca
lo fece arrestare e condannare a morte; ma avendo avuto la curiosità di vedere il colpevolecolpita dal suo bell'aspetto e dall'aria guerriera
fece la risoluzione di salvarlo e sposarlo. Commutò da prima la pena di Romano in un esiliopoi lo associò al trono
dandogli la sua mano il primo di gennajo del 1068. Prima cura del nuovo imperatore fu di levare un esercitoalla testa del quale andò a combattere i Turchi due mesi dopo il suo avvenimento all'Impero. Dopo tre gloriose spedizioni contro i Musulmaui
li costrinse a rivarcare l'Eufrate. In uua quarta intraprese di liberare l'Armenia dal giogo musulmauoe andò ad assediare Malakerd con numeroso esercito; ma il sultano Alp Arslan corse ad incontrarlo alla testa di 40
000 uomini agguerritiche tagliarono a pezzi le truppe greche. Romano
caduto in potere dei vincitorifu condotto dinanzi al sultano
che lo accolse con benevolenza non aspettatae dimaudato avendogli qual trattamento avesse temuto d'incontrare
u'ebbe questa risposta: « Se tu sei crudele mi torrai la vita; se ti lasci predominare dall'orgogliomi trarrai dietro al tuo carro; se consulti ) tuoi interessi
accetterai un riscatto e mi renderai al mio paese ». Masoggiunse il sultauo
se le sorti della guerra ti fossero state favorevolicome mi avresti tu trattato? Narrasi che l'imperatore gli rispondesse : « Saresti stato battuto con verghe >. 11 sultano
sorridendo al prigionierosi contentò di fargli osservare che la legge dei cristiani raccomauda l'amore dei nemici e il perdono dflle ingiurie
e gli promise di non imitare un esempio cui disapprovava. Diogene ottenne la libertà a coudizioue di pagare per riscatto un milione di monete d'oroed inoltre un anuuo tributo di sessantamila; sottoscrisse
suo malgradoa questo umiliante trattato
e parti onorato di doni con nua scorta militare. Giunto alle froutiere dell'Impero riseppe che era scoppiata una rivoluzione a Costantinopoli
e che Michele
figlio primogenito di Duca
era salito al trono. Romanoavendo risoluto di combattere per riacquistare il suo potere
tradito veune dai proprii soldatie cadde nelle nelle mani del governatore d'Armenia
che gli fece cavare gli occhi e lo confinò nell'isola del Principe
dove esso morì in ottobre del 1071 per le conseguenze del crudele trattamento sofferto. Vi sono di Romano Diogene medaglie d'oro e di bronzo.
Vedi: Zonar. (voi. up. 277; - Glyc. (p. 326) — Manass. (p. 131) — Bryenn. (p. 11*
ecc).
ROMANO (biogr.). — Terzo esarca di Ravenna
succedette a Smaragdo intorno il 588
fece guerra ai Lougobardi
togliendo loro Modeua
Aitino e Mantova
e recossi poi in Istria per far guerra a Grasoifo
secondo apparisce da uua sua lettera scritta al re Cbildeberto_riferita da Duchesne (Script
rer. frane.
voi. i). Appresso tanto si adoperò che con promesse e danaro guadagnò Maurizio ossia Mauricioue duca di Perugia
che accettò presidio greco in quella città. Si trovava allora Romano a Roma
ed ansioso di por piede in sì rag-
guardevole città
che poteva servirgli di frontiera contro i Longobardi
si mosse di colà conduceudo seco quanti armati potè
e nel viaggio non solamente se gli diede Perugia
ma prese inoltre alcune delle città frappostecioè Sutri
BomarzoUrta
TodiAineria
Luccoloed altre. Romano era della razza di coloro che antepongono il proprio vantaggio a quello del pubblico. Se la guerra recava immensi mali alla misera Italia
fruttava però immensi guadagni alla sua borsa. E perciò non solo abborriva la pacema giunse persino a calunniare papa san Gregorio I
il quale si scolpò in una bella lettera. Romano impedi anche che fosse fatta la pace fra i Romani ed i Longobardi. 11 Muratori così conchiude intorno la fine di questo esarca: c Non so dire se intorno a questi tempi (597) terminasse i suoi giorni in Ravenna Romano
patrizio ed esarcouomo nemico della pace e che pescava meglio nel torbido. Pare che si possa ricavare da un'epistola di san Gregorio (lib. iv
ep. 3) che venisse in quest'anno a Ravenna Calliuico suo successorepersonaggio di massime più diritte e più rivereute verso il santo pontefice Gregorio. Certo è solamente ch'esso esarco si trova iu Ravenua nell'anno 599 ».
Vedi : Muratori
Annali d'Italia (voi. viedizione dei Classici di Milauo
pag. 76).
ROMANO Ispone (biogr.). — Rettorico romano che acquistò una riputazione infame facendo accuse per piacere ai primi imperatori. Egli è primamente mentovato al principio del regno di Tiberio quando sostenne l'accusa di Cepione Crispino coutro Granio Marcello. Nel 62 dell'èra cristiana accusò Seneca come uno dei socii di C. Pisone
ma l'accusa fu ritorta da Seneca (Tacit.
Ann.
i
74; xvi
17). Romano Ispone occorre del continuo come uuo dei declamatori nelle Con trovasi ce di Seneca Seniore.
ROMANO Giulio (biogr.). — Poeta romauoil cui nome è premesso ad un epigramma su Petronio Arbitro Dell' Antologia latina (n
235
ediz. Bur-mann). Questo Giulio però
come osserva Niebuhr (Kleitic Schriften
p. 347)
non è un antico scrittorema Giulio Sabino
detto altrimente Giulio Pomponio Leto
che morì nell'auno 1497.
Ved: Meyer
Annot. adAnthol. lat. (voi. ilp. 122).
ROMANO Liborio (biogr.). - Nacque nel 1794 in Patù
terricciuola in Terra d'Otranto di un migliajo d'anime; morì in patria il 17 luglio 1867. Attese giovanetto agli studii classiciprima di latino e di greco in patria
poscia iu Napoli di filosofìa e di giurisprudeuza sotto il Parrilli e Pasquale Borrelii (1815-20). A ventidue auui per concorso pubblico guadagnò il posto di sostituito nella cattedra di diritto commercialee da allora esordì la carriera del loro. Comecché nella rivoluzione del 1820 non primeggiasse fra' più caldi patriotti
pure fu costretto a ramingar due anni per celarsi alla reazione capitanata dal Canosa
e poscia fu confinato a Lecce
dove sorvegliato (come dicevasi barbaramente e iniquamente adoperavasi) dalia poliziaesercitò l'avvocatura fiuo al cadere del 1827. Seguiti i moti del Cilento nel 1828
mentre il Del Carretto ormava ogui atto di coloro ch'erano in voce di liberaliil Nostro; che trovavasi a Trani per sostenere un piato per bisogue di famiglia
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